Seguici su

Attualità

Complimenti a Barnier ed alla May, l’hard brexit si avvicina. L’Italia DEVE trattare un bilaterale.

Pubblicato

il

 

l voto di ieri alla Camera dei Comuni ha messo in chiaro due elementi, con due vittorie parlamentari della MAy:

a) la May ha avuto un’autorizzazione a discutere un nuovo accordo che blocchi il Backstop al confine irlandese, cioè che, praticamente, faccia si che l’Irlanda de Nord prenda parte anche lei al Brexit, se ciò è voluto la Londra;

b) Non vi sarà rinvio alla data della Brexit (29 marzo) anche se , sul punto, la Camera può fare retrofront in futuro.

Quello che sembra il cuore del problema è proprio il Backstop con la frontiera irlandese. Vediamo i due punti di vista contrapposti:

  • L’Unione Europea non vuole che la frontiera Irlanda del Nord- Repubblica d’Irlanda rimanga aperta se nel Nord non vengono applicate le normative europee, lasciando la regione ancora sottoposta ai vari standard/norme di Bruxelles. Ecco perchè si parla di Backstop, cioè di sospensione, di frenata, perchè la UE pretende ce la zona , commercialmente, rimanga parte dell’Unione se vuole avere libere frontiere.
  • Il Regno Unito, nel cui governo siedono gli Unionisti di Belfast, vogliono invece una soluzione di fronteire aperte ma senza il backstop. Cioè che vi sia un libero passaggio, o quasi libero, di merci dal sud al nord ma senza che l’Ulster sia una sorta di zona franca sotto il dominio della UE.

Ora è chiaro che il timore inglese è quello che, in modo tacito, l’Ulster sia fatto uscire dal regno Unito ed annesso alla Repubblica d’Irlanda con la scusa delle normative commerciali europee. Dall’altro l’Unione ha il timore, piuttosto curioso, che una frontiera aperta possa permettere il passaggio incontrollato di qualsiasi cosa. Si tratta di un timore curioso per un’Unione che ha come unico elemento unificante un liberismo sfrenato ed un capitalismo senza freni.

In un paese normale un accordo si troverebbe in 10 minuti, ad esempio accettando il libero scambio, ma monitorandolo e sospendendolo che il volume dei traffici venisse ad acquisire volumi sospetti rispetto a quelli ante Brexit, ma lasciando libero il Regno Unito di imporre la propria legislazione: in questo  modo si combinerebbero sovranità, libertà degli scambi e lotta contro i “Furbetti”. Dato che però la questione si ammanta di nazionalismo da un lato, e di paura di perdere il posto a Bruxelles dall’altro, capite che il problema si complica.

In quest’ottica deve essere inquadrato l’intervento del presidente del Consiglio europeo Tusk , che ha detto: “Il Backstop è parte dell’accordo di uscita, e non è aperto a negoziazioni” Una bella posizione morbida seguita da Juncker e da svariati membri del parlamento europeo. In realtà pare che, senza una qualche Lobby a indicare la strada, a Bruxelles non riescano a negoziare un accordo che qualsiasi ministero degli esteri medio avrebbe concluso in una settimana….

Fatta questa premessa, cosa deve fare l’Italia? Il nostro Paese, con le centinaia di migliaia di cittadini sul territorio britannico, con l’ampio surplus commerciale ed agroalimentare, è quello che ha più da perdere da un Hard Brexit, almeno nel breve periodo. Rischiamo di essere noi a pagare le mene ispano-franco-irlandesi, quando non abbiamo nessun problema di carattere diplomatico o storico aperto con Londra. Dato che ogni giorno che passa diventa sempre più probabile un’uscita senza accordi è necessario negoziare un accordo preferenziale che garantisca i nostri esportatori ed i nostri cittadini. Moavero Milanese dovrebbe smetterla di allinearsi a mo’ di pelle d’orso in una baita alle posizioni di Bruxelles, ed iniziare a curare, come fatto in Libia, gli interessi nazionali. Non violerebbe i trattati europei un accordo bilaterale che entrasse in azione, in modo automatico, in caso di mancato accordo in sede europea, anche magari concedendo facilitazioni e garanzie ai cittadini britannici che volessero abbandonare la Spagna per stabilirsi nel nostro Mezzogiorno. Cerchiamo di non faci del male, per questo bastano, ed avanzano, i nostri partner.

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Telegram
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.

⇒ Iscrivetevi subito