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Corsa allo Spazio: La Cina sta sorpassando gli USA per il primato lunare?
La Cina accelera verso la Luna con piani ambiziosi per una base permanente e missioni su Marte, mentre gli USA con Artemis affrontano sfide. Scopri chi sta vincendo la nuova corsa allo spazio e il ruolo della diplomazia spaziale

La corsa allo spazio si infiamma: gli Stati Uniti, con il programma Artemis della NASA, ricevono un finanziamento aggiuntivo di 10 miliardi di dollari. Una mossa che molti interpretano come una spinta interna contro i nuovi giganti spaziali come SpaceX, ma è anche un chiaro segnale della determinazione dell’amministrazione Trump a mantenere il primato sull’avanzata inarrestabile della Cina.
La Cina punta alla Luna: un “sorpasso” in vista?
La domanda è provocatoria, ma sempre più realistica: le prossime parole pronunciate sulla Luna parleranno in mandarino? La Cina sta lavorando per far atterrare due astronauti sul nostro satellite entro il 2030. Tutti i componenti chiave del programma, dalla capsula Mengzhou al razzo lunare Long March-10, sono in fase avanzata di sviluppo e test.
Nel frattempo, il programma Artemis III della NASA, che mira a un allunaggio con equipaggio non prima del 2027, deve affrontare sfide tecniche non indifferenti. Il gigantesco lander lunare, una versione modificata della Starship di SpaceX, necessita di rifornimento in orbita, una procedura mai tentata prima. Dan Dumbacher, ex alto funzionario della NASA, ha espresso scetticismo sulle tempistiche di Artemis, definendole “molto sospette” e sottolineando la “remota probabilità” di un allunaggio sicuro entro il 2030 con il piano attuale.
La Cina fa sul serio per una base lunare
La International Lunar Research Station (ILRS) è il progetto ambizioso della Cina per una base permanente vicino al polo sud della Luna entro il 2035. La pianificazione è in pieno svolgimento, con oltre 100 ricercatori già al lavoro su soluzioni innovative.
Si sta studiando come produrre “mattoni lunari” utilizzando il suolo in situ, testati persino sulla stazione spaziale cinese Tiangong. L’obiettivo è realizzare il primo vero mattone sulla Luna nel 2028 con la missione Chang’e-8. Sono stati sviluppati prototipi per stampanti 3D che fondono il suolo lunare con la luce solare e sistemi per estrarre il ghiaccio d’acqua. Le proposte per la base spaziano da strutture in superficie a quelle all’interno di crateri o tubi di lava, tutte progettate per ospitare equipaggi di tre-quattro astronauti per brevi periodi.
La Cina supererà la NASA nell’esplorazione oltre la Luna?
Potrebbe essere la volta dei campioni marziani. La missione cinese Tianwen-3, attualmente in sviluppo, punta a raccogliere e riportare sulla Terra almeno 500 grammi di campioni da Marte entro il 2031. Un piano che vede l’invio di due veicoli spaziali: uno per la raccolta e il lancio in orbita dei campioni, l’altro per il recupero e il ritorno sulla Terra.
La tempistica pone la NASA in una posizione di svantaggio. Nonostante il rover Perseverance abbia iniziato a raccogliere campioni marziani nel 2021, la missione di ritorno è ancora in alto mare a causa di costi esorbitanti e ritardi.
Non solo Marte: il programma scientifico della NASA sta subendo tagli significativi, mettendo a rischio missioni cruciali. La Cina, al contrario, continua ad avanzare, con il recente lancio di Tianwen-2 per la raccolta di campioni da un asteroide e la pianificazione di Tianwen-4 per esplorare Giove e Urano.
Infrastrutture spaziali: il ruolo leader della Cina
La Cina sta giocando un ruolo chiave nella costruzione delle infrastrutture per il deep space. Ha già fatto storia con il lancio di Queqiao, il primo satellite ponte radio in orbita oltre la Luna, fondamentale per le comunicazioni con il lato nascosto. Il suo successore, Queqiao-2, è ancora più potente e supporterà fino a 10 missioni simultanee.
In futuro, gli scienziati cinesi propongono un sistema di navigazione e comunicazione simile al BeiDou per la Luna e lo spazio profondo, con 20-30 satelliti per servizi ad alta larghezza di banda e navigazione in tempo reale. Mentre la NASA si concentra sulla stazione lunare Gateway, la Cina sta prendendo l’iniziativa per creare le infrastrutture critiche su cui si baserà l’esplorazione spaziale dei prossimi decenni.
La diplomazia spaziale cinese: conquistare amici sulla Terra
Per decenni esclusa dalla comunità spaziale internazionale dominata dagli Stati Uniti, la Cina ha sviluppato autonomamente le proprie capacità e ora si posiziona come collaboratore globale. Le sue missioni Chang’e hanno supportato l’Europa nel far atterrare il suo primo strumento scientifico sulla Luna e il Pakistan a mettere in orbita il suo primo satellite lunare. La Russia è un partner chiave per l’ILRS, fornendo sistemi di energia nucleare.
L’ILRS è spesso visto come la controparte degli Accordi Artemis, ma a differenza di quest’ultimo, più governativo, il progetto cinese è aperto ad agenzie spaziali, università, gruppi no-profit e aziende private. Più di una dozzina di agenzie spaziali nazionali hanno già aderito.
La Cina sta anche condividendo i suoi campioni lunari, una mossa di “soft power” che ricorda la diplomazia americana dell’era Apollo. Mentre la NASA limita l’accesso dei ricercatori cinesi alle rocce dell’Apollo, quest’anno la Cina ha prestato campioni di Chang’e-5 a due ricercatori statunitensi, pur con restrizioni sui finanziamenti NASA. La Cina si è anche impegnata a distribuire il materiale della missione Chang’e-6, i primi e unici campioni dal lato nascosto della Luna.
Ricordiamo che anche il programma Artemis non è solo americano, ma un’iniziativa multinazionale che coinvolge diversi paesi partner, rafforzando le relazioni internazionali attraverso la collaborazione spaziale.
Il lato meno conosciuto del programma spaziale cinese
La Cina si sta preparando per la sua prima missione di difesa planetaria, mirando a un asteroide vicino alla Terra per alterarne la traiettoria, una strategia ispirata alla missione Dart della NASA del 2022.
Le sonde Chang’e hanno avuto missioni aggiuntive: Chang’e-2 ha esplorato l’asteroide Toutatis, e l’orbiter Chang’e-5 ha testato l’ambiente spaziale dal punto L1 Terra-Sole prima di entrare in un’orbita retrograda lontana, emulando la navicella Orion di Artemis I.
Più recentemente, l’orbiter Chang’e-6 ha raggiunto il punto L2 del sistema Sole-Terra, aprendo la strada a futuri progetti astronomici come il telescopio Earth 2.0 per la ricerca di esopianeti.
La Cina ormai è un attore rilevante ed essenziale dell’esplorazione dello Spazio, mentre Russia ed Europa stanno scomparendo. Il merito è della Cina, la colpa è nostra.
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