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Corea del Sud: ritorno al futuro sui mari. La nuova Portadroni ha un design di cent’anni fa
La Corea del Sud lancia la HCX-23+, una rivoluzionaria “portaerei-madre” per droni. Il suo design a doppio ponte, simile alla portaerei Kaga degli anni ’30, non è un caso: ecco perché questa scelta del passato definisce il futuro della guerra navale.

Il futuro della guerra navale, a quanto pare, ha un aspetto sorprendentemente familiare. Al MADEX 2025, il colosso della cantieristica sudcoreana HD Hyundai Heavy Industries (HD HHI) ha svelato il suo ultimo concept, la HCX-23 Plus: una “nave madre” per droni da 15.000 tonnellate che non solo ridefinisce il ruolo delle piattaforme navali, ma lo fa rispolverando un’idea che sembrava sepolta dalla storia.
La caratteristica più sconvolgente della HCX-23 Plus è la sua architettura a doppio ponte di volo. Un ponte inferiore, più corto e a prua, dotato di catapulta per il lancio di droni ad ala fissa, e un ponte superiore, più lungo, per il loro recupero e dotato di rampa. Una configurazione che fa correre la mente indietro di quasi un secolo, alle portaerei sperimentali degli anni ’20 e ’30 del Novecento.
Un’eco della portaerei Kaga
Questa linea spezzata, quasi un gradino a metà della nave, ricorda in modo impressionante le prime portaerei giapponesi, come la celebre Kaga o la Akagi. In origine, queste navi avevano addirittura tre ponti di volo sovrapposti, pensati per lanciare simultaneamente diversi tipi di aerei, più leggeri e lenti. Ecco come si presentava:
Tuttavia, quel design si rivelò presto un vicolo cieco. Con il progredire della tecnologia aeronautica, i velivoli imbarcati divennero sempre più pesanti e veloci, richiedendo piste di decollo e atterraggio molto più lunghe. Il doppio (o triplo) ponte divenne un ostacolo insormontabile. La soluzione fu radicale: la Kaga e le sue simili furono ricostruite con un unico, massiccio ponte di volo continuo, il design che divenne lo standard universale per tutte le portaerei a seguire, fino ad oggi. Purtroppo conservarono ponte di volo il legno e tubi carburante avio metallici, difetti che contribuirono alla loro distruzione a Midway.
Perché il ritorno al passato?
Perché, allora, la Corea del Sud sta tornando a un concetto che la storia della tecnologia navale aveva scartato?
La risposta sta nel cuore della rivoluzione militare in atto: i droni. Gli aeromobili senza pilota (UAV) di oggi sono estremamente più leggeri e versatili dei caccia a pistoni della Seconda Guerra Mondiale. Non necessitano di chilometri di pista per prendere velocità. Una catapulta compatta, come quella prevista sul ponte inferiore della HCX-23 Plus, è più che sufficiente per lanciarli. Separare il lancio dal recupero su due ponti distinti permette di ottimizzare le operazioni, rendendole più rapide e sicure, senza il bisogno di un’enorme e costosa superficie unica.
Una Scelta Nata dalla Necessità
La HCX-23 Plus, lunga 200 metri, non è solo un’acrobazia ingegneristica. È la risposta pragmatica di Seul a due sfide colossali: l’avanzata tecnologica e la crisi demografica. Il programma originale per una portaerei leggera tradizionale (CVX) è stato di fatto messo in discussione proprio perché una nazione con una forza lavoro in calo fatica a trovare le migliaia di marinai necessari per gestire una portaerei convenzionale.
Questa nuova nave madre, invece, è progettata per operare con un equipaggio ridotto a circa 100 persone. Sarà un hub iper-tecnologico per il comando e controllo di un’intera flotta di sistemi senza pilota: droni aerei (UAV), di superficie (USV) e sottomarini (UUV), che possono essere lanciati anche da un bacino allagabile a poppa. La sua difesa è affidata a sistemi di protezione ravvicinata e a droni intercettori, mentre la copertura aerea a lungo raggio sarà garantita da altre navi della flotta.
HD Hyundai non si ferma qui e sta già lavorando a un concept da 32.000 tonnellate. La Corea del Sud sta tracciando una nuova rotta, dimostrando che a volte, per fare un balzo nel futuro, è necessario guardare con intelligenza alle soluzioni del passato, adattandole a un mondo radicalmente cambiato. Quello che fu un limite per i pesanti aerei di ieri, diventa oggi un punto di forza per i leggeri sciami di droni di domani.
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