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DI MAIO E LA TURCHIA, ovvero Il “Ruggito del Topolino”

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LUIGI DI MAIO M5S

Erdogan è riuscito in una missione impossibile: far ruggire il topolino. Sono quattro anni che la Turchia del Sultano provoca l’Europa in ogni modo: prima facendoci invadere da un milione e mezzo di rifugiati, quindi , due anni fa, scacciando la nave ENI regolarmente autorizzata alle prospezioni minerarie nella Zone Economica Esclusiva di Cipro, quindi iniziando prospezioni nelle stesse aree, minacciando l’utilizzo della marina militare per tutelare i propri interessi, quindi, ora, minacciando di far invadere il Vecchio Continente con 3,5 milioni di rifugiati da lui stesso creati con l’invasione del Nord Est della Siria. Dopo innumerevoli provocazioni Di Maio è intervenuto: “Ricatto inaccettabile”.

Il risultato che otterrà il nostro ministro degli esteri sarà uguale a quello ottenuto dai suoi ininfluenti predecessori, Alfano e Moavero Milanesi: UN BEL NULLA.  Un capo di stato che ha praticamente tacitato, sciogliendola ed arrestandola l’opposizione, che non si fa nessun problema di invadere un paese straniero per, come hanno detto i suoi generali “Modificarne la demografia” (leggasi farne pulizia etnica), che se ne frega della teorica appartenenza alla NATO, che non si è fatto problemi di occupare militarmente una parte di un latro paese confinante, secondo voi si impressionerà delle comunicazioni di Di Maio? Secondo voi reagirà impaurito a Juncker o alla Mogherini? Siamo seri, su

Neppure Trump, con le sole minacce economiche, ha ottenuto nulla negli ultimi due anni della manfrina relativa agli S400 russi. Ora si disimpegna, ed a regione: cosa ha da guadagnarci nell’impegnarsi in un quadrante a diverse migliaia di chilometri da casa propria dove poi difficilmente potrebbe intervenire militarmente. Perchè poi dovrebbe intervenire? I suoi nemici sono tutti interni, non esterni. Perchè dovrebbe spendere una sola vita in un quadrante dove, comunque, ha un fedele alleato in Israele?

Quindi il problema ricade sulle deboli spalle dei vari ministri degli esteri europei, piccoli politicanti il cui orizzonte strategico, quando va bene, è il mese, quando va male la settimana. Se l’Europa avesse una visione strategica capirebbe che l’Egeo ed il Mediterraneo Orientale sono, come da millenni, la sua vera frontiera, esattamente come lo era dai tempi della Guerra di Troia, delle Guerre Persiane, della difesa veneziana di Cipro e di Creta. Quindi domani avremmo una squadra navale europea di fronte a Cipro ad affermare che esiste un limite alla prepotenza, all’aggressione ed al genocidio. Invece avremo solo un mare di parole e di pugnetti battuti sul tavolo. Come sempre da politici, potranno scegliere tra vergogna e guerra e sceglieranno la prima, ottenendo la seconda. 

 

 

 

 


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