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Dal nucleare al Torio all’ammoniaca. L’Indonesia si prepara ad un nuovo approccio all’energia verde
Un accordo da 4 miliardi di dollari per la costruzione di un impianto di ammoniaca a energia nucleare in Indonesia si preannuncia come un test cruciale per una start-up danese che sostiene che la sua tecnologia può produrre la forma più economica di combustibile pulito.
Copenhagen Atomics è alla guida di un consorzio danese composto da quattro parti che ha firmato un memorandum d’intesa con due imprese statali indonesiane (Pupuk Kaltim, produttore di fertilizzanti, e Pertamina, gruppo energetico) per sviluppare un impianto di ammoniaca nella città di Bontang alimentato da reattori nucleari modulari di nuova generazione. L‘impianto avrà una capacità di un milione di tonnellate all’anno e sarà uno dei più grandi progetti di ammoniaca a basse emissioni di carbonio finora proposti.
Peccato che non si pensi a nessun progetto anche vagamente simile in Italia.
L’ammoniaca è un composto di atomi di idrogeno e azoto. Mentre gli impianti di ammoniaca tradizionali o “grigi” sono alimentati da fonti fossili e utilizzano il gas naturale come input principale, l’impianto di Bontang fa parte di una serie crescente di progetti che mirano a produrre idrogeno a basse emissioni di carbonio da convertire in ammoniaca a basse emissioni di carbonio da utilizzare come carburante per la navigazione o, in questo caso, come fertilizzante.
L’impianto di Bontang si differenzia dalla maggior parte di questi progetti perché la fonte di energia per la creazione dell’idrogeno è nucleare, piuttosto che eolica o solare. Nessuno dei 46 progetti di ammoniaca a basse emissioni di carbonio monitorati da fDi Markets dal luglio 2020 prevede l’uso di energia nucleare.
Sulla base del lavoro svolto finora da Copenhagen Atomics, il suo co-fondatore Thomas Jam Pedersen prevede che l’impianto sarà in grado di produrre l’ammoniaca a basse emissioni di carbonio più economica al mondo. “Credo che con questo impianto in Indonesia potremo far scendere il prezzo dell’ammoniaca a 500 dollari per tonnellata”, afferma. Secondo l’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili, nel 2020 il prezzo dell’ammoniaca generata dall’energia eolica o solare sarà di 720-1400 dollari per tonnellata.
Sebbene il profilo di rischio ambientale dell’energia nucleare sia diverso da quello delle tradizionali fonti di energia “verdi” come l’energia solare ed eolica, si tratta di un’alternativa a basse emissioni di carbonio ai combustibili fossili.
La prevista competitività dei costi del progetto è dovuta in gran parte all’efficienza dei reattori di nuova generazione di Copenhagen Atomics, noti come reattori a sali fusi di torio. Secondo Jam Pedersen, questi reattori saranno in grado di ricavare 100 volte più energia da ogni tonnellata di materiali estratti rispetto ai reattori classici. “Nessun altro reattore al mondo è in grado di farlo”, aggiunge.
Per esempio, l’impianto di Bontang avrà bisogno di 850 chilogrammi di torio come combustibile all’anno. I reattori tradizionali avrebbero bisogno di 10 tonnellate di uranio arricchito – o 100 tonnellate di minerale di uranio – per produrre lo stesso milione di tonnellate di ammoniaca all’anno, spiega Jam Pedersen.
Come altre tecnologie nucleari emergenti, come i piccoli reattori modulari, la tecnologia di Copenhagen Atomics deve ancora essere implementata. L’impianto di Bontang è il suo progetto più avanzato, anche se è ancora agli inizi. Il memorandum d’intesa, firmato il 19 maggio, impegna le parti a sei mesi di indagini per garantire l’ottenimento dell’approvazione normativa per la costruzione di reattori sul sito, che è di proprietà dell’offtaker Pupuk, e per fornire alla SOE un prezzo più preciso per l’ammoniaca. L’obiettivo è iniziare a mettere in funzione l’impianto nel 2028.
Le parti devono ancora concordare le modalità di finanziamento del progetto, ma Jam Pedersen ha dichiarato che si prevede che circa la metà dei fondi proverrà da Pupuk e dal governo indonesiano, mentre l’altra metà da investitori internazionali.
Il prezzo dell’impianto, pari a 4 miliardi di dollari, lo renderebbe il sesto più grande progetto di investimento diretto estero (IDE) in Indonesia nell’ultimo decennio, secondo fDi Markets. L’ammoniaca e l’idrogeno a basse emissioni di carbonio sono uno dei settori più caldi del mondo per quanto riguarda gli IDE, che hanno mobilitato più di 150 miliardi di dollari in impegni solo nel 2022. Il suo potenziale ha suscitato scetticismo, anche se a tutt’oggi non sono state effettuate operazioni su scala commerciale. Ma Jam Pedersen ritiene che l’appoggio di due aziende statali indonesiane dia all’impianto di Bontang una forte possibilità di successo.
Perchè l’ammoniaca?
Perché utilizzare energia nucleare per produrre ammoniaca? Questa materia prima azotata è indispensabile nei processi chimici, nella produzione dei fertilizzanti e verrà ad essere la base della propulsione marina, come nuovo carburante, nel momento in cui venissero completamente abbandonate le fonti fossili.
Un impianto del genere quindi si configura sia come un impianto di chimica di base, sia come una sorta di raffineria del carburante marino del futuro, sempre che si realizzi la transizione energetica. Però queste produzioni richiedono una quantità di energia enorme, da cui la quasi perfetta congiunzione con il nucleare.
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