Euro crisis
Come la Grecia è arrivata al default: una piccola crono-sintesi per capire cosa ci sta dietro. Ed evidenziare gli interessi esteri finalizzati a che non uscisse dall’Euro
Premetto che sono della stessa opinione di W. Munchau, alla Grecia conviene più uscire dall’euro facendo default che restarci, vedere l’articolo del columnist del FT*. Il problema vero è che quanto sta finalmente accadendo in queste ore lo stiamo suggerendo da almeno un paio di anni, ma questo è un dettaglio. Se poi vogliamo dirla tutta ritengo che anche all’Italia converrebbe fare la stessa cosa, con la piccola differenza che non si potrebbe e dovrebbe fare default sui BTP per uscire dall’euro, basterebbe ripagare a mark to market il debito estero con lo spauracchio della SUCCESSIVA riconversione in lire, ma anche questa è un’altra storia.
A questo aggiungiamoci che i consumi dei periferici e quindi anche greci pre-2008 in ambito euro facevano molto comodo, anche e soprattutto in relazione agli investimenti in cui anche gli esteri erano co-interessati, assieme alle elites locali: parlo delle Olimpiadi di Atene, parlo delle forniture di sommergibili tedeschi, parlo delle forniture di carri armati tedeschi, parlo delle infrastrutture, parlo delle forniture di armi tedesche (l’esercito greco ha sottomarini, carri armati ed armi leggere tutti made in Germany, oltre ad autostrade date in concessione ai francesi dopo averle costruite, o aeroporti dati in conessione ai Tedeschi di Fraport dai predecessori di Tsipras****** etc.).
E si noti che le immancabili tangenti pagate ai cointeressati locali – dovrei chiamarli forse collaborazionisti? – da, ad es., Siemens*** sono state provate da varie corti di giustizia elleniche in tempi non sospetti, ossia prima della salita al potere di Tsipras. Guarda caso quasi tutta la classe dirigente pre-Tsipras era praticamente, direttamente o indirettamente, coinvolta nel malaffare, a prova di ciò vedasi le varie sentenze di condanna.
Premetto che a guardare le statistiche Siemens sembrerebbe una habituè a livello gobale ad ungere le ruote, vedasi immagine, segue:
Ma la cosa interessante viene dopo. Ossia, successivamente al 2010 quando il vaso di coccio greco iniziò a creparsi stretto nella morsa dei vasi de fero EU che avendo prestato troppo per alimentare i consumi a loro vantaggio [come nel caso tedesco sopra citato] non riuscivano ad uscire dalla crisi subprime a causa delle loro banche tecnicamente fallite (encore, banche tedesche ma non solo, certamente NON le banche italiane che ai tempi erano sanissime, ndr), i governanti greci che poi avallarono la suicida austerity erano gli stessi che avevano fatto lo scempio precedente, al di fuori di Papandreu che forte di una tradizione politica famigliare all’alba della crisi si era inevitabilmente avvicinato a valori minimamente patriottici una volta scorto il pericolo mortale di quello che stava bollendo in pentola, infatti è stato fatto fuori (vedremo dopo come). Non che Papandreu fosse un santo e nemmeno un benefattore del popolo ma quando si sono accumulati tali e tanti risparmi da una vita in politica (…), con l’enorme esperienza accumulata in svariate generazioni di politici, con i legami famigliari probabilmente aveva capito che non bisognava assecondare quella Europa impantanata in una crisi che avrebbe portato al fallimento delle loro banche, ergo si doveva fare assolutamente qualcosa per evitare di esserne vittima (Andreotti immagino avrebbe fatto lo stesso). Ossia, magari l’Europa stava elaborando proprio in tale frangente (2010) il progetto di trasferire i debiti contratti dalle sue banche in Grecia – tedesche assieme a quelle Francesi – in pancia alle istituzioni europee, come è poi successo facendo pagare il conto a tutti i paesi EU.
Ma il dettaglio diabolico non sta nemmeno qui: per impedire che si creassero coalizioni locali come quella di Tsipras nel 2015 l’Europa capeggiata dall’asse franco-tedesco è arrivata a far circolare una lista di nomi di greci evasori ex-HSBC con depositi all’estero [sembra opportunamente filtrata dei nomi che comandavano, o così sembrerebbe da quanto emerso dall’inchiesta di HOTDOC****, ndr]. I governi amici di Samars/Venizelos vanno dunque contestualizzati (…).
