Economia
Crisi Berco: Accordo raggiunto al MiMit
Al termine di un lungo confronto, ieri al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, è stato raggiunto un accordo tra i vertici aziendali di Berco e le organizzazioni sindacali. A conclusione del tavolo a Palazzo Piacentini, durato oltre sei ore, le parti hanno concordato di avviare un confronto negoziale sul rinnovo e revisione del contratto integrativo aziendale che dovrà concludersi entro e non oltre il 16 gennaio 2025.
Come reso noto dal Ministero, l’azienda promuoverà un’azione di dimissioni volontarie e incentivate per un massimo di 400 lavoratori dello stabilimento di Copparo, in sostituzione dei licenziamenti collettivi che erano stati avviati e poi ritirati per 480 dipendenti. Le adesioni dovranno pervenire entro il 16 gennaio 2025. “Grazie all’impegno del Mimit – ha affermato il ministro Adolfo Urso – siamo riusciti a far dialogare le parti, agevolare il confronto in ogni fase e a favorire una prima importante intesa che esclude i licenziamenti. Ci auguriamo che azienda e organizzazioni sindacali possano raggiungere un accordo che riporti un clima che consenta il rilancio e lo sviluppo dell’azienda”.
In una nota, Berco spa sottolinea come “la negoziazione degli ultimi giorni, avvenuta anche a seguito della disponibilità dell’azienda a ritirare la procedura collettiva, ha l’obiettivo principale di affrontare la sfida posta dalla crisi che sta colpendo il settore.
Il gruppo Berco- continua la nota- sta fronteggiando una crisi di mercato strutturale crescente, in uno scenario geopolitico mutato e in grande evoluzione. L’azienda riconferma oggi il proprio impegno a mantenere la presenza storica in Italia. A fronte di questo intendimento, le parti sociali hanno compreso l’urgenza di misure di ristrutturazione per migliorare la competitività e per garantire tale permanenza nel Paese”.
Da Berco viene rivolto un ringraziamento al Mimit e alle istituzioni locali “per il costante invito al dialogo tra le parti, e le organizzazioni sindacali che hanno compreso l’urgenza delle misure di ristrutturazione, volte a garantire la permanenza in Italia di questa storica realtà produttiva”.
Presente alla riunione al ministero, anche il sindaco di Copparo, Fabrizio Pagnoni che ha detto: “Torniamo da Roma – dichiara – con un numero di esuberi in calo e con la data di riferimento del 16 gennaio per concordare su tavoli locali la gestione delle uscite volontarie. Il confronto negoziale sarà cruciale per un esito che auspichiamo soddisfacente”.
Berco, specializzata nella produzione di componenti per sottocarri di macchine movimento terra e agricole, con 1.372 dipendenti tra gli stabilimenti di Copparo e Castelfranco, L’azienda aveva giustificato i licenziamenti e l’annullamento degli accordi integrativi con una riduzione del 30% degli ordini, delle commesse e del fatturato.
Le cause principali sono attribuite alle tensioni geopolitiche, all’aumento dei tassi di interesse e al significativo divario nei costi delle materie prime e dell’energia tra Europa e Paesi asiatici. Questa situazione sta spingendo diversi clienti a considerare il trasferimento delle produzioni in India. In questo quadro di crisi, la dirigenza aziendale aveva sottolineato come l’annullamento degli accordi sarebbe stata “necessaria al fine di consentire la sopravvivenza dell’azienda e quindi nell’ottica di salvaguardare i livelli occupazionale e le future opportunità di riallineamento della situazione aziendale”.
Malgrado i licenziamenti previsti fossero tutti nello stabilimento di Copparo, all’incontro erano presenti anche l’assessore regionale a lavoro del veneto, Valeria Mantovan e i rappresentanti dell’Unità di Crisi aziendali di Veneto Lavoro e della Direzione Lavoro regionale. “È stato raggiunto un primo importante risultato che esclude i licenziamenti unilaterali avviando una procedura di fuoriuscita dei lavoratori su base esclusivamente volontaria e incentivata, che sarà anche assistita da percorsi di ricollocamento”, ha affermato l’assessore regionale al lavoro Valeria Mantovan.
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