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Curva USA: il pericolo non era l’inversione, ma l’attuale “ri-inversione”. La Fed (e la storia) temono per l’occupazione.

La curva dei rendimenti USA lancia l’allarme: non era l’inversione il pericolo, ma il ritorno troppo rapido alla normalità. Cosa significa per l’economia e l’occupazione e quali rischi si corrono

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Spesso si parla di “Inversione dei tassi d’interesse“, ritenendo questo fenomeno un segnale di una recessione imminente.  Dal 2022 a metà 2024, questo segnale (con i tassi a breve termine più alti di quelli a lungo termine) ha preannunciato una recessione che, di fatto, non si è ancora vista. L’economia USA, tra alti e bassi, ha continuato a crescere.

Ora, però, sta accadendo qualcosa di nuovo: la curva si sta “riconvertendo”, sta cioè tornando alla sua inclinazione normale. E, ironia della sorte, è proprio questo movimento, e non la precedente inversione, che storicamente coincide con il vero pericolo: un forte aumento della disoccupazione.

Guarda caso, proprio mentre la curva si muove in questo modo, la Federal Reserve, per bocca di Jerome Powell, ammette per la prima volta una certa preoccupazione per un possibile deterioramento del mercato del lavoro.

La storia insegna: non è l’inversione il segno, ma l’inclinazione

Se l’inversione della curva è un segnale precoce di recessione, il suo successivo irripidimento (o “dis-inversione”) è spesso il segnale che la recessione sta iniziando. La correlazione tra questo movimento e l’aumento della disoccupazione negli Stati Uniti è stata storicamente molto chiara.

Interessi a 10 anni e a 2 anni, differenziale, In grgio le recessioni  Fonte: FED Saint Louis

Vediamo la curva dal punto di vista storico,  apartire dagli anni ’80 (grafico da Fed di Saint Louis):

  • Inizio anni ’80: La curva si inverte, poi si impenna nel 1982. La disoccupazione schizza sopra il 10%.
  • Fine anni ’80: Inversione nel 1989. Si inclina fortemente tra il 1990 e il 1992. La disoccupazione balza da circa il 5% al 7,5%.
  • Crisi Dot-com (2001-2003): Stesso copione.
  • Grande Crisi Finanziaria (2008-2009): Stesso copione.

Come osservava già nel 2019 Albert Edwards di Société Générale, “Un segnale di pericolo molto più immediato si verifica quando, dopo un’inversione della curva, si verifica un rapido irripidimento. Questo evento… avverte gli investitori che il ciclo è finito”.

Non tutte le impennate dei tassi sono uguali

C’è un dettaglio tecnico fondamentale. L’attuale aumento è del tipo “pericoloso”. Come spiega Alias Laurin, analista macro di Kraft Heinz, il vero allarme scatta quando la curva si inclina non perché i tassi a lungo termine salgono (segnale di ottimismo), ma perché i tassi a breve termine crollano. Se i tassi a breve crollano è perché vi è una fuga dagli investimenti più rischiosi, cioè titoli di borsa o altri titoli di debito, come gli MBS:

Rendimento dei titoli di stato USA a 2 anni. Fonte FED di Saint Louis

Questo crollo significa che i mercati stanno scontando con forza imminenti e significativi tagli dei tassi da parte della Fed, proprio perché si aspettano un rapido deterioramento economico.

È esattamente ciò che sta accadendo:

  • Dall’ottobre 2023, il rendimento del titolo a 2 anni (sensibile alla Fed) è crollato di quasi 2 punti, dal 5,22% al 3,42%.
  • Nello stesso periodo, il titolo a 10 anni è sceso molto meno, dal 4,9% al 3,98%.

Jim Bianco di Bianco Research sottolinea che, sebbene il tempo medio dall’inversione alla recessione sia stato di 334 giorni, quello dalla dis-inversione (la crescita successiva) alla recessione è stato di soli 66 giorni.

La Fed cambia tono (e il mercato scommette sui tagli)

Questo scenario tecnico si incastra perfettamente con il cambio di tono della Federal Reserve. Martedì scorso, Jerome Powell ha usato parole precise: “i rischi al ribasso sono concentrati nel mercato del lavoro”.

Non è ancora panico, ma è una preoccupazione esplicita. Powell ha anche annunciato che la Fed sta per interrompere la riduzione del suo bilancio (il Quantitative Tightening), una mossa che, di fatto, allenta le condizioni finanziarie quasi quanto un piccolo taglio dei tassi.

Il mercato ha recepito il messaggio forte e chiaro. Se all’inizio della settimana si aspettava quattro tagli dei tassi entro settembre 2026, ora ne prezza ben cinque nei prossimi 12 mesi.

Insomma, mentre tutti aspettavano la recessione “causata” dall’inversione, il vero segnale di pericolo potrebbe essere arrivato solo ora, con il suo ritorno alla normalità. E questa volta, anche la Fed sembra guardare nella stessa direzione.

Powell e Trump

Domande e Risposte (FAQ)

1) Ma non si diceva che l’inversione della curva (rendimenti a breve > lungo termine) prediceva la recessione? Sì, storicamente l’inversione è un segnale precoce. Tuttavia, l’economia USA ha resistito. L’analisi attuale suggerisce che il vero pericolo immediato non è l’inversione stessa, durata dal 2022 a metà 2024, ma il successivo irripidimento (il ritorno alla normalità). È questa seconda fase, specialmente se guidata dal crollo dei tassi a breve, che storicamente coincide con l’aumento della disoccupazione e l’inizio della recessione.

2) Perché questo irripidimento è diverso o più pericoloso? L’irripidimento è pericoloso quando avviene perché i tassi a breve termine crollano più velocemente di quelli a lungo termine. Questo indica che il mercato sta aggressivamente prezzando tagli dei tassi da parte della Fed, anticipando un netto rallentamento economico o stress di mercato. È esattamente ciò che sta accadendo ora (il rendimento a 2 anni è sceso molto più di quello a 10 anni), segnalando una perdita di fiducia nell’immediato.

3) Cosa sta dicendo la Fed riguardo a questa situazione? La Federal Reserve, per bocca del presidente Powell, ha cambiato tono. Se prima era focalizzata solo sull’inflazione, ora ammette esplicitamente “preoccupazione” per il mercato del lavoro, definendo i rischi “concentrati” lì. Questa cautela, unita all’intenzione di rallentare la riduzione del bilancio (QT), è stata interpretata dal mercato come un segnale che la Fed vede nubi all’orizzonte e si prepara ad agire, tanto che ora si aspettano cinque tagli dei tassi in 12 mesi.

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