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Crollo di fiducia oltre le attese: l’America che si preoccupa di shutdown, dazi e tassi 📉

RECESSIONE USA? Fiducia dei Consumatori Crolla a 88.7 (Minimo da Aprile): 10 mesi di Allarme Rischio e la Spinta sulla FED per Tagliare i Tassi.

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Il consumatore americano ha tirato il freno a mano in modo più deciso del previsto. Secondo gli ultimi dati del Conference Board, la fiducia del consumatore è crollata in novembre, attestandosi sui livelli più bassi dalla scorsa primavera.1 Sebbene l’economia reale abbia mostrato una certa resilienza finora, il morale delle famiglie è evidentemente in rotta di collisione con la narrazione ottimistica.

L’indice di fiducia dei consumatori (Consumer Confidence Index) è sceso a 88,7 in novembre, ben al di sotto sia della lettura rivista di ottobre (95,5) sia delle proiezioni degli economisti (93,4). Il dato non è solo tecnico, ma segna un campanello d’allarme, soprattutto per chi sperava in un “atterraggio morbido” dell’economia.

Ecco il relativo grafico:

La Triade del pessimismo (e i dati che preoccupano)

La causa del malumore non è un mistero. Dana Peterson, capo economista del Conference Board, ha chiarito che le preoccupazioni emerse dalle risposte dirette dei consumatori ruotano attorno a una miscela esplosiva di fattori economici e politici, con un pizzico di ironia tipica della confusione istituzionale americana:

  • Inflazione e Prezzi: Restano il fattore dominante, con le aspettative di inflazione a 12 mesi che si mantengono elevate, con una mediana salita al 4,8%. L’aspettativa è superiore all’inflazione reale, che arriva al 3%.

  • Politica e Shutdown: Le citazioni relative allo shutdown del governo federale e alle turbolenze politiche sono aumentate, riflettendo la stanchezza verso l’instabilità istituzionale.

  • Tariffe e Commercio: Le politiche commerciali restrittive continuano a pesare sulla percezione economica.

  • Mercato del Lavoro: Sebbene le menzioni si siano leggermente attenuate, il mercato del lavoro rimane un tema centrale di preoccupazione, con valutazioni meno positive sia sulla situazione attuale (Present Situation Index) sia sulle prospettive future.

IndicatoreValore NovembreValore Ottobre (Rivisto)Soglia RilevanteSegnale
Consumer Confidence Index (CCI)88,795,5N/AForte Calo
Expectations IndexDeterioratoDeteriorato< 80Segnale Recessione
Mesi sotto soglia 8010910Persistenza del rischio

Chi è Più Scontento?

Il calo di fiducia è stato generalizzato, ma con alcune sfumature interessanti:

  • Gruppi Politici: Il declino più netto si è registrato tra gli elettori indipendenti, suggerendo che l’incertezza politica colpisce maggiormente il centro non schierato.

  • Fasce d’Età: La fiducia è migliorata per i meno di 35 anni, ma è diminuita per tutti gli altri, con gli over 55 che si confermano il gruppo più pessimista. Come gli si può dare torto, visto che han visto tempi ben migliori?

  • Reddito: Unico miglioramento, anche se da livelli bassissimi, per i consumatori con redditi inferiori ai $15.000, cioè cittadini che, per gli USA, non hanno praticamente reddito.

Questi risultati non sono solo una statistica da archiviare. Come sottolineato dall’economista capo di Raymond James, Eugenio Aleman, “Questo risultato è in linea con la nostra previsione di una domanda dei consumatori più debole nell’ultimo trimestre dell’anno.”

In un’ottica  macroeconomica, il crollo della fiducia non è un dettaglio: è il precursore di una potenziale contrazione degli investimenti e dei consumi. Se le persone si aspettano il peggio (come suggerito dai 10 mesi consecutivi dell’Expectations Index sotto la soglia di recessione), allora smetteranno di spendere, realizzando l’aspettativa di rallentamento. Non è un caso che le vendite al dettaglio risultino in ribasso, negli USA, come rilevato per settembre:

Jeffrey Roach di LPL Financial, invece, vede nel dato una potenziale spinta per la Fed a tagliare i tassi a dicembre o nel 2026, utilizzando il morale debole come giustificazione per un intervento a sostegno della domanda aggregata. Una perfetta sintesi tra timore di recessione e speranza di “stimolo”.

Domande e Risposte

Che cosa significa il calo dell’Indice di Fiducia per l’economia reale?

Il Consumer Confidence Index (CCI) è un indicatore predittivo cruciale: quando cala drasticamente, suggerisce che i consumatori (il motore principale dell’economia statunitense) sono meno propensi a fare acquisti importanti o a sentirsi sicuri riguardo al futuro. Se questa diffidenza si traduce in una riduzione della spesa (la “domanda aggregata” tanto cara a Keynes), l’economia subisce un rallentamento. La caduta del CCI a 88,7, inferiore alle attese, conferma il rischio di un indebolimento dei consumi verso fine anno.3

Perché l’Expectations Index sotto 80 è considerato un segnale di recessione?

L’Expectations Index valuta le aspettative dei consumatori a breve termine (sei mesi) su reddito, condizioni di business e mercato del lavoro. Storicamente, quando questo indice si mantiene sotto la soglia di 80 punti, è stato un precursore affidabile di una recessione effettiva.4 Il fatto che si trovi sotto tale livello per 10 mesi consecutivi indica una preoccupazione strutturale e persistente tra i cittadini riguardo la direzione futura dell’economia, un segnale che non può essere ignorato né dal governo né dalla Federal Reserve.

Quale ruolo ha giocato lo shutdown del governo nel peggioramento della fiducia?

Sebbene l’inflazione e i prezzi siano la preoccupazione principale a lungo termine, le menzioni relative allo shutdown del governo federale sono aumentate in modo significativo. Questo evento è percepito come un fattore di instabilità politica che si traduce direttamente in incertezza economica, interrompendo i pagamenti federali, ritardando i dati economici cruciali e, in generale, manifestando una disfunzione istituzionale. Per gli elettori indipendenti in particolare, tale instabilità ha causato il calo di fiducia più marcato.

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