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Contributi a fondo perduto per gli stagionali: 3 miliardi bloccati, nessuno ha preso i soldi

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Se i regolamenti attuativi sono scritti male i soldi stanziati, cioè presi ai cittadini dalle tasso o in prestito,  restano inutilizzati, aggiungendo beffa al danno derivante dal covid-19. Eppure è quanto sta accadendo in Italia con gli aiuti ai lavoratori ambulanti.

Il  decreto sostegni (il dl 73/2021) aveva introdotto una forma di sostegno per le attività stagionali danneggiate dal covid-19, con una cifra sicuramente non irrisoria, 3m4 miliardi di euro, eppure questi soldi sono rimasti per ora nelle casse dello stato e solo un pugno di contributi è stato effettivamente utilizzato: infatti attualmente al maggior parte delle istanze risulta ancora nello stato di lavorazione in corso o di completamento dell’istruttoria, mentre le Attività sono ormai chiuse e a fine stagione, comunque.  Eppure i termini sono già scaduti,  perché secondi la circolare n. 175776/2021 pubblicato lo scorso 2 luglio, le domande potevano essere trasmesse a partire dal giorno 5 luglio 2021 e non oltre il giorno 2 settembre 2021.

A questo punto c’è il rischio oggettivo che una parte consistente dei 3,4 miliardi stanziati tornino a essere dei “Residui attivi”, termine che comprende i fondi stanziati e non spesi e che non indicano un risparmio, ma il fallimento della misura, perché se i soldi non possono essere  neanche spesi, allora vuol dire che la norma è stata scritta senza tener conto della realtà. Eppure l’idea copriva una necessità di partenza reale, tangibile, cioè fornire una misura alternativa ad attività che avrebbero potuto accedere ai ristori ordinari, ma solo in modo limitato per la natura temporanea delle attività. Anche concettualmente non era sbagliata, in quanto i ristori erano proporzionali alla perdita di fatturato, ma, evidentemente, la burocrazia collegata era eccessiva e ora si rischia di non utilizzare miliardi altrimenti utilissimi.

 

 


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