Energia
Cipro: lo scandalo del terminal GNL che imbarazza l’Europa
Un progetto energetico strategico a Cipro si trasforma in un buco nero finanziario. Tra fondi UE da restituire, indagini per corruzione e costi fuori controllo, il terminal GNL di Vassiliko è un disastro da centinaia di milioni. Ecco la cronaca di un fallimento annunciato.
Incompetenza colossale o corruzione conclamata? È questa la domanda, neanche troppo velata, che serpeggia tra i corridoi del parlamento cipriota di fronte al disastro del terminale di importazione di Gas Naturale Liquefatto (GNL) a Vassiliko. Un progetto strategico che si è trasformato in una voragine finanziaria e in un imbarazzo internazionale, con l’Unione Europea che ora batte cassa.
La frustrazione, già alta da tempo, è esplosa dopo che il Ministro dell’Energia ha rivelato una notizia a dir poco sgradevole: la Commissione Europea ha chiesto la restituzione di ben milioni di finanziamenti. E non c’è margine di trattativa: Bruxelles ha fissato la scadenza per il rimborso al 6 novembre, senza appello.
Questa somma rappresenta la parte già erogata di un finanziamento totale di milioni concesso dall’Agenzia Esecutiva Europea per il Clima, l’Infrastruttura e l’Ambiente (CINEA) tra il 2017 e il 2018. Un finanziamento approvato mesi prima che, nel dicembre 2019, la società statale ETYFA firmasse il contratto con il consorzio a guida cinese CPP, dando il via a una storia di ritardi, costi fuori controllo e, ora, sospetti pesantissimi.
L’ombra della Procura Europea e le accuse di corruzione
Come se non bastasse la richiesta di rimborso, sul progetto si è allungata l’ombra della Procura Europea (EPPO), che ha avviato un’indagine penale per sospetta frode negli appalti, appropriazione indebita di fondi UE e corruzione. Sebbene l’inchiesta sia partita a marzo 2024, è emerso di recente che gli inquirenti stanno passando al setaccio i conti correnti di politici, funzionari ed ex dirigenti pubblici ciprioti, alla ricerca di movimenti di denaro sospetti.
Le parole dei parlamentari ciprioti non lasciano spazio a interpretazioni. Chrysis Pantelides, del partito DIKO, ha usato un’immagine forte ma efficace: “Nel 2019, specifiche persone nell’amministrazione hanno deciso di assegnare il progetto a quel consorzio. Quindi, o siamo stati degli idioti a prendere queste decisioni, o è corruzione. Parliamoci chiaro: è corruzione. Qualcuno ha ‘mangiato’ dei soldi e ha dato il progetto ai cinesi, e oggi lo Stato cipriota ne paga il prezzo”.
Anche se non vengono fatti nomi, il riferimento all’allora Ministro dell’Energia, Giorgos Lakkotrypis, in carica dal 2013 al 2020, appare evidente.
Cronaca di un disastro annunciato: costi e ritardi
Il progetto del terminal GNL di Vassiliko è un campionario di inefficienze e spese impreviste. Un parlamentare di AKEL, Costas Costa, ha definito l’intera vicenda “uno scandalo enorme”, riassumendo la catastrofica sequenza di eventi:
- Contratto iniziale: Circa milioni.
- Extra costi: Il costruttore ha chiesto e ottenuto milioni in più per l’aumento del prezzo dell’acciaio.
- Sblocco della nave: Cipro ha pagato milioni solo per far partire la nave metaniera (FSRU) “Prometheas” da Shanghai.
- Manutenzione e ricambi: Sono stati spesi milioni per i costi della nave in Malesia e altri milioni per l’acquisto di componenti, come un’unità di azoto, che secondo il consorzio cinese non spettavano a Cipro.
- Spese legali: Ad oggi, le parcelle per gli avvocati che rappresentano Cipro presso la corte arbitrale di Londra ammontano a ben milioni.
A questo si aggiunge la farsa delle scadenze. Il terminal doveva essere completato entro luglio 2022. Da allora, sono state mancate altre quattro scadenze: settembre 2022, luglio 2023, ottobre 2023 e, infine, luglio 2024. Nello stesso mese, il consorzio cinese ha abbandonato il cantiere, citando differenze inconciliabili.
Le anomalie della gara d’appalto
Ma come si è arrivati a questo punto? La relazione della Corte dei Conti cipriota, pubblicata a gennaio 2024, è una lettura sconcertante e svela una serie di “acrobazie” procedurali che avrebbero dovuto far suonare più di un campanello d’allarme.
Nonostante i ripetuti avvertimenti della Corte dei Conti sul rischio di perdere i fondi UE e sulla fragilità finanziaria del progetto, nel novembre 2019, durante una riunione presieduta dall’allora presidente Nicos Anastasiades, si decise di andare avanti. La motivazione? L’urgenza. I problemi, si disse, si sarebbero risolti “strada facendo”.
Oggi, quella “strada” sembra condurre a un vicolo cieco. Il governo ha incaricato un nuovo consulente, Technip, di effettuare una “gap analysis” per valutare lo stato dei lavori. Lo scenario peggiore, avvertono i parlamentari, è che si scoprano difetti strutturali tali da costringere a demolire tutto e ricominciare da capo. In quel caso, Cipro vedrebbe il suo gas non prima del 2029 o 2030, dopo aver bruciato centinaia di milioni di euro in un progetto che puzza di scandalo lontano un miglio.
Domande e Risposte per i Lettori
1) Perché questo terminal GNL è così cruciale per Cipro e perché l’UE lo ha finanziato? Il terminal GNL di Vassiliko è un progetto strategico per Cipro, volto a ridurre la sua dipendenza dai combustibili fossili più inquinanti (come il petrolio pesante) per la produzione di elettricità. L’uso del gas naturale permetterebbe di abbassare i costi energetici per cittadini e imprese e di ridurre le emissioni di CO2. L’Unione Europea ha co-finanziato il progetto proprio perché si inserisce nel quadro della transizione energetica e della sicurezza degli approvvigionamenti, obiettivi chiave della politica comunitaria. Il fallimento del progetto rappresenta quindi un duro colpo sia per l’economia cipriota che per gli obiettivi energetici europei nella regione.
2) Chi sono i principali responsabili di questo disastro e cosa rischiano? Le accuse politiche puntano dritte verso l’amministrazione in carica nel 2019, in particolare verso l’allora Ministro dell’Energia Giorgos Lakkotrypis e i membri del consiglio di amministrazione di ETYFA, la società statale che ha gestito l’appalto. La responsabilità ultima è stata la decisione politica di ignorare i pareri della Corte dei Conti in nome dell’urgenza. Ora, con l’indagine della Procura Europea (EPPO), i soggetti coinvolti rischiano incriminazioni per reati gravi come corruzione, frode ai danni dell’UE e appropriazione indebita. Se condannati, potrebbero affrontare pene detentive oltre a dover rispondere del danno erariale.
3) Quali sono le prospettive future? Il terminal verrà mai completato? Il futuro è molto incerto. Il governo attuale insiste sulla volontà di completare l’opera, ma tutto dipende dall’analisi tecnica della società Technip. Se i lavori eseguiti finora saranno giudicati validi, si cercherà un nuovo costruttore per terminare il progetto, con ulteriori ritardi e costi. Nello scenario peggiore, se venissero rilevati difetti strutturali gravi, potrebbe essere necessario demolire parte delle strutture e ripartire da zero. In questo caso, il completamento potrebbe slittare al 2029-2030, trasformando un progetto strategico in un monumento allo spreco di denaro pubblico.
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