Economia
Crisi auto: GM dichiara 5 miliardi di perdite e svalutazioni in Cina
La GM dichiara 5 milairdi di perdite e svalutazioni relative alla ristrutturazione del marchio sul mercato cinese, dove le vendite sono in calo, ma non uscirà dal mercato
Oggi General Motors ha rivelato che si prepara a mettere in bilancio 5 miliardi in svalutazioni di beni e perdite nette legate alle proprie attività sul mercato cinese, dove la crisi delle aziende occidentali è sempre più profonda, secondo Bloomberg e Wall Street Journal.
In un documento 8-K depositato prima della presentazione odierna agli investitori di GM si legge che:
Il 2 dicembre 2024, il Comitato di revisione del Consiglio di amministrazione della Società ha concluso che era necessaria una svalutazione materiale della partecipazione della Società in SGM, sulla base della determinazione che una perdita materiale di valore dei nostri investimenti in alcune JV cinesi non è temporanea, alla luce della finalizzazione di una nuova previsione di business e di alcune azioni di ristrutturazione che SGM sta finalizzando e che si prevede verranno intraprese per affrontare le sfide del mercato e le condizioni della concorrenza.
Questi oneri includono una svalutazione di 2,9 miliardi di dollari della joint venture con il partner cinese SAIC Motor Corp. e 2,7 miliardi di dollari relativi a costi di ristrutturazione, come la chiusura di fabbriche e l’abbandono di modelli di veicoli non redditizi.
Le mosse arrivano dopo anni di calo dei risultati di mercato. GM, che una volta vendeva oltre quattro milioni di veicoli all’anno in Cina al suo picco del 2017, ha visto le vendite quasi dimezzarsi entro il 2023.
La redditività è crollata, con una perdita di 347 milioni di dollari registrata nei primi nove mesi del 2023, rispetto a un profitto di 2 miliardi di dollari nel 2017. La flessione è in gran parte attribuita all’ascesa di case automobilistiche cinesi come BYD, che hanno beneficiato di sussidi governativi e di un’impennata della domanda di veicoli elettrici.
La ristrutturazione mira a stabilizzare la joint venture di GM con SAIC, che produce Buick, Chevrolet e Cadillac, e a ripristinare la redditività senza richiedere ulteriori investimenti di capitale da parte di GM.
Ricordiamo che già in agosto avevamo notato che GM stava tagliando posti di lavoro nell’ambito di una “revisione strutturale più ampia” in Cina. All’epoca avevamo notato che il cambiamento indicava che GM probabilmente non avrebbe eclissato il picco di vendite nel Paese raggiunto nel 2017.
All’inizio di quest’anno ha annunciato la riduzione del personale nei reparti dedicati alla Cina, tra cui la ricerca e lo sviluppo. All’epoca si prevedeva che GM e il suo partner SAIC avrebbero discusso di potenziali tagli alla capacità produttiva.
Bloomberg ha scritto quest’estate che la revisione ha segnato un cambiamento significativo per GM, che in passato ha guadagnato miliardi nel mercato cinese.
Nonostante le svalutazioni, GM afferma di rimanere ottimista sulla futura redditività dell’impresa, anche se la nuova valutazione sottolinea la riduzione delle aspettative di guadagno nella regione. Del resto potrebbe fare diversamente? Ormai è tardi, la società non può uscire dalla palude cinese.
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