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Credit Suisse perde miliardi in patrimonio gestito. Riuscirà a sopravvivere?

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FILE PHOTO: The logo of Swiss bank Credit Suisse is seen at its headquarters in Zurich, Switzerland March 24, 2021. REUTERS/Arnd Wiegmann//File Photo/File Photo

I lettori ricorderanno che a metà ottobre abbiamo riferito che la Fed stava silenziosamente inviando importi in dollari sempre maggiori alla Banca nazionale svizzera – che alla fine ha raggiunto un picco di circa 11 miliardi di dollari a settimana – che a sua volta utilizzava queste linee di swap in dollari per colmare i buchi di finanziamento in dollari di una o più banche commerciali svizzere.

Non occorreva essere un chirurgo missilistico per capire che la banca in questione era il Credit Suisse, che aveva visto il suo titolo crollare in mezzo a una raffica incessante di scandali, errori societari e occasionali frodi (di cui siamo a conoscenza), e che secondo noi stava probabilmente subendo una dolorosa corsa agli sportelli dietro le quinte.

Un mese dopo, questa mattina la seconda banca svizzera ha confermato le nostre ipotesi peggiori, ammettendo di aver appena subito un’impressionante corsa agli sportelli in cui i clienti hanno ritirato dalla banca 84 miliardi di franchi svizzeri, pari a 88,3 miliardi di dollari, durante le prime settimane del trimestre, sottolineando le attuali preoccupazioni per gli sforzi di ristrutturazione della banca dopo anni di scandali.

Oggi la quotazione della banca elvetica, già non particolarmente brillante, ha subito un vero e proprio crollo:

Non poteva essere diversamente vista la notizia di questa enorme fuga di capitali che ha colpito quello che un tempo era il fiore all’occhiello della società: le gestioni patrimoniali. I massicci deflussi netti nel Wealth Management, l’attività principale del CS, sono preoccupanti per la caduta di fiducia che vengono a significare.

Gli analisti di JPMorgan Chase & Co. e Jefferies hanno detto che i deflussi dalla gestione patrimoniale sono stati molto più gravi del previsto e hanno avvertito che la banca non è fuori pericolo. Ethos Foundation, un consulente per le deleghe, ha affermato che per ripristinare la fiducia degli investitori potrebbero essere necessari più passi di quelli finora delineati dalla banca.

Come si può ricostruire la fiducia in un istituto che recentemente non ha azzeccato una mossa e ha segnato, come sottolineava Bloomberg, pesantissime perdite nei  valori mark to market a luglio. La sfida che si troverà ad affrontare l’istituto è impressionante e non è detto che riuscirà a superarla.


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