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Dal WSJ: Deutsche Bank forma una sua Bad Bank per salvarsi con la fusione

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Ora la notizia è presa dal Wall Street Journal ed è da far tremare e la traduciamo letteralmente:

“I dirigenti della Deutsche Bank AG  hanno discusso della creazione di una nuova unità per ospitare gli asset indesiderati e rami che sono destinati alla chiusura, come parte di un piano di emergenza nel caso che una possibile fusione con la rivale Commerzbank AG fallisse, secondo fonti familiari con il problema” 

Certo, è una delle possibili strategie che potrebbero essere applicate nel caso che la fusione con Commerzbank non vada in porto, caso tutt’altro che improbabile vista la forte opposizione della banca gemella e  dei sindacati, tale da bloccare, per ora l’operazione. Però cosa mettiamo nella Bad Company?  Tutti i derivati, pari a varie volte il PIL della UE?

Oppure ci mettiamo dentro quelle attività il cui trading ha portato a perdite pari a 12 volte il VaR (il valore al rischio, cioè la valutazione del valore fatta dall’istituto)

Oppure ci mettiamo dentro il PostBank, la cui integrazione non è mai avvenuta e di cui si parla da tempo di possibile dismissione? Oppure ci mettiamo dentro un po’ tutta la società, in modo tale da poterla chiudere, perchè è molto difficile, ormai , dare una distinzione fra quello che è il “Buon business” e quello che è il “Cattivo Business”. Poi con che cosa coprire l’avviamento negativo delle attività separate? Anche perchè qualsiasi società che tentasse di separare crediti e debiti in due società , per far poi fallire la seconda sarebbe soggetta a Bancarotta Fraudolenta.  Però qui parliamo della Deutsche Bank, quella che doveva diventare il “Campione tedesco”, per cui c’è da attendersi di tutto.

 


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