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Economia

Cop29: i paesi produttori di petrolio stanno bloccano i colloqui per la limitazione nell’uso dei combustibili fossili

A novembre si aprirà Cop29, la conferenza sul clima in Azerbaigian, paese che fonda la propria ricchezza su gas e petrolio. E i paesi produttori di idrocarburi stanno già bloccando dei passi avanti, rendendo la conferenza uninutile formalità

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Diversi grandi Paesi produttori di petrolio, tra cui l’Arabia Saudita e la Russia, stanno ostacolando i colloqui su un accordo al prossimo vertice sul clima COP29 per mitigare l’uso dei combustibili fossili, hanno dichiarato al Financial Times i negoziatori dei Paesi occidentali.

Il gruppo di nazioni ricche di petrolio, che comprende Arabia Saudita, Russia e Bolivia, sta ostacolando gli sforzi per i colloqui sulla riduzione graduale dei combustibili fossili. La COP29 si terrà a novembre in Azerbaigian, che dipende fortemente dalle vendite di petrolio e gas per la sua crescita economica. Una scelta significativa su quelli che saranno i risultati.

Il precedente vertice sul clima, il COP28, che si è protratto per un giorno in più tra accesi dibattiti sul futuro dell’uso e della produzione di combustibili fossili, si è concluso con un testo di compromesso in cui si fa riferimento per la prima volta a un appello a tutte le parti per la transizione dai combustibili fossili.

Gli Emirati Arabi Uniti, che ospitano il vertice e che sono anche uno dei principali produttori ed esportatori dell’OPEC, hanno salutato il “consenso degli Emirati Arabi Uniti” come un accordo storico per la riduzione delle emissioni.

Il testo finale adottato dai Paesi fa riferimento, per la prima volta in simili dichiarazioni del vertice, a un esplicito invito alla transizione dai combustibili fossili.

Ma l’accordo finale è stato annacquato rispetto a qualsiasi riferimento all’eliminazione o alla riduzione graduale dei combustibili fossili, poiché le obiezioni di molti Paesi esportatori di petrolio – guidati dall’Arabia Saudita – hanno frenato i colloqui negli ultimi giorni e mandato la conferenza ai supplementari.

La Conferenza delle Parti “Riconosce inoltre la necessità di riduzioni profonde, rapide e sostenute delle emissioni di gas a effetto serra in linea con un percorso di 1,5 °C e invita le Parti a contribuire ai seguenti sforzi globali, in modo determinato a livello nazionale, tenendo conto dell’Accordo di Parigi e delle loro diverse situazioni, percorsi e approcci nazionali”, si legge nel testo adottato lo scorso anno.

L’Arabia Saudita e il suo gigante petrolifero statale Aramco hanno ripetutamente affermato che il settore energetico e i dibattiti dovrebbero concentrarsi su come ridurre le emissioni e non sulla riduzione della produzione di petrolio e gas.

A questo punto querste conferenza stanno diventando sempre più solo un’occasione mondana, una sorta di grande festa organizzata dai paesi produttori di petrolio. Una situazione che sarebbe ridicola, se non fosse pagata dai cittadini dei paesi ONU.


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