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Colpo di stato in Mali (ancora…..). Intanto i francesi se ne vanno e ci sono gli italiani

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L’ex golpista del Mali, Assimi Goita, che aveva lasciato il controllo ad un governo provvisorio in attesa delle elezioni,  ha ripreso le redini dello stato martedì dopo aver licenziato e messo sotto custodia il presidente e il primo ministro del governo di transizione in seguito all’annuncio di un rimpasto di governo senza il suo permesso.

Mentre Goita si è impegnato a portare avanti le nuove elezioni nel 2022 come promesso, la sua dimostrazione di forza mette in dubbio se il voto andrà avanti senza significative interferenze da parte della giunta che ha rovesciato l’ultimo presidente democraticamente eletto.

La mossa ha anche sollevato preoccupazioni sul fatto che i nuovi disordini politici potrebbero destabilizzare ulteriormente gli sforzi per controllare la lunga insurrezione islamica del paese dell’Africa occidentale. Le Nazioni Unite ora spendono circa 1,2 miliardi di dollari all’anno in una missione di mantenimento della pace in Mali, mentre le truppe francesi, impegnate in una guerra decennale contro gli estremisti islamici si ritirano sostituite in parte dagli italiani della missione Barkhane. Una situazione non semplice in cui rischiamo di trovarci coinvolti.

L’annuncio dell’esercito sull’emittente statale è arrivato il giorno dopo che il presidente Bah N’Daw e il primo ministro Moctar Ouane erano stati arrestati dai soldati e portati al quartier generale militare di Kati, a circa 15 chilometri dalla capitale. Entrambe i politici erano in carcere ancora oggi.

I loro arresti hanno suscitato proteste da parte della comunità internazionale, che ha rilasciato una dichiarazione forte  avvertendo i leader militari del Mali che le loro azioni potrebbero minare il sostegno globale al governo di transizione. Il blocco regionale dell’Africa occidentale noto come ECOWAS ha inviato una delegazione a Bamako martedì pomeriggio mentre la crisi politica si intensificava. La transizione verso le elezioni ed un governo democratico era stata concordata dopo che lo scorso anno Goita aveva cacciato il precedente presidente Ibrahim Boubacar Keita proprio in prospettiva di nuove elezioni.


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