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Corea, istruzioni per l’uso

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In pochi sanno cosa sia in realtà la DMZ, eppure la si vede ogni giorno nei telegiornali: è quella emblematica striscia di terra larga 8 km e lunga 250 che separa le due Coree, quella del Nord e quella del Sud, con due unici punti aperti: quello verso la città nordcoreana di Kaesong, piccolo avamposto capitalista della Hyundai oggi chiuso a causa delle crescenti tensioni tra i due governi (per meglio dire, tra Washington e Pyongyang), e la JSA. Che cos’è? È l’acronimo di Joint Security Area.

La JSA, sita a Panmunjon, è composta da diversi fabbricati in cui hanno luogo incontri ufficiali, negoziati, dialoghi ecc tra le due controparti. Gestita dagli americani e sud coreani da un lato e da cinesi e nord coreani dall’altro, è un luogo senz’altro carico di elettricità e che lascia col fiato sospeso appena ci si trova davanti alla linea di demarcazione del confine (nella foto di seguito, a sinistra il Nord mentre a destra vi è il Sud). Data la fuga del disertore del 13 novembre scorso, il Nord ha sospeso tutti i tour dal suo lato della JSA, il cui accesso è limitatissimo, ed aumentato la sicurezza nelle zone circostanti. Il Sud, in risposta, ha rafforzato le difese. Parlando sempre per il Sud, bisogna prenotare con largo anticipo presso un’agenzia, prepararsi a pagare una cifra non indifferente per l’intero pacchetto (i viaggi fai da te sono vietati) e prendersi un’intera giornata. I passaporti vengono controllati quattro volte: quando si prenota, quando si parte, quandi si entra nella DMZ e quando si arriva alla JSA. Lo stesso al ritorno.

Come si vive a Seoul in queste settimane? Decisamente bene in quanto spensieratezza, gioventù e voglia di fare la fanno da padrone (costruiscono in una maniera impressionante linee della metro e palazzi alla velocità della luce). Se la mattina si può davvero constatare l’esatezza del soprannome di questa terra (la patria del quieto mattino, in quanto fino alle 9 – 10 la città letteralmente dorme), lo stesso non si può dire della sera: tutto si trasforma, le luci al neon si accendono e le scritte in coreano, sconosciute ai più, diventano gli strani quanto eleganti ornamenti di una città poco conosciuta nel mondo, ma che può tranquillamente rivaleggiare con Tokyo sia per il PIL pro capite che per la sicurezza e la qualità complessiva della vita. Di Pyongyang non si sente quasi nulla, sebbene dall’Italia giungono sempre più notizie dalle quali traspare una guerra imminente, ma che qui vien combattuta bevendo, rilassandosi o lavorando indefessamente. Probabilmente non è il posto migliore per metter su famiglia (le difficoltà non mancano, ma basta sapersi organizzare), ma di certo la paura del vicino Nord non deve scoraggiare nessuno, dai più piccoli ai più grandi, dal desiderio di visitare questo incredibile stato qual è la Corea del Sud (viaggi INPS compresi). In foto, la Corea del Nord al di là del fiume.



L’economia sudcoreana cresce a ritmi serrati ed è la III economia d’Asia e la popolazione è la II più ricca subito dopo il Giappone. L’IVA al 10% e l’equivalente dell’IRES al 22% (ma si parla di ridurla per attrarre sempre più capitali stranieri) ed un’economia solida e tecnologicamente avanzata permette a questa piccola nazione (grande un terzo dell’Italia) di sopravvivere in mezzo ai due giganti Cina e Giappone, con cui ha degli ottimi rapporti commerciali.  Da non sottovalutare il fatto che qui la legge c’è e funziona e se si delinque si finisce subito sotto processo: lo stato di diritto quindi esiste. Insomma,  se ci si accontenta, ci si sa adattare (il cibo in primis) e si ha pazienza (ma molta pazienza…), allora si può tranquillamente affermare che si sta bene. Davvero bene. Anche con un vicino come Kim!


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