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Cpnte vs Grillo? la triste strada del M5s verso l’irrilevanza sinistrosa

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Beppe Grillo (R) with prime minister Giuseppe Conte (L) during the presentation of the 2019 Blue Book at the Customs and Monopolies Agency, Rome, Italy, 11 September 2020. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

Non ritengo di utilizzare più di 250 parole, il minimo sindacale, per parlare della guerricciola all’inerno del M5s. Contendere finale? La riforma della giustizia, necessaria e molto morbida proposta da Draghi, anzi troppo morbida di fronte al fallimento del processo penale italiano ed gli scandali legati al CSM. Un grafico mostra tutto:

Per questioni politiche mezzo M5s, a guida Grillo, si è accordato con Draghi per appoggiare la riforma Cartabia. Di per se nulla come riforma, ma almeno un piccolo freno alla durata eterna dei processi che la fine della prescrizione avrebbe imposto. A questo punto quel che resta del movimento si è spaccato: Di Maio e Grillo sono diventati governativi, mentre Conte minaccia l’ostruzionismo in aula, lui che neppure è eletto. Che farà, pesterà i piedini da fuori palazzo Montecitorio?

Il questa fase Conte sta sabotando draghi sia per dare un senso alla propria presenza, altrimenti inutile, sia perché agisce da “Braccio armato ” del PD. I Dem non possono aprire bocca in modo palese, contro Draghi, ma è evidente la loro insoddisfazione. Il PdC si sta rivelando fin troppo equilibrato per loro che, evidentemente, si aspettavano un tappetino. La cancellazione del cashback ad esempio, poco pubblicizzata, è un colpo di spugna secco ad un cavallo di battaglia pluriennale del PD. Le nomine RAI sono di sinistra, ma comunque fatte da Draghi. Quindi Letta e i suoi capi, non potendo direttamente, mandano avanti Conte, che si trova a recitare, per la seconda volta, la funzione della testa di legno di altri.

Alla fine questa vicenda sarà la pietra tombale sul M5s che, spaccato si avvia a essere anche poco influente nell’elezione del capo dello stato. Ecco perché sinora puntano sulla non decisione di confermare Mattarella, proprio colui che li umiliò, nel 2018 sull vicenda della nomina all’Economia di Paolo Savona. Però il rischio è quello di essere irrilevanti, per cui meglio gettare la palla in curva.  Comunque il risultato è evidente: il M5s di Grillo sopravviverà, con numeri minimi, diciamo attorno, quello di conte diventerà l’ennesimo LEU o Art.1 , un partito da 1,1 %. Insieme saranno, comunque, il nulla sottovuoto. Per fortuna.

 

 

 

 

 

 


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