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Cosa resterà del polo delle concerie italiane? Nulla. Parte l’asta per il gruppo Mastroto.

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Dopo la cessione del gruppo Pasubio alla CVC capital un’altra gloriosa società del settore concerie si appresta ad essere ceduta. Il Rino Mastrotto Group si appresta ad andare all’asta ed interessati sono un gruppo di equity fund stranieri fra cui Alpha, Ardian, Kkr, NB Renaissance e CVC Capital Partners. In quest’ultima caso ci sarebbe un’integrazione con la Pasubio ed una concentrazione del mercato.

La Rino Mastrotto ha sede a Trissino (VI) ed è posseduta dall’omonimo imprenditore. Il fatturato complessivo è di 250 milioni nel 2017, con un EBITDA di 23 milioni ed un debito finanziario netto di 63, per cui i numeri sono tutto sommato positivi e coerenti con una valutazione complessiva del gruppo di 300 milioni.  L’asta avviene dopo che nel 2017 era stato emesso un minibond per 12 milioni di euro per l’aggiornamento dell’azienda secondo un piano scadenza 2020. Il minibond, sottoscritto da operatori istituzionali ha scadenza 2023.

Ora probabilmente un priva equity straniero prederà il controllo della Rino Mastrotto, con il rischio che se va bene il tutto venga “Razionalizzato” con Pasubio, se va male venga invece delocalizzato altrove. L’azienda è fondamentalmente sana e sarebbe un peccato vederle prendere il volo sia come proprietà sia come produzione. Appare quanto mai chiara la necessità di un ente pubblico in grado di fungere da gestore dell transizioni aziendali sia famigliari sia di riorganizzazione, per evitare che entità aziendali importanti e strategiche, a livello nazionale o di singolo territorio, prendano il volo. Un’azienda è una ricchezza che spesso richiede generazioni per essere creata, ma che può scomparire in un momento.

 

 


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