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Controeditoriale a Scalfari: il suo attacco alle diseguaglianze nasconde enorme ipocrisia (e nuove tasse). E tante colpe della casta a cui egli stesso appartiene.

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A leggere gli editoriali di Scalfari si impara sempre qualcosa: anche oggi il patron di Repubblica ci ha stupito con un’interpretazione della realtà che lascia esterrefatti, nemmeno la disinformatio di sovietica memoria arrivava a tanto. Cito: “…Ci sono altri modi di procedere per adeguare gli impegni suggeriti (ma a questo punto direi imposti) dall’Europa e dalla Bce? Ci sono. Riguardano anche i lavoratori dipendenti ma non soltanto e non soprattutto. Riguardano in prima linea il capitale e i suoi possessori, riguardano la finanziarizzazione delle aziende, riguardano nuovi progetti, nuovi prodotti, nuove tecnologie e nuovi investimenti. Riguardano la diminuzione delle diseguaglianze e lo sviluppo del volontariato produttivo oltre che quello assistenziale. Riguardano nuove energie, e la lotta all’evasione senza sconti. …”.

Dunque, ricapitoliamo, l’Europa tedesca per Scalfari è l’unico riferimento, maestra di tutte le virtù e obiettivo a cui la razza italica deve tendere. Bene, per quanto mi riguarda – dati alla mano, vedasi il prosieguo – questa è una immane cazzata, scusate il francesismo. Quello che Scalfari sta dicendo è che in Italia esiste più diseguaglianza che in Germania ed in Europa: questo è totalmente falso, la distribuzione della ricchezza è molto migliore nel Belpaese, vedasi grafico e tabella.

Inoltre il dominus di Repubblica implica che l’Italia ha enorme evasione fiscale: argomento assai discutibile, rifacendosi alla dimensione dei depositi di denaro non dichiarato in Svizzera la Germania e la Francia superano tranquillamente l’Italia!  [elbaorazione di G. Zucman, http://www.amazon.fr/La-richesse-cach%C3%A9e-nations-Enqu%C3%AAte/dp/2021114317/]

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Scalfari afferma che dobbiamo fare tutti sacrifici, ecco forse qui teoricamente ha ragione ma in realtà non ci dice che i sacrifici li devono fare solo le masse con il fine di mantenere le caste come quelle che lui ben rappresenta (rammento che il suo editore, Carlo Debenedetti supporta l’idea di una patrimoniale, tanto lui vive in Svizzera e non la pagherà, non c’è null’altro da aggiungere). Scalfari ci fa capire anche che, appunto, dobbiamo attenderci una tassa sul capitale, leggasi patrimoniale, la regina delle tasse in una assetto post comunista.

Ma dopo aver inanellato un’infinità di falsità [mi sembra di averle smontate con i fatti] comunque non ci dice l’obiettivo finale di tanta retorica ossia la restaurazione dei poteri forti. O meglio, oggi Renzi sta andando contro ai presupposti per cui è stato promosso primo ministro: doveva favorire l’Europa approvando l’austerità, la quale di conserva impoverisce gli italiani – la gran massa – permettendo la sedimentazione di un elite tradizionale affidabile verso l’estero.

Ed invece, anche grazie al supporto imprevisto del Cavaliere, Renzi sta andando contro l’austerità euro imposta avendo chiari gli interessi di chi lo vota ossia l’interesse della cittadinanza in generale piuttosto che quelli dei pochi che suppostamente dovrebbero essere predestinati ad “indirizzare”, quindi andando contro all’Europa tedesca (accettare il fiscal compact sarebbe un suicidio): il sindaco fiorentino si è accorto che senza una colpo di reni, senza una reazione il suo nome sarà storicamente associato alla disfatta dal Belpaese e questo per un fiorentino che si rispetti è totalmente inaccettabile, essere associato al Savonarola! Dunque ecco la reazione: un rotondo no all’austerità, un no a questa Europa a trazione tedesca e un altrettanto rotondo si ad una collaborazione col Cavaliere (la prossima legge di stabilità semplicemente non prenderà in considerazione il fiscal compact, aspettare per credere – e qualcuno a nord comincia ad innervosirsi, assieme al successo degli euroscettici tedeschi -).

Nelle prossime settimane Renzi avrà tutti contro, a partire dai media di proprietà di coloro che maggiormente hanno tratto vantaggio dalla conversione degli enormi patrimoni originariamente espressi in lire e convertiti in solidi pseudo marchi circa quindi anni or sono: trattasi soprattutto delle grandi famiglie, dei veri poteri forti torinesi. E vi anticipo quali saranno le testate mainstream che andranno contro Renzi e contro l’idea di negare l’austerity, oltre che ad attaccare la strana maggioranza che lo sostiene: La Stampa, Il Corriere della Sera, una parte del Sole 24 Ore (quello che risponde a Torino, tra cui sembrerebbe appartenere la redazione), probabilmente il Secolo XIX, Repubblica, parte dell’Espresso, l’Economist e gran parte della stampa finanziaria britannica dove gli eredi dell’Avvocato la fanno da padrone con le proprie partecipazioni azionarie. A queste si aggiungano coloro che collaborano dall’interno al disegno “intimidatorio” [lato italiano] con obiettivi politici, ovvero coloro che hanno avuto garanzie di governo futuro nel rispetto di tale disegno, leggasi l’ala sinistra del PD, certamente Napolitano.

A latere di quanto sopra va detto che l’editoriale di oggi è scritto davvero bene, fantastico l’esempio del presepio di casa Cupiello. Peccato che tale artifizio dialettico venga usato per gabbare gli italiani, in ogni caso non posso che fare i complimenti all’ottimo narratore. Per quanto riguarda i contenuti, beh, lasciamo stare.

L’unica scusante che concedo a Scalfari è la senilità: lui ben rappresenta il fallimento della sua generazione nel creare un’Europa sulla base dei nobili ideali post bellici di un Europa solidale e felice, quindi comprendo come il suo debito di tempo lo costringa a proporre soluzioni tanto radicali quanto spicce (Scalfari ha 90 anni, non ha molto tempo a disposizione prima di essere dovutamente dimenticato –  e ditemi voi per una società che vorrebbe evolvere in senso moderno che senso ha sentirsi far la morale da un novantenne (con tutto il rispetto) storicamente corresponsabile della situazione attuale, magari Scalfari desse l’esempio andandosene in pensione e lasciando spazio ai giovani!!!). Per inciso, tali ideali Europei fondamento del Trattato di Roma sono stati traditi e/o restano comunque secondari alla perpetrazione dei tradizionali interessi di casta, per inciso gli stessi che ci portarono a dichiarare la seconda guerra mondiale. Rammento che, come ripete da tempo Papa Francesco, oggi stiamo dichiarando la terza guerra mondiale sotto mentite spoglie (…). Ma questa volta credetemi che noi persone di pace, di ideali e soprattutto di buona volontà cristiana faremo di tutto per ricordare ai posteri nomi e cognomi di coloro che stanno affossando il Paese che ci ha dato i natali. E’ un vero peccato che all’atto della futura resa dei conti statisticamente Scalfari sarà già trapassato: mai più un’impunità come quella riservata agli ex fascistissimi riciclati dopo il ’45.

Ai posteri l’ardua sentenza, a noi spetta preservare la memoria per chi dovrà giudicare.

Mitt Dolcino


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