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Economia

Crisi senza precedenti in Germania: l’edilizia abitativa crolla ai livelli di 10 anni fa.

La Germania è in piena crisi abitativa. Le nuove costruzioni crollano del 14,4%, tornando ai livelli del 2015. Tra burocrazia, costi e accuse alla politica, il settore è in ginocchio e mancano 500.000 alloggi.

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Anno terribile per l’edilizia residenziale in terra teutonica. L’anno scorso in Germania sono state consegnate meno di 252.000 nuove abitazioni, con un calo del 14,4% rispetto all’anno precedente. “Si tratta del primo calo significativo, dopo un numero di abitazioni consegnate stabile tra il 2021 e il 2023, pari a circa 294.000”, ha sottolineato l’Ufficio federale di statistica tedesco, Destatis.

Con i dati del 2024, la Germania fa un balzo indietro di dieci anni. Il Paese registra quasi lo stesso livello di produzione di nuove abitazioni del 2015, nonostante abbia accolto nel frattempo diverse ondate di rifugiati provenienti dall’Ucraina, dalla Siria e dall’Afghanistan. E c’è il rischio che la situazione peggiori ulteriormente, poiché lo scorso anno sono state rilasciate solo 215.000 licenze edilizie (-16,8%).

Una crisi che rischia di far peggiorare l’andamento economico tedesco, perché l’impatto del settore edizio sul PIL è sempre particolarmente sensibile.

Andamento delle vendite immobiliari in Germania, da Destatis

Tempi di consegna più lunghi

Inoltre, il settore ha registrato un ulteriore calo delle prestazioni nel 2024, a causa della complessità delle norme e della carenza di manodopera. Il tempo medio di realizzazione dei cantieri, dal rilascio del permesso al completamento dei lavori, è aumentato fino a raggiungere i 26 mesi. Nel 2023 occorrevano 24 mesi per consegnare un alloggio in un edificio residenziale, contro i soli 20 del 2020.

“In Germania costruiamo in modo troppo costoso, troppo complicato e tutto questo richiede troppo tempo”, ha ribadito mercoledì il cancelliere tedesco Friedrich Merz durante una giornata dedicata all’edilizia che ha riunito 1.200 professionisti a Berlino. Il 69enne leader ha stimato che in Germania mancano “diverse centinaia di migliaia di alloggi all’anno, probabilmente almeno 500.000”.

Peccato che Merz si dimentichi che le case sono costose anche per gli standard energetici elevatissimi, quasi irrealistici, imposti dalla Commissione Europea e votati dal PPE, di cui fa parte, e guida, la CDU tedesca, il suo partito. Merz stesso, indirettamente, è la causa dei propri problemi e soprattutto di quelle dei tedeschi.

Quando è salita al potere, la coalizione di Olaf Scholz si era prefissata l’obiettivo di raggiungere un volume di produzione di 400.000 alloggi all’anno. Ma l’obiettivo non è mai stato raggiunto. A seguito della crisi finanziaria, la produzione di nuove abitazioni era scesa al livello più basso nel 2009, per poi risalire gradualmente a 306.000 nel 2020. Ma la guerra in Ucraina e il conseguente aumento dei tassi di interesse e dei prezzi dei materiali hanno interrotto questo slancio.

Ispirati dal fallimento di Olaf Scholz, i conservatori e i socialdemocratici si sono ben guardati dal proporre qualsiasi obiettivo di produzione di alloggi nel loro contratto di coalizione. L’arrivo di Friedrich Merz, mercoledì, per il suo primo discorso come cancelliere davanti a una federazione, la dice lunga sull’attenzione riservata al settore. L’edilizia è un’industria chiave per capire se questo Paese “può rimettersi in piedi e andare avanti”, ha dichiarato Friedrich Merz, e per ora sta fallendo. 

Immagine illustrativa

Soldi pubblici per l’edilizia

Ci sono motivi di ottimismo, ma son sempre i soliti: dopo la creazione di un fondo speciale di 500 miliardi di euro, il governo intende investire circa 150 miliardi in infrastrutture (strade, ospedali, ferrovie, alloggi) nei prossimi quattro anni. E il settore intende recuperare una parte di questa manna.

Nel loro contratto di coalizione, i conservatori e i socialdemocratici prevedono di «rilanciare l’edilizia residenziale e l’accesso alla proprietà attraverso una serie di misure in materia di investimenti, sgravi fiscali e sburocratizzazione. “Vogliamo rompere la spirale di norme sempre più severe e costose per poter costruire più alloggi a prezzi accessibili”, spiega Jan-Marco Luczak, portavoce del gruppo parlamentare CDU/CSU per le questioni abitative.

In quest’ottica, il ministro dell’edilizia Verena Hubertz prevede di presentare nei primi 100 giorni di governo un programma di “costruzione turbo” per ridurre la burocrazia e costruire più rapidamente. Si tratta di un’impresa complessa e titanica, poiché in Germania i Länder sono parti interessate nella regolamentazione, e molti sono in mano aai Verdi che vogliono più regole, non meno. E sono i comuni che mettono a disposizione o meno i terreni edificabili. Se le amministrazioni locali sono contrarie o politicamente diversamente inclinate, tutta la politica di Merz sarà solo un grande, enorme, buco nell’acqua. E le case in Germania continueranno a costare più di quanto i tedeschi possano permettersi. 


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