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CRISI UK: JOHNSON VUOLE IL VOTO, CORBYN LO CONCEDE SOLO DOPO STOP BREXIT

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La cocente sconfitta del governo ieri in parlamento, con anche un deputato che è passato platealmente all’opposizione, ha se non altro chiarito definitivamente la situazione nel partito Conservatore.

21 membri del partito conservatore  hanno votato a favore della mozione per modificare l’ordine dei lavori e mettere in prima linea una legge che blocchi la possibilità di Hard Brexit e dia di nuovo al parlamento la guida del processo. Questi 21 membri sono stati espulsi dal partito, chiudendo la partita dei remainer tories e chiarendo la situazione in campo. John Bercow, lo “Speaker”, cioè il presidente dell’assemblea, conservatore, è messo in dubbio e si sta cercando un sostituto, e difficilmente sarà confermato nel suo collegio nel Buckinghamshire.

Ora Boris Johnson presenterà la propria mozione per le elezioni anticipate, ma questa, per essere approvata, richiede i 2/3 dei voti. Jeremy Corbyn ha affermato che non appoggerà la mozione sino a quando non sarà stata approvata la sua legge per il blocco del No Deal. Un altro modo per andare elezioni anticipate sarebbe un voto di sfiducia che, a questo punto, sembra di non difficile raggiungimento. Johnson può anche permettere l’approvazione della legge, pur di avere le elezioni il prima possibile e poter quindi chiarire la situazione all’interno del proprio partito.

NIcola Sturgeon, del SNP ha chiaramente offerto uno scambio a Boris Johnson: accettare la legge di rinvio della Brexit in cambio delle elezioni.

Si tratta di una questione di date, anche. Con  le elezioni al 13 ottobre sarebbe sufficiente un breve rinvio per concludere tutta l’operazione. Oggi sapremo le decisioni del primo ministro inglese.

 


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