Attualità
Clamoroso: l’Italia tagliata fuori dal South Stream. Ecco emergere la vera causa della caduta di Letta (sua partecipazione all’inaugurazione di Sochi)
Il rumors sembra confermato: raccogliamo da note di stampa che l’Italia verrà tagliata fuori dal South Stream. I lavori verranno invece finalizzati in Austria, patria di molti interessi russi, assieme al partner statale OMV. Questo capita, non senza nesso causale, a seguito della defenestrazione di E. Letta: gli addetti ai lavori ben sanno che il vero motivo dell’avvicendamento con Renzi fu la sua partecipazione all’inagugurazione dell’Olimpiadi di Sochi, unico rappresentante di peso delle democrazie occidentali.
Ammetto che non ho mai apprezzato Letta in modo particolare, troppo leggero, decisamente inconsistente. Ma devo ammettere che aveva ben chiari quali erano gli interessi nazionali all’estero, era ben indirizzato. Interessi che, ben inteso, il presente Governo sembrava aver ben capito o così affermava: Renzi dichiarò non più tardi di un paio di mesi fa che l’ENI era parte integrante del sistema di potere italiano nel mondo, anche di intelligence.
Ora, ragioniamo un attimo su cosa possa significare la notizia sopra citata se confermata (la conferma l’avremo a breve). Gli interessi italiani sono molto rilevanti nel settore energia: a livello petrolifero gli interessi italiani erano e tuttora sono concentrati in Libia e sono rilevanti in Nigeria, oltre che in Russia. Il primo paese ha visto l’avvicendamento di Gheddafi dietro impulso occidentale, la Nigeria è oggi nel caos a causa di guerre tribali difficilmente comprensibili dai non addetti (…). Per restare alla parte semplice, possiamo dire senza tema di smentita che l’attacco alla Libia fu un attacco da parte dei partners occidentali agli interessi nazionali italiani. Parallelamente gli interessi italiani nel gas e nel petrolio sono coincindenti con gli interessi di ENI, primo partner del gigante russo nella distribuzione e commercializzazione del gas russo in Europa (dimenticatevi i tedeschi). Ora, se è vero – come molto ma molto probabilmente è stato – che Letta cadde a causa della sua partecipazione all’inagurazione delle Olimpiadi invernali di Sochi, significa che l’Italia è in balia di interessi esteri. Ossia, Letta è caduto perchè ha tradito gli interessi non italiani ma stranieri e dunque è stato sostituito da Renzi (in questo quadro, quanto è accaduto recentemente in Ucraina doveva essere stato pianificato con dovizia e per tempo dagli stessi soggetti che oggi tutelano il primo ministro italiano attuale). In questo contesto l’ex sindaco fiorentino, possibilmente/di fatto “indirizzato” dall’estero è stato giocoforza obbligato a dare continuità operativa in ENI con le nomine 2014, vedasi il nuovo AD organico al Gruppo e di continuità col passato, Descalzi [molto bravo], sperando di mantenere intatti i legami con la Russia (Scaroni era ed è molto vicino a Silvio Berlusconi, grande amico di Putin – da dove pensate che derivi la ritrovata vitalità del Cavaliere se non dal rapporto privilegiato con il presidente russo, rapporto da cui dipendono i risultati economici in ambito energetico essenziali per l’attuale governo decisamente mediatico, governo che in ogni caso è tenuto a portare positive evidenze economiche al fine di darsi credibilità, con la sua allegra brigata di politici in erba e dopo dati di disoccupazione disastrosi, probabilmente i peggiori dalla grande depressione).
Resta dunque SAIPEM specializzata nelle costruzioni energetiche ambiziose, azienda strategica che è rimasata al “riparo” dalle nomine 2014 e vede saldamente al vertice Umberto Vergine, dopo una sostituzione in corsa nel 2013. Vergine fu responsabile delle operazioni in Libia ed in Africa Nigeria inclusa – guarda caso – oltre che della nuova frontiera dell’Angola ed è vicino a Scaroni. Ed infatti SAIPEM firmò un contratto da due miliardi di euro durante l’invasione russa della Crimea, appunto per completare il South Stream. I russi sono persone di cuore, sanno valorizzare anche aspetti non solo di business ma anche relazionali come solo le persone veramente ricche sanno fare; anche per questa ragione stanno comunque rispettando il contratto con SAIPEM e lo rispetteranno anche in futuro: in Austria i lavori per il nuovo gasdotto verranno seguiti dall’azienda italiana. Come dimenticare Scaroni che durante il suo primo incontro con Gazprom dovette attendere 12 ore nell’anticamera di Miller in quanto “colpevole” di aver avvicendato l’amico Mincato!
