Finanza
CRIPTO: la Corte Suprema Indiana conferma il bando alla criptovalute, oggi dovrebbe cessare l’operativitià degli exchange
Il supremo tribunale non revoca l’ordinanza della Banca Centrale che vieta agli operatori creditizi di operare in criptovalute
La Corte Suprema indiana
la decisione della Banca Centrale indiana, RBI, che vieta agli operatori creditizi autorizzati di concludere accordi con gli operatori dell’ambito delle criptovalute, una mossa che viene a mettere oggettivamente fuori legge il nascente settore delle criptovalute del subcontinente, la terza economia asiatica.
Con una decisione inattesa la corte, presieduta dal presidente Dipak Misra, ha confermato quindi il divieto, emesso il 6 aprile, a banche ed operatori autorizzati a fornire qualsiasi servizio finanziario ad exchange ed altri operatori indiani in valute virtuali, scindendo quindi il legame fra monete Fiat e monete virtuali. Per la RBI sono valute solo quelle stampate su cartamoneta o su metallo, per cui non viene riconosciuta nessuna legittimità a qualsiasi valore che non rientri in queste classi. L’ordine deve essere applicato entro tre mesi e quindi deve essere ottemperato dalle banche entro domani, il cinque luglio. Da questa data l’unico trading possibile fra Fiat e cripto sarà su base individuale e decentralizzata, peer to peer.
Con questa scelta l’India si mette in controtendenza rispetto a buona parte del mondo finanziariamente avanzato, con la Corea , il Giappone ed il Medio Oriente che cercano di legittimare le criptovalute introducendo un sistema di controlli ed il parlamento europeo deciderà su questo tema entro fine luglio, anche se l’indicazione non è di un divieto.
La decisione finale sul divieto alla cripto dovrà essere preso dal ministro delle Finanze di Nuova Delhi, ma la recente volatilità dei mercati potrebbe accentuare lo scetticismo dei politici verso il mondo delle criptovalute, portando verso decisioni più rigide.
Il principale exchange indiano, Unocoin,
che comunque proseguirà le proprie operazioni normalmente con accrediti e pagamenti in Fiat sino a che gli sarà possibile, mostrando comunque grande preoccupazione per una decisione che ne mette in forse l’esistenza.
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