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CURDI IN SIRIA: PRIMUM VIVERE, DEINDE PHILOSOPHARI

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L’invasione turca della Kurdistan siriano e l’atteggiamento arrendevole, quasi complice, di USA e dei paesi europei sta riuscendo in un risultato che, fino a solo qualche mese fa, sembrava impossibile: hanno fatto si che, alla fine, i curdi accettassero il ritorno di Assad, l’arrivo dei russi e quindi, alla fine, ra riunificazione e pacificazione del paese sotto il dominio di Damasco.

Un risultato che non si sarebbe mai potuto raggiungere se gli USA avessero proseguito ad appoggiare, anche sul terreno, i peshmerga del YPG, coloro che hanno sconfitto l’ISIS, che l’hanno imprigionato e che costituivano l’unico elemento filoccidentale dalle coste mediterranee sino al Pakistan. Invece anche questi combattenti sono stati abbandonati sia dagli USA, sia, soprattutto dall’Europa.

Mazlum Kobani, rappresentante delle Forze Democratiche Siriane, ha affermato: “Sappiamo che dovremo fare un compromesso doloroso con Mosca ed Assad, ma se dobbiamo scegliere fra un compromesso ed il genocidio del nostro popolo, sceglieremo sicuramente la vita del nostro popolo”

Quindi sia all’ovvio del latino “Primum Vivere, deinde Philosophari” detto latino che significa Prima bisogna sopravvivere, quindi possiamo fare filosofia. I Curdi vogliono sopravvivere quindi, anche a costo di forti cessioni politiche, ma fra minore libertà con Assad ed essere sterminati dai turchi, preferiscono Assad. A festeggiare è Mosca che ormai è vicina all’espulsione completa degli USA dall’area.

Il governo di Damasco non si è fatto sfuggire l’occasione e, con voce del ministro della Difesa, è intervenuto sul tema: “L’esercito Siriano entrerà nella regione di Manbij ed in altre città per proteggere le popolazioni dalle truppe turche. Inoltre, in accordo con le affermazioni del ministero della Difesa della Siria, l’esercito siriano si confronterà con le  avanzanti forze turche nell’area delle città di Ras al Ein e di Tel Abiad“.

Questa è la regione di Manbij, dove stanno avanzando i turchi..

Le altre due città sono al confine fra Siria e Turchia nella zona est, verso l’Iraq. Quindi l’esercito Siriano riconquista, per ora senza colpo ferire, tutta la Siria, si guadagna l’appoggio delle  combattive milizie curde, il tutto in attesa di scontrarsi con le truppe turche.

Gli USA, allo stato attuale, escono umiliati dalla situazione, ma almeno si sono sganciati da un conflitto in cui non dovevano neanche infilarsi. Al contrario l’Europa c’è dentro, per motivi geografici, e fa finta di niente con il pannicello caldo del bando delle esportazioni di armi. Prima o poi si pagheranno le conseguenze di queste scelte.

 

 


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