Resta però il dilemma se Renzi abbia capito in cosa si sta imbarcando: egli sta rappresentando gli interessi italiani al massimo livello, sta giocando con il futuro delle prossime generazioni. Se pensava che un operativo come Descalzi bastasse per garantire continuità al rapporto con i russi non ha capito nulla: ammesso che possa essere vero che l’ENI è superiore allo Stato (ENI è una costante in un mondo politico che cambia) è necessario ricordare che ENI ha un ruolo perchè la politica le ha dato supporto e consistenza di lungo termine, rispettando ed implementando gli indirizzi economici che l’ENI via via ha indicato e non viceversa (pensiamo al duo Andreotti/De Gasperi che non derogarono mai dagli interessi italiani in Libia e nel mondo definiti da Mattei, anche dopo la sua morte). Oggi Renzi pensa che basti ubbidire agli ordini degli stranieri, magari diventando un simpatico tassatore, per sopravvivere. Nulla di più sbagliato: il primo ministro italiano deve sapere che la sua rappresentanza presente e soprattutto futura dipende anche dal saper fare gli interessi del proprio Paese e quindi deve saper dire no fin anche a coloro che sono numi tutelari della sua attuale permanenza a palazzo Chigi (…). Semplicemente, il dubbio è che lui non sia capace abbastanza o, stessa cosa, che non sappia o possa fare – stretto nel giogo degli interessi altrui – gli interessi nazionali. Penso non abbia ancora capito che presto o tardi rischia di essere messo fuori dalla partita – o forse l’ha capito troppo bene e quindi si esime da creare qualsiasi frizione con i c.d. poteri [veramente] forti, concedendo praticamente tutto quanto è materialmente rilevante, leggasi aziende di stato, interessi nazionali all’estero, risparmio delle famglie -. Spero di sbagliarmi ma Renzi rischia di fare un disastro, tra l’altro con questo andazzo il credito di fiducia che il sottoscritto ha pubblicamente espresso nei suoi confronti si sta rapidamente dissipando. Purtroppo.
Se così sarà, ossia se Renzi si giocherà un credito molto più importante di quello del sottoscritto – leggasi quello che i potenti amici dell’Italia gli hanno concesso (in primis la Russia di Putin, Letta fece benissimo ad andare a Sochi) -, finirà nella polvere e ad essere finalmente colpevole anche di colpe non sue, visto anche l’atteggiamento – diciamolo pure – alquanto sbruffoncello. Il problema è che in tale caso anche gli interessi italiani e dei suoi cittadini, inclusi quelli di coloro che vivono all’estero, verranno contemporaneamente annientati: SAIPEM, ENI, ENEL, Finmeccanica possono sempre essere alienate se non “controllabili” o non utili alla causa… [Capito il messaggio?].
L’altro aspetto, tremendamente pericoloso per il Belpaese, è che l’avvicendamento di Berlusconi, l’arrivo di Monti (con l’avallo Napolitano), la fine della Libia “italiana”, lo spread e la conseguente miseria italica siano tutti figli dello stesso piano che, si noti bene, non è finalizzato a distruggere l’Italia ma piuttosto a mantenere il potere “occidentale,…” su scala globale, sfidando il oggi nemico più “facile” (la Russia, la Cina verrà poi). In questo contesto il Belpaese è vittima del fuoco amico e della parallela voracità dei paesi supposti partners [europei] anch’essi in crisi (prima di tutto la Francia) che nel marasma stanno approfittando della debolezza italica per arraffare quanto possibile, anche contribuendo ad imporre un primo ministro “amico” e quindi da preservare da ingerenze indebite e pur anche dalla classica ed italianissima macchina del fango (vedrete che se Alstom verrà venduta agli americani o scambiata con parti di Siemens, la contropartita per i perdenti tedesci o americani verrà cercata in Italia, magari spezzettando Finmeccanica).
Spero davvero di sbagliarmi e che Matteo Renzi mi sorprenda preservando alla radice – ed a scapito di terzi “affamati”- gli interessi nazionali, diventando l’equivalente della volpe della politica. Ma senza finire in pellicceria (per adesso).
Sono molto preoccupato.
Jetlag per Mitt Dolcino
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