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Dal guscio dei granchi al cellophane per gli alimenti!

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Il granchio, una delizia nei nostri piatti che poi finisce nella spazzatura. Che fare delle centinaia di migliaia di tonnellate di gusci gettati via dai consumatori europei ogni anno? Come riciclarli?

Sono anni che si cercano alternative naturali alla plastica e fra i principali candidati vi sono materiali fatti con la cellulosa delle piante e chitina, che è presente nel guscio dei molluschi, negli insetti e nei funghi. Il primo passo di questo progetto di ricerca è estrarre dai gusci la chitina, che dopo la cellulosa, è il biopolimero più abbondante sulla terra. Granchi, gamberetti, crostacei contengono chitina. Questa è un polisaccaride, un polimero composto da molecole di zucchero, queste molecole di zucchero possono reagire chimicamente o biotecnologicamente per produrre molecole diverse. I biochimici di Monaco di Baviera hanno sviluppato diversi ceppi di lievito per convertire la chitina in olio grasso attraverso la fermentazione. Un processo che può durare dai 5 ai 7 giorni. L’olio naturale ottenuto dai gusci di granchio, attraverso una reazione sottoposta ad alta pressione, e otteniamo le materie prime per le nostre plastiche. Una volta completamente essiccato, il materiale è flessibile, resistente, trasparente e dopo l’utilizzo si può trasformare in compost.

La pellicola così ottenuta è particolarmente adatta alla conservazione degli alimenti, perché la sua struttura fatta di microfibre funziona da barriera contro l’ossigeno. Per conservare i cibi, infatti bisogna evitare che questi entrino in contatto con l’ossigeno dell’aria, perché il gas attiva processi di alterazione degli alimenti. Il prossimo passo sarà rendere il nuovo materiale disponibile sul mercato, rendendo la pellicola di bio-plastica economicamente competitiva con le pellicole tradizionali, sviluppando un processo produttivo su larga scala.

Daniele Parlante


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