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COVID vs PID (Povero Italiano Deficiente): la grande sfida

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Adesso che il Corona virus siamo finalmente riusciti a importarlo in Italia, adesso che probabilmente il Covid 19 scorrazza libero e bello per le campagne padane e per i distretti industriali Lombardi, si risveglia il buon senso latente della classe politica. Adesso che i buoi sono scappati dalla stalla e i virus sono usciti dalla Cina, le nostre massime autorità si accorgono che forse è meglio mettere in quarantena chi, dall’Impero Celeste, ci arriva o chi, dopo esserci occasionalmente andato, fa ritorno da noi. “Adesso”, sottolineo. Non “prima”. “Prima” era troppo presto.

Prima hanno dovuto aspettare che la malattia mietesse qualche migliaio di vittime in un mese, che il Partito Comunista cinese mettesse in quarantena una provincia popolosa quanto l’Italia, che l’OMS paventasse una imminente pandemia mondiale. Ma “prima” non si poteva mica disporre quarantene, sapete. “Prima” c’era da mettere in sicurezza il PID, il Povero Italiano Deficiente. Il Povero Italiano Deficiente è un morbo dell’intelletto e della coscienza che, qui da noi, anziché essere combattuto e debellato, viene nutrito e coltivato.

Esso prevede una precisa gerarchia di priorità da rispettare, quando si affronta una emergenza; si badi bene: qualsiasi emergenza, dal Corona virus all’esodo dei migranti. Primo: non bisogna sembrare razzisti; secondo: non bisogna sembrare fascisti; terzo: non bisogna sembrare leghisti; quarto: bisogna essere deficienti; quinto: bisogna approntare misure razionali e di buon senso contro l’emergenza. Voi capite bene che il tempo per passare dal primo al quinto livello di guardia non è breve. E siccome l’unico step ragionevole è il quinto, ora che ci arriviamo son vuoti sia la stalla di buoi che i laboratori di virus.

Così, una classe dirigente gravemente afflitta da PID, ha sprecato i quasi due mesi trascorsi dall’inizio dell’allarme mondiale per farsi foto opportunity (con cinesi presi a caso) contro il virus della paura “fascioleghista” oppure per dileggiare i governatori delle regioni del nord rei di aver proposto quarantene preventive agli alunni a rischio. Adesso ci confrontiamo con l’inevitabile (e prevedibilissima) possibilità di un dilagare dell’epidemia anche da noi. Ma la nostra classe politica è sollevata per aver pagato la propria tassa ai deliri del politicamente corretto.

Ora –  acquietata l’ottusa coscienza del “povero italiano deficiente” che è in loro –  sono finalmente approdati al livello cinque della scala di reazione. E reagiscono: in un modo razionale (cioè  con quarantene e cinture sanitarie), ma irrimediabilmente tardivo. Però ci hanno messo in sicurezza contro quella che –  a dir loro – è la sola peste bubbonica del nuovo millennio: il razzismo fascioleghista. Questi dementi non temono tanto che noi si muoia (di Covid) ma che noi si muoia fascisti, razzisti, leghisti. A volte un italiano “populista” dovrebbe chiedersi: ma chi diavolo me lo fa fare di lottare per la sovranità di un paese dove l’epidemia di PID ha già contagiato  milioni di persone?

Francesco Carraro

www.francescocarraro.com


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