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DAI MINIBOT ALLA CRIPTOVALUTA, UN PASSAGGIO SEMPLICE E LOGICO

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In un mio precedente articolo ho trattato, molto rapidamente , la possibilità di utilizzare la struttura della blockchain, tipica delle criptovalute, per l’emissione e la gestione  dei minibot, mini titoli di stato da utilizzarsi come “Accompagnamento” all’euro all’interno del territorio della repubblica italiana.

Le criptovalute sono titoli di credito totalmente dematerializzati. Anche se sussiste la possibilità di salvare in “Portafogli” cartacei questi valori si tratta di strumenti monetari destinati a circolare principalmente, se non esclusivamente , in modo digitale. Alla base delle criptovalute vi è la “Blockchain”, tecnologia che permette di distribuire la gestione delle transazioni fra molteplici “Nodi”, assicurando l’inviolabilità del sistema e la sua totale sicurezza. La particolarità della blockchain è che le informazioni circa le transazioni nella criptovaluta e la conferma delle transazioni stesse è diffusa in una molteplicità di soggetti, tali da garantite che la chiusura di uno o più nodi non viene a danneggiare la struttura nel proprio complesso. Finchè esiste anche un singolo nodo funzionante è possibile ricostruire la storia  delle transazioni.

Questa diffusione informativa, accompagnata all’inaccessibilità delle informazioni stesse se non all’interno di protocolli determinati, determina la sicurezza della blockchain, tanto che sono in corso le valutazioni di possibili implementazioni da parte della Marina USA per le gestioni delle proprie comunicazioni riservate.

Rinviando a specifici documenti l’approfondimento tecnico di questo tema vorrei invece dirigere l’attenzione su due specifiche criptovalute già esistenti: Tether e IOTA/MIOTA.

Tether è un “Token Valuta”, per ogni Tether vi è un dollaro, per cui Tether è la rappresentazione digitale del dollaro. Si tratta di una sorta di prototipo di tokenizzazione delle valute ordinarie, seguito da progetti, alcuni avanzati di tokenizzazione dello Yuan e di altre valute. Tether si muove quasi in parallelo con il dollaro, avendo un’oscillazione storica da 0,92 a 1,05 rispetto alla valuta che rappresenta. Queste fluttuazioni sono dovute alla maggiore domanda o offerta di Tether nel mercato delle criptovalute, dato che il “Peg” con il dollaro fa si che sia utilizzato come bene rifugio nel momento di crisi del mercato delle criptovalute stesse

La seconda criptovaluta è IOTA/MIOTA, che presenta una caratteristica particolare: mentre normalmente la conferma delle transazioni è fatta dai “Minatori” che gestiscono i nodi e vengono remunerati  per questa loro attività con una percentuale delle transazioni stesse, IOTA/MIOTA utilizza una particolare evoluzione della blockchain chiamata “Tangle” attraverso la quale tutti gli utenti sono “Nodi”. Per utilizzare la criptovaluta con il proprio “Wallet” – portafoglio  è necessario rendersi disponibili a confermare due transazioni. In questo modo non esistono “Nodi Professionali”, ma ciascun utente agisce come nodo e tutto il sistema viene a funzionare senza nessuna commissione.

Ora immaginiamo di vedere il “mnibot” implementato come una criptovaluta: da un lato vi sarebbe un ente o una società, di proprietà completamente pubblica, ma di dimensioni molto limitate (poche decine di persone) destinata allo sviluppo ed alla manutenzione delle struttura informatica. Questa criptovaluta verrebbe ad essere rappresentativa dei minibot, esattamente come Ether è rappresentativo dei dollari, quindi avrebbe un peg all’Euro, almeno sino a quando questo peg viene ad essere desiderato da chi gestisce i minibot. Usando la bockchain “Tangle” si eliminerebbero tutti i costi di transazione, rendendo il trasferimento dei minibot privo di commissioni.

L’utilizzo della forma criptovaluta avrebbe numerosi vantaggi:

  • permetterebbe l’uso di frazionali Se il MiniBOT unitario ha valore 100 euro, la sua rappresentazione può essere frazionata senza problemi in qualsiasi sottounità;
  • permetterebbe un controllo attento delle transazioni, pur preservando la privacy dei singoli operatori;
  • permetterebbe l’immediata accettazione dei minibot nelle catene del dettaglio tramite implementazioni dei POS contactless NCF oppure tramite portafogli business particolari;
  • la catena sarebbe SEPARATA dal sistema bancario ordinario, per cui non vi sarebbe inquinamento della quantità di moneta controllata dalla BCE , come, allo stesso modo, sarebbe  più immediato l’effetto sul consumo. Se i Minibot entrassero ne circuito bancario è inevitabile che una parte, in modo diretto o indiretto, si convertirebbe in risparmi, affievolendone l’effetto sui consumi e sul sistema economico;
  • la separazione dal sistema bancario inoltre impedirebbe l’eventuale sabotaggio del sistema da parte della BCE o di altri enti. A tal fine sarebbe ottimale che l’ente di gestione fosse collocato in un’entità statuale che riconosce e protegge le criptovalute, come , ad esempio, la Svizzera.

Curiosamente questo MiniBot troverebbe subito un piccolo , ma interessante, mercato internazionale, esattamente come Tether, perchè diventerebbe una valuta rifugio nei momenti di “Flashcrash” delle criptovalute.

L’implementazione di un simile progetto ci metterebbe inoltre all’avanguardia nell’innovazione finanziaria: Russia e Cina stanno valutando l’emissione di criptovalute nazionali nei prossimi anni, mentre l’Estonia proprio oggi ha annunciato la propria volontà di lanciare la propria criptovaluta.  Sarebbe inoltre più semplice definire e beneficiare direttamente i soggetti che vengano identificati come destinatari di questi fondi extra , seguendone l’utilizzo ed il diffondersi a tutti i livelli della società. Naturalmente se non si desiderassero effetti distorsivi sulla bilancia commerciale sarebbe più utile destinare questi fondi esclusivamente ad operatori che ne assicurassero l’uso al consumo interno, quali ad esempio edilizia, agricoltura, produzioni minerarie ed energetiche. Altro settore sovvenzionabile dovrebbe essere quello dei trasporti su ruote, sia per compensare la concorrenza scorretta dei paesi dell’est ai nostri autotrasportatori, sia per le ricadute antinflazionistiche di questi contributi.

Grazie mille !


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