Ricordiamo che Mme Lagarde è stata nominata all’FMI nel mezzo della crisi dopo aver disarcionato un politico che sarebbe certamente stato poco propenso a fare certi giochetti in quanto mirava all’Eliseo, Strauss Kahn, esso stesso vittima di qualcosa di simile ad un complotto per toglierlo dalla testa dell’FMI se verifichiamo finalmente che è stato assolto dai tribunali USA per le colpe a lui imputate, ma non dopo un enorme sputtanamento [vi ricorda qualcosa/qualcuno magari?]. E come non citare il caso dei deputati ellenici che sono stati comprati – ci hanno provato – da un ex collaboratore di Deutsche Bank in Grecia, come indicato in articoli citati*****. E questi voti all’incanto erano finalizzati a che un governo come quello di Tsipras non andasse al potere in Grecia, infatti vedremo chi si troverà con le ossa rotte alla fine della storia dell’uscita dall’euro voluta da Varoufakis & Co.…
Quanto vediamo oggi sui giornali sembra essere il frutto di tale blasfemo progetto e Tsipras rappresenta la reazione, la dignità europea. E’ per questa ragione che temo un golpe in Grecia, per ora evitato solo grazie agli equilibri non economici ma geostrategici da mantenere nell’area (leggasi interessi USA nel Mediterraneo orientale).
Ossia, letta in termini pragmatici possiamo tranquillamente dire che l’Europa tedesca era assolutamente interessata ad avere un governo greco che non uscisse dall’euro – pur mandando in miseria il Paese – e questo fin dai tempi del governo Venizelos/Samaras, avendo però sottovalutato il fattore Tsipras e la rabbia della gente non solo di sinistra che lo sostiene. E aggiungo, magari dopo aver constatato che questo governo ellenico ha dalla sua una dignità di difendere che non si misurea in euro, ossia non si fa comprare.
In tutto questo devo ancora sentirmi dire che la colpa è dei greci, che la colpa è solo della Grecia: se ad un drogato vendo dell’eroina certamente la colpa è sua che la compra e la usa ma chi la vende se lo prendono sta in gabbia 20 anni! Dunque, certamente ad Atene avrebbero potuto fare riforme magari simile a quelle tedesche, di fatto l’unico paese che le ha fatte veramente e soprattutto per tempo in EU (l’unico). Ma l’Europa prima del 2008 non aveva richiesto alcunchè, come mai? Forse perchè si necessitava di consumi che ad es. in Germania non c’erano perchè si erano tagliati gli stipendi? Infatti scopriamo oggi che molto probabilmente c’era un piano in tutto questo attivismo tedesco, nelle azioni tedesche, il fine probabilmente era arrivare precisamente a dove siamo ora, il dominio tedesco in Europa [fatto salvo Tsipras]. Anche perché non solo in Grecia le riforme dall’entrata dell’euro non sono state fatte ma nemmeno in Italia, in Portogallo, in Spagna, addirittura in Francia. Solo Madrid, dopo che la crisi deflagrò, fece qualcosa ma la verità che i media non vi dicono è che il Paese di Don Quijote cresce solo statisticamente e grazie ad immane deficit pubblico accumulato negli ultimi 6 anni (ca. 500 mld di euro, avesse potuto farlo l’Italia…), la gente che fino a due anni fa guadagnava 1000 euro al mese oggi ne guadagna 600 ed i consumi locali semplicemente non ci sono; ripresa effimera la loro, aspettate due anni e mi direte.
Oggi i greci un merito ce l’hanno, enorme: hanno tirato fuori gli attributi, hanno escluso le elites locali, hanno parlato in nome degli interessi del paese che non possono essere quelli di 10 o 50 famiglie possidenti interessate a mantenere l’euro pur mandando in miseria l’intero paese. Lo stato sono tutte le famiglie, la classe media, la gente, la polizia è gente, l’esercito è la gente. Oggi non stiamo più parlando di destra contro sinistra ma del rischio di un nuovo feudalesimo!
L’Italia, appunto: oggi abbiamo ancora qualcosa, abbiamo un residuo di ricchezza, abbiamo potenzialità di rinascita prima che ci facciano (s)vendere tutto a partire dalle aziende di Stato (le uniche che assumono, investono e pagano le tasse in Italia senza delocalizzare – ed infatti l’EU aveva vincolato l’approvazione dell’ultima legge di stabilità alla previa privatizzazione di ENEL sotto il 30%, o almeno così dicono i bene informati), oggi non siamo ancora poveri. Se seguiremo anche noi le ricette austere dell’EU o della troika succederà come in Grecia, il debito pubblico aumenterà progressivamente fino all’insostenibilità ed allo strozzamento dell’economia. E nel mentre la gente si impoverirà magari per il tramite di uno stato fascista finalizzato al pagamento del debito a tutela degli interessi delle elites locali e dell’ “Europa“…. Dunque non sarebbe meglio muoversi per tempo evitando di fare la fine di Atene?
E notasi che chi scrive è dichiaratamente non di sinistra.
Che bello trovassimo anche in Italia qualcuno che si fa rispettare all’estero invece di farci prendere per i fondelli come con gli immigrati…
Mitt Dolcino
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Referenze:
****** http://www.lettera43.it/esclusive/grecia-la-partita-delle-privatizzazioni_43675160004.htm
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