Attualità
Da Bruxelles la guerra totale al fumo: meno Tabaccai, divieti per età e sigarette “light” per legge?
Stretta finale sul fumo: l’UE vuole meno tabaccai, divieti per i giovani e sigarette “controllate”. Ecco il piano radicale che minaccia imprese e libertà.
Amanti delle volute di fumo e piccoli imprenditori del tabacco, tenetevi forte. Dalle ovattate stanze di Bruxelles, su gentile suggerimento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sta per arrivare una nuova ondata di proibizionismo dal sapore paternalistico.
In un documento visionato dalla stampa spagnola, la Commissione Europea sembra intenzionata ad abbracciare un piano di lotta al tabagismo così radicale da far impallidire le campagne salutiste del passato. L’obiettivo, nemmeno troppo velato, è creare un “fumatore di Stato”: controllato, limitato e, infine, estinto.
La proposta, che l’UE intende presentare come posizione unica alla prossima conferenza dell’OMS (la COP 11 di Ginevra) a novembre, è un vero e proprio manuale di pianificazione centralizzata applicato alle abitudini dei cittadini. Il settore, non a caso, la definisce già “estrema e radicale”.
Ma vediamo nel dettaglio cosa bolle nel pentolone euro-sanitario.
Il Piano d’Attacco in Quattro Punti
Le misure sono un campionario di dirigismo che spazia dalla produzione al consumo, con una particolare attenzione a colpire la rete di distribuzione e la libertà di scelta.
- Sfoltire la rete di vendita: Il primo bersaglio sono i tabaccai. Il piano prevede una drastica riduzione dei punti vendita autorizzati e il divieto di qualsiasi forma di incentivo commerciale. In Spagna, dove le licenze sono già calate del 3,2% in dieci anni arrivando a poco meno di 13.000, l’impatto su migliaia di piccole attività a conduzione familiare sarebbe devastante. Una prospettiva che dovrebbe far riflettere anche in Italia.
- Creare generazioni “no-fumo” per legge: Seguendo l’esempio del Regno Unito, che ha già approvato un disegno di legge per vietare l’acquisto di tabacco a chiunque sia nato dopo il 1° gennaio 2009, si propone di introdurre un divieto permanente all’acquisto per le nuove generazioni. Una sorta di “apartheid anagrafico” che solleva non pochi interrogativi sulla libertà individuale una volta raggiunta la maggiore età.
- Manipolare il prodotto e il mercato: Non contenti di limitare l’accesso, i pianificatori di Bruxelles e Ginevra vogliono anche decidere cosa si potrà fumare. Le proposte includono:
- Divieto di introdurre nuove marche sul mercato.
- Messa al bando delle sigarette “slim”.
- Riduzione per legge del livello di nicotina consentito nei prodotti del tabacco. In pratica, un futuro di sigarette standardizzate e a “soddisfazione ridotta”, decise a tavolino da un burocrate. Il tutto condito da “multe salate” per il consumo giovanile.
- Espandere le aree “smoke-free”: L’ultimo punto è l’estensione a macchia d’olio dei divieti di fumo (e di svapo), includendo parchi, terrazze di bar e ristoranti, concerti all’aperto e persino i veicoli privati in presenza di altri passeggeri.
Insomma, la Commissione Europea si prepara a una battaglia campale. La nobile causa della salute pubblica rischia di trasformarsi nel pretesto per un controllo sempre più capillare sulle scelte personali e per un colpo mortale a un intero settore economico, fatto di produttori, distributori e migliaia di piccoli commercianti. Tra l’altro la situazione nella UE sta diventando paradossale: si rischia di poter consumare droghe in modo quasi impunito, mentre il fumo diventa sempre più impunito. Dopo i “Bischetti della droga”, dove gli spacciatori operano in quasi impunità, avremo anche i “Boschetti delle sigarette”, dove verranno vendute senza nessun controllo, né incasso, dello Stato?
Resta da vedere se i 180 Paesi che si riuniranno a Ginevra si lasceranno convincere da questa visione, o se prevarrà una linea più equilibrata tra salute e libertà. Invece, come sempre, la UE cerca di assumere le posizioni più massimaliste. Speriamo che i singoli paesi mettano dei necessari veto.
Domande & Risposte
1) Quali sono le conseguenze economiche più dirette di questo piano?
Le conseguenze più immediate colpirebbero la filiera del tabacco. La proposta di ridurre i punti vendita minaccia direttamente la sopravvivenza di migliaia di tabaccherie, spesso piccole imprese a conduzione familiare che rappresentano un presidio commerciale sul territorio. A questo si aggiunge il divieto di incentivi, che limiterebbe ulteriormente la loro operatività. Anche i produttori subirebbero un colpo, con il divieto di lanciare nuove marche che soffocherebbe l’innovazione e la concorrenza, e con il divieto di ricevere qualsiasi tipo di sostegno statale, per quanto già oggi molto limitato.
2) Queste proposte sono già definitive e quando entreranno in vigore?
No, al momento non c’è nulla di definitivo. Si tratta di un pacchetto di proposte avanzate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che la Commissione Europea intende sostenere e presentare come posizione unica dei Paesi membri. Il prossimo passo cruciale sarà la discussione durante la COP 11 (undicesima Conferenza delle Parti della Convenzione sul Controllo del Tabacco), che si terrà a Ginevra a fine novembre 2025. L’eventuale adozione di queste linee guida a livello internazionale aprirebbe poi la strada a specifiche proposte legislative da parte della Commissione UE, che dovrebbero comunque seguire l’iter di approvazione del Parlamento e del Consiglio Europeo.
3) Cosa si intende esattamente per “divieto generazionale” e perché viene considerato controverso?
Il “divieto generazionale” è una misura che impedisce permanentemente l’acquisto legale di prodotti del tabacco a tutte le persone nate a partire da una certa data. Ad esempio, il Regno Unito sta implementando una legge per cui chi è nato dopo il 1° gennaio 2009 non potrà mai comprare sigarette, nemmeno da adulto. È una misura controversa perché, a differenza dei divieti basati sull’età (es. vietato ai minori di 18 anni), crea una divisione permanente tra i cittadini. Solleva questioni di uguaglianza di fronte alla legge e di libertà individuale: perché un cittadino di 30 anni in futuro non potrà acquistare un prodotto legale che invece un 31enne può tranquillamente comprare?
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