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Energia

CO2: facciamo un serio discorso di emissioni comparate. Ovvero non contiamo nulla

La CO2 è un problema? Allora non sarà sicuramente la UE a risolverlo, perché è completamente marginale.

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CO2, simbolo chimico dell'anidride carbonica

Nell’Unione Europea, la riduzione delle emissioni di CO2 è diventata una priorità centrale dell’agenda politica. Per affrontare questa questione, l’UE ha implementato un quadro legislativo che, secondo alcuni, presenta due problemi principali:

  1. È particolarmente oneroso per cittadini e imprese
  2. Non sembra raggiungere efficacemente gli obiettivi di riduzione delle emissioni prefissati

Volendo essere rapidi ricordiamo solo due punti:

  1. Il sistema ETS (Emission Trading System) dei diritti di emissione di CO2, che è sostanzialmente una tassa sulle emissioni per le aziende europee
  2. Il CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism), introdotto come meccanismo compensativo per evitare quella che viene chiamata “carbon leakage” – ovvero la delocalizzazione delle produzioni in paesi con standard ambientali meno rigidi.

Però chi emette veramente la CO2? Ve lo diciamo rapidamente, con esempi grafici e perfino sulla base di due diverse fonti.

Iniziamo dai dati Worldbank presentati tramite X in questo divertente video che mette in correlazione le emissione del gigante industriale europeo, la Germania, con quelle degli USA e della Cina dal 1990 ad oggi:

Perfino il colosso indusriale europeo, la Germania, è ininfluente sulle emissioni mondiali se confrontata con USA e Cina.

Cambiamo base per i dati e utilizziamo il database delle emissioni di CO2 Europeo EDGAR per gli stessi paesi. I dati sono i seguenti, in mega tonnellate emessi di CO2 Annue

Anno Germania USA Cina
1990 1,028.74 5,085.89 2,397.05
1991 984.72 5,064.52 2,525.72
1992 935.36 5,165.77 2,652.39
1993 914.74 5,281.35 2,848.14
1994 893.42 5,362.91 2,999.65
1995 895.23 5,437.82 3,248.81
1996 913.42 5,580.07 3,349.83
1997 886.51 5,669.64 3,382.89
1998 863.7 5,693.98 3,447.34
1999 827.72 5,746.30 3,448.08
2000 831.06 5,903.23 3,547.27
2001 842.17 5,831.96 3,774.98
2002 830.28 5,843.47 4,153.65
2003 830.4 5,908.99 4,833.26
2004 818.95 5,999.24 5,594.50
2005 808.57 6,024.95 6,399.92
2006 814.09 5,942.42 7,048.58
2007 792.71 6,032.25 7,572.89
2008 798.79 5,863.42 7,865.98
2009 760.63 5,449.53 8,351.50
2010 789.48 5,667.74 9,019.45
2011 769.98 5,532.97 9,674.45
2012 783.89 5,325.85 9,878.53
2013 791.03 5,487.38 10,257.74
2014 759.58 5,529.21 10,345.13
2015 762.78 5,373.36 10,310.45
2016 767.69 5,269.48 10,286.98
2017 754.7 5,233.53 10,432.75
2018 730.9 5,375.11 10,667.89
2019 695.98 5,247.11 10,877.22
2020 646.55 4,712.55 10,956.31
2021 674.66 5,007.48 11,472.41
2022 666.3 5,056.88 11,507.73

La lettura è, in fondo semplice:

  • Rapida ascesa della Cina: le emissioni di CO2 della Cina sono aumentate drasticamente dal 1990, superando gli Stati Uniti a metà degli anni Duemila e diventando il maggior emettitore mondiale. Ciò è dovuto in gran parte alla rapida crescita economica, all’industrializzazione e alla forte dipendenza dal carbone.
  • Calo e plateau degli Stati Uniti: Le emissioni statunitensi hanno raggiunto un picco intorno al 2007 e da allora sono generalmente diminuite. Ciò è attribuito a fattori quali il passaggio dal carbone al gas naturale nella produzione di elettricità, i miglioramenti nell’efficienza energetica e la crescita delle energie rinnovabili. Tuttavia, negli ultimi anni le emissioni si sono stabilizzate.
  • Riduzione graduale della Germania: La Germania è riuscita a ridurre gradualmente le proprie emissioni dal 1990, soprattutto grazie a politiche di promozione delle energie rinnovabili (la cosiddetta “Energiewende”), a misure di efficienza energetica e al declino dell’industria.

Ora la Cina, da sola, emette 17 vole il CO2 della Germania, il maggior paese industriale europeo. Quale può essere il peso delle politiche di riduzione delle emissioni di CO2 tedesche (o europee, a questo punto) sul bilancio globale? 

Datevi una risposta e non dite che non avete i dati necessari.

 


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