Economia
Come l’Oro potrebbe permettere al Governo USA un trucco finanziario da 1000 miliardi di dollari
Il trucco contabile da 1000 miliardi di dollari che potrebbe salvare i conti USA. Nascosto nelle riserve auree c’è un tesoro che, con una firma, può diventare liquidità e cambiare le regole del gioco per il debito pubblico.
L’oro ha avuto una rivalutazione enorme nell’ultimo anno raggiungendo, per una serie di motivi, dal timore di svalutazione alla perdita di peso del dollaro come riserva bancaria, dei valori elevatissimi e sfiorando i 4000 dollari all’oncia:
Questo pone un problema e un’opportunità per quelle banche centrali, come quella americana, che non hanno rivalutato di recente il valore delle proprie riserve. Un esempio eclatante è il Governo deglio Stati Uniti: il valore a prezzo di mercato delle sue riserve auree ha superato i 1000 miliardi di dollari, come indicaquesto grafico da Zerohedge:
Si tratta di oltre 90 volte il valore riportato nel bilancio del governo, pari a solo 11 miliardi, e sta riaccendendo le speculazioni sul fatto che il Segretario al Tesoro Bessent potrebbe rivalutare (mark to market) l’enorme quantità di metallo prezioso.
Perché parliamo del Governo? a differenza della maggior parte dei paesi, l’oro degli Stati Uniti è detenuto direttamente dal governo, piuttosto che dalla banca centrale.
La Fed detiene invece certificati aurei corrispondenti al valore delle riserve del Tesoro e in cambio accredita al governo dollari. Lo ha in affidamento, ma la proprietà è del Governo. L’oro permette di finanziare il Treasury General Account (TGA) il conto di finanziamento del Tesoro presso la Banca Centrale.
Ciò significa, che un aggiornamento del valore delle riserve in linea con i prezzi odierni libererebbe circa 990 miliardi di dollari nelle casse del Tesoro, riducendo drasticamente la necessità di emettere così tanti titoli del Tesoro quest’anno.
Sebbene il segretario al Tesoro Bessent abbia inizialmente respinto il suggerimento, un trilione di dollari qui e un trilione di dollari là si sommano e non sarebbe affatto senza precedenti. Come riporta Bloomberg, Germania, Italia e Sudafrica hanno tutti deciso di rivalutare le loro riserve negli ultimi decenni, come discusso in una nota di agosto di un economista della Federal Reserve.
La rivalutazione dell’oro statunitense avrebbe implicazioni sia per il bilancio del Tesoro che per quello della Fed.
- Tesoro degli Stati Uniti: le attività aumenterebbero del valore della rivalutazione dell’oro e le passività aumenterebbero dell’ammontare dei certificati aurei emessi alla Fed.
- Federal Reserve: le attività aumenterebbero del valore dei certificati aurei e le passività aumenterebbero dell’accredito di contante nel saldo di cassa del Tesoro. Ed ecco il punto cruciale: l’impatto sul bilancio della Fed sarebbe simile al QE, anche se non sarebbero necessari acquisti sul mercato aperto e la crescita delle passività della Fed sarebbe inizialmente nel TGA.
In altre parole, la soluzione migliore: un’operazione simile al QE, che vedrebbe la Fed convogliare silenziosamente quasi 700 miliardi di dollari in contanti al Tesoro… ma senza fare nulla!
In definitiva, una rivalutazione dell’oro aumenterebbe le dimensioni dei bilanci sia del Tesoro che della Fed e consentirebbe di utilizzare il TGA per le priorità del Tesoro (ad esempio, SWF, pagamento del debito, finanziamento del deficit, ecc.). Nel frattempo, la Fed e il Tesoro tirerebbero fuori dal nulla circa 990 miliardi di dollari da spendere per qualsiasi cosa, tutto perché il Tesoro concorda che il valore equo dell’oro è… il valore equo dell’oro.
Inutile dire che una rivalutazione dell’oro sarebbe vista dal mercato come non ortodossa, se non del tutto inaspettata. L’oro statunitense non è stato rivalutato da decenni, probabilmente per proteggersi da
- la volatilità dei bilanci del Tesoro e della Fed
- le preoccupazioni sull’indipendenza dell’autorità fiscale e monetaria.
Secondo nientemeno che Mark Cabana, ex membro dello staff della Fed di New York e uno dei più influenti esperti della Fed, una rivalutazione dell’oro potrebbe causare il rimborso del TGA in modi che alimenterebbero l’attività macroeconomica, l’inflazione del rischio e aggiungerebbero liquidità in eccesso al sistema bancario (un TGA più elevato finirebbe per aumentare le riserve della Fed o i saldi ON RRP). In sostanza, la rivalutazione dell’oro faciliterebbe sia la politica fiscale che quella monetaria (a parità di tutte le altre condizioni).
La rivalutazione dell’oro è possibile (e certamente probabile dopo i precedenti commenti di Bessent), ma solleva questioni legali, “potrebbe non essere ben accolta dal mercato poiché equivarrebbe a un allentamento delle politiche fiscali e monetarie + erosione dell’indipendenza fiscale/monetaria” (sì, QE con qualsiasi altro nome…). E, non senza ironia, la rivalutazione dell’oro farà anche salire alle stelle il prezzo dell’oro (per non parlare del bitcoin e di qualsiasi altra cosa che potrebbe essere successivamente rimonetizzata). Questo perché comunque verrebbe letta come l’emissioni di nuova moneta e quindi vista in senso inflazionistico.
Pertanto, BofA continua a ritenere improbabile la monetizzazione degli asset statunitensi fino a quando Bessent non fornirà dettagli più credibili su come intende “monetizzare il lato delle attività del bilancio degli Stati Uniti”. Tuttavia, avendo compreso che Trump agisce molto rapidamente e distrugge tutto ciò che incontra sul suo cammino, siamo convinti che le probabilità di una rivalutazione dell’oro siano in aumento e che questo sia uno dei motivi principali per cui l’oro viene scambiato a poco meno di 4000 dollari…
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