Esteri
Crollano i negoziati per la coalizione blu-nera in Austria: il nodo irrisolto del Ministero dell’Interno
Cade il tentativo di coalizione fra Popolari e Liberali in Austria: il motivo è una contesa sul ministero degli interni. Ma anche le prossime elezioni in germania hanno anche spinto a un irrigidimento della OVP. Ora o nuovo governo o elezioni anticipate
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In Austria, è definitivamente fallito il tentativo di formare una coalizione di governo tra il partito di destra FPÖ (Partito della Libertà Austriaco) e il partito popolare ÖVP (Partito Popolare Austriaco), una coalizione definita “blu-nera” per i colori distintivi dei due partiti.
Questo esito negativo giunge dopo il precedente fallimento delle trattative tra l’ÖVP, i socialdemocratici e i liberali, complicando ulteriormente il panorama politico austriaco. A queesto punto o si torna ai tentivi di coalizione precedente, o salta tutto.
Mercoledì il leader dell’FPÖ, Herbert Kickl, ha annunciato le sue dimissioni dall’incarico di formare il governo, rinunciando al mandato conferitogli. La decisione è stata comunicata dopo un ultimo incontro con Christian Stocker, presidente dell’ÖVP. In una dichiarazione ufficiale, Kickl ha motivato la sua scelta sottolineando come l’ÖVP non abbia mostrato la volontà di soddisfare le “condizioni basilari necessarie” per un accordo.
Il punto di rottura principale è emerso sul controllo del Ministero dell’Interno. L‘ÖVP ha infatti categoricamente rifiutato di cedere questo dicastero all’FPÖ, un tema divenuto cruciale nelle trattative. Christian Stocker ha spiegato la posizione del suo partito evidenziando preoccupazioni legate alla sicurezza nazionale: “Per noi è fuori questione mettere a rischio la sicurezza del Paese”. Stocker ha fatto riferimento a “voci provenienti dall’estero” relative a possibili derive di un Ministero dell’Interno guidato dall’FPÖ, alludendo al timore di un utilizzo improprio dei servizi segreti.
La questione del Ministero dell’Interno si è rivelata un ostacolo insormontabile, portando al definitivo naufragio della coalizione blu-nera. Lo stesso Herbert Kickl, in una lettera indirizzata al Presidente federale Alexander Van der Bellen, ha espresso il suo rammarico per l’esito dei negoziati, accusando l’ÖVP di aver adottato una tattica dilatoria, preferendo “discutere le posizioni” anziché negoziare concretamente i contenuti programmatici.
Kickl ha affermato di aver fatto “ripetute concessioni” senza riscontrare una reale volontà di compromesso da parte dell’ÖVP. In risposta, Alexander Pröll, segretario generale dell’ÖVP, ha indirettamente criticato l’approccio di Kickl ai negoziati, sottolineando in modo polemico come il leader dell’FPÖ sia rimasto seduto al tavolo delle trattative per sole “sette ore in cinque settimane”. In realtà, probabilmente, ha avuto un peso decisivo il fatto che la prossima settimana si voterà in Germania e la CDU non può andare al voto con i cugini austriaci con, al governo, un partito sovranista. Sarebbe una legittimazione indiretta per AfD.
Di fronte a questo scenario di stallo politico, il Presidente federale Alexander Van der Bellen ha lanciato un appello alla responsabilità di tutte le parti, esortando i leader politici a dimostrare “umiltà verso le opinioni degli altri” e a riscoprire una “cultura negoziale”. Van der Bellen ha annunciato che nei prossimi giorni avvierà ulteriori colloqui con i leader dei partiti per esplorare possibili vie d’uscita dalla crisi governativa, senza tuttavia esprimere preferenze sulla futura composizione dell’esecutivo.
Anche Herbert Kickl è intervenuto pubblicamente in serata, chiedendo “rapida chiarezza della situazione” e denunciando una “mentalità persistente di potere e interessi acquisiti” da parte dell’ÖVP. Kickl ha quindi rilanciato la richiesta di “nuove elezioni rapide” come soluzione alla crisi politica.
Christian Stocker, leader dell’ÖVP, ha confermato in un’intervista televisiva che il suo partito non ha agito per “mantenere il potere” a tutti i costi, ribadendo che la “sicurezza del Paese non era negoziabile” e che per questo motivo il controllo del Ministero dell’Interno è stato considerato un punto fermo.
Stocker ha dichiarato che l’ÖVP rimane aperta al dialogo con tutte le forze politiche, ma ha anche chiarito che, dopo la rinuncia di Kickl al mandato di formare il governo, il capitolo della coalizione con il leader dell’FPÖ può considerarsi “chiuso”.
In caso di elezioni anticipate però gli elettori confermebbero una forte posizione per l’FPÖ.
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