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Crisi energetica europea: dopo la siderurgia, salta la produzione di fertilizzanti
La polacca Grupa Azoty, un grande produttore di fertilizzanti, ha interrotto la produzione di alcuni fertilizzanti chiave, tra cui i prodotti azotati e il caprolattame, a causa dell’impennata dei costi energetici, diventando l’ultima vittima della crisi del gas in Europa.
Bloomberg ha riferito che l’azienda avrebbe anche ridotto la produzione di ammoniaca perché i costi energetici hanno compromesso la redditività dell’attività.
Il gas naturale è una materia prima fondamentale per la produzione di fertilizzanti sintetici e l’impennata dei prezzi ha avuto un forte impatto sul settore, con la chiusura di diversi produttori di fertilizzanti in Europa.
Anche l’uso dei fertilizzanti sta diminuendo a causa dei prezzi, con gravi implicazioni per la sicurezza alimentare globale. Secondo l’Associazione Internazionale dei Fertilizzanti, l’uso dei fertilizzanti potrebbe ridursi fino al 7% nella prossima stagione, il che rappresenterebbe il più grande calo dal 2008, ha riferito Bloomberg all’inizio del mese.
“Se gli agricoltori europei importano più prodotti da altri esportatori, per i mercati agricoli più fragili dell’Africa subsahariana, dell’Asia meridionale e di alcune parti dell’America Latina, il mercato globale si restringerà“, ha dichiarato un alto funzionario dell’IFA.
Chris Lawson, responsabile dei fertilizzanti presso il gruppo di intelligence CRU, ha dichiarato a Bloomberg: “Non vedo come qualcuno possa continuare a produrre in Europa, a parte coloro che hanno coperto i costi energetici”. “Ci aspettiamo che i prezzi dell’ammoniaca continuino a crescere”.
Ad aggravare ulteriormente il problema c’è il fatto che l’Europa importa molti dei suoi fertilizzanti dalla Russia. A causa dello stallo tra Bruxelles e Mosca in seguito alla guerra in Ucraina, la prima sta cercando alternative, tra cui il letame.
Nel frattempo, le importazioni di fertilizzanti da altri luoghi sono in aumento, riducendo l’accesso delle nazioni più povere a prodotti agricoli di vitale importanza.
L’industria dei fertilizzanti non è l’unica a soffrire per i prezzi eccessivi del gas. Secondo un’analisi della Reuters, quasi il 50% delle fonderie di alluminio e zinco in Europa hanno chiuso, e l’ultima vittima è stata la Slovalco, di proprietà della Norsk Hydro, in Slovacchia.
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