Economia
Europa in affanno: la tempesta perfetta che sta paralizzando i porti commerciali
I porti europei sono nel caos più totale! Scopri come le politiche sui dazi di Trump e l’ondata di merci dall’Asia stanno creando una congestione senza precedenti, mettendo a rischio la nostra catena di approvvigionamento.

I porti europei si trovano nel mezzo di una crisi senza precedenti, con una congestione che non si vedeva dai giorni più bui della pandemia di coronavirus. Non è solo un disagio, è un vero e proprio dramma per la catena di approvvigionamento globale, che rischia di lasciare scaffali vuoti e fermare la produzione. A scatenare questa tempesta perfetta? Le politiche tariffarie imprevedibili di Donald Trump e i livelli insolitamente bassi dei fiumi, che stanno creando un caos logistico di proporzioni epiche.
Una paralisi crescente
Immaginate chiatte bloccate per giorni, navi container che aspettano in coda e i principali hub come Rotterdam, Anversa e Amburgo che operano al massimo della loro capacità, quasi al collasso. “Tutti i grandi hub stanno straripando,” afferma Caesar Luikenaar, direttore generale di WEC Lines, una compagnia di navigazione olandese. Non è un’esagerazione: i porti più importanti d’Europa sono al limite. Albert van Ommen, CEO della Euro-Rijn Group, descrive la situazione come la peggiore congestione dai tempi della pandemia, quando il flusso di merci sorprendentemente resiliente travolse porti già in difficoltà con il personale.
Questo scenario è un colpo durissimo per un sistema logistico globale che, fino a poco tempo fa, permetteva alle aziende di mantenere scorte minime, affidandosi a consegne precise e puntuali. Ora, la certezza è svanita. La compagnia logistica tedesca Contargo ha avvertito i suoi clienti che le chiatte attendono in media 66 ore per caricare container ad Anversa e ben 77 ore a Rotterdam.
Effetto domino e rischi drammatici
Casper Ellerbaek di DHL ha sottolineato che, sebbene i ritardi non abbiano ancora fermato la produzione per mancanza di componenti, il “dramma” di una tale eventualità rimane un rischio concreto. Ad Anversa, il secondo porto container più trafficato d’Europa, le navi scaricano con un ritardo di tre-cinque giorni. “Quando raccogliamo i container via chiatta, non possono caricare in tempo perché le navi marittime non sono in orario,” spiega Van Ommen. Il risultato finale è chiaro: il cliente, l’utente finale, riceve la sua merce in ritardo.
I motivi di questa crisi sono molteplici. Le drastiche modifiche alla politica tariffaria statunitense sotto l’amministrazione Trump hanno costretto le linee di navigazione a rivedere completamente le loro reti per adattarsi ai flussi commerciali globali in rapida evoluzione. A peggiorare ulteriormente la situazione ci sono le restrizioni sul carico delle chiatte sul fiume Reno, drasticamente abbassato da una primavera insolitamente secca.
L’onda d’urto dall’Asia
Un altro fattore cruciale è l’aumento massiccio dei volumi di importazione dall’Asia verso l’Europa. Le alte tariffe statunitensi stanno letteralmente “dirottando” le merci verso altre destinazioni. Ellerbaek di DHL stima una crescita del 7% anno su anno nei volumi di container dall’Asia all’Europa. “Se si guardano i livelli di crescita sui diversi traffici, non c’è dubbio che l’Europa abbia assorbito una quota significativa che storicamente sarebbe stata destinata al mercato statunitense,” ha dichiarato Ellerbaek. Le aziende asiatiche stanno chiaramente modificando le loro strategie di esportazione, riversando in Europa ciò che prima andava negli Stati Uniti.
I terminal operatori, per lo più aziende private, stanno cercando disperatamente di reclutare nuovo personale e acquistare attrezzature per alleviare la pressione. ECT, uno dei principali operatori di Rotterdam, ha riconosciuto la situazione di “notevole affollamento”, attribuendola ai cambiamenti nelle alleanze tra le linee di navigazione, all’aumento della domanda e alle “incertezze geopolitiche ed economiche”.
Nonostante gli sforzi, il pessimismo pervade l’industria. Luikenaar avverte che, in alcuni casi, le compagnie di navigazione locali impiegano una settimana, anziché i normali tre giorni, per raccogliere i container a Rotterdam. La sua previsione è cupa: “Questo non è qualcosa che svanirà facilmente,” e gli investimenti in capacità richiederanno anni per risolvere il problema. L’Europa è davvero nei guai, e la soluzione sembra lontana.
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.

You must be logged in to post a comment Login