Crisi
Crisi del settore automobilistico, Volkswagen e Ford annunciano tagli
La crisi del settore automobilistico colpisce Ford e Volkswagen: tagli di posti di lavoro, chiusure di stabilimenti e costi del lavoro insostenibili. I sindacati tedeschi chiedono aumenti salariali, mentre le aziende puntano a ridurre i costi fissi per affrontare le sfide del mercato
Volkswagen sta affrontando un momento critico, con il costo della manodopera in Germania che rappresenta un problema significativo. Secondo un documento interno, la percentuale dei ricavi destinata al personale è scesa dal 18,2% nel 2020 al 15,4% nel 2023, ma resta superiore a quella di concorrenti come BMW, Mercedes e Stellantis. In Germania, il costo del lavoro per Volkswagen è tra i più alti del settore automobilistico globale, raggiungendo una media di 62 euro all’ora nel 2023.
Questo scenario spiega la decisione della casa di Wolfsburg di chiudere tre stabilimenti in Germania. La pressione sui margini esercitata dalla Cina e le normative europee più rigide stanno spingendo l’azienda a ridurre i costi fissi, pur continuando a investire in tecnologie innovative come software e componentistica interna.
Ford e i tagli in Europa
Ford ha annunciato il taglio di 4.000 posti di lavoro in Europa entro il 2027, concentrandosi su Germania e Regno Unito. John Lawler, CFO di Ford, ha dichiarato che manca una politica chiara per incentivare la mobilità elettrica e ha chiesto maggiore flessibilità nei target di emissioni.
Questi licenziamenti si inseriscono in un quadro più ampio: dal 2020, il settore automobilistico europeo ha registrato 86.000 licenziamenti netti, con Germania e Francia tra i paesi più colpiti. Anche Stellantis ha richiesto ulteriori settimane di cassa integrazione per lo stabilimento di Termoli, rallentando i piani per la gigafactory italiana.
Confronto sui costi del lavoro in Europa
In Italia, il costo del lavoro è stimato a 33 euro all’ora, inferiore a Francia (47 euro) e Stati Uniti (44 euro), ma superiore a Spagna (29 euro) e Polonia (15 euro). La differenza nei costi influisce sulle strategie delle aziende, che spesso spostano la produzione verso paesi con manodopera più economica.
Un fattore determinante per Volkswagen è l’aumento del personale amministrativo. Mentre il numero di operai è diminuito di oltre 8.000 unità tra il 2019 e il 2024, il personale amministrativo è cresciuto di circa 4.000 unità nello stesso periodo, aggravando i costi complessivi.
Sindacati e dirigenza: negoziati in corso
I sindacati tedeschi, che rappresentano circa 120.000 lavoratori, hanno chiesto un aumento salariale del 7%. Volkswagen, invece, ha proposto una riduzione del 10%, spingendo per un piano di risparmi da 1,5 miliardi di euro, che includerebbe la riduzione dei bonus e degli orari di lavoro. I negoziati in corso saranno decisivi per il futuro del gruppo.
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.
You must be logged in to post a comment Login