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Cina: lo stimolo immobiliare pubblico non è sufficiente a sostenere il mercato

La Cina ha un bel problema di mercato immobiliare eccessivo e in crisi. e per ora in governo e la banca centrale non hanno fatto ancora abbastanza per risolvere il problema.

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Il settore immobiliare cinese sta attraversando una crisi profonda, iniziata nel 2020 a causa delle restrizioni governative sul credito accompagnate da una crisi del settore immobiliare che ha portato al default i principali sviluppatori, da Evergrande a Country garde a Wanda.

Nonostante i recenti interventi del governo, come la riduzione dei tassi di interesse e l’iniezione di 41 miliardi di dollari per l’acquisto di case invendute, il mercato non sembra riprendersi e la sensazione, ripresa da SCMP,  è che i contributi sinora distribuiti non siano sufficienti anche perché comunque si tratta di finanziamenti che non si sa come potranno essere ripagati.

I potenziali acquirenti, che pure esistono, sono scettici e preferiscono aspettare ulteriori cali dei prezzi che proprio gli aiuti dello stato hanno reso quasi certi. . Le nuove politiche, invece di stimolare la domanda, sembrano rafforzare l’idea di un mercato in declino, per cui, invece che aiutare il settore a riprendersi, lo hanno ulteriormente zavorrato.

Il problema principale è l’enorme quantità di case invendute, che a fine aprile ha raggiunto il massimo dal 2016. A ciò si aggiungono i progetti incompiuti e i ritardi nelle consegne, che minano la fiducia degli acquirenti. Case invendute e sul mercato portano a un calo nei prezzi, mentre il fatto che esistano molti progetti invenduti fa si che

In bianco: nuove case venddute, in rosso nuove case terminate, in blu nuovi progetti immobiliari (Bloomberg)

Nonostante le oltre 70 misure per alleviare il disagio immobiliare nei primi quattro mesi del 2024, le transazioni di case hanno continuato a scivolare. Le vendite da parte dei 100 principali sviluppatori in quel periodo sono scese del 44,9 percento rispetto all’anno precedente, a 312,2 miliardi di yuan, secondo i dati della China Real Estate Information Corporation.

Gli esperti concordano sul fatto che gli interventi del governo sono insufficienti. Secondo Moody’s Analytics, il finanziamento stanziato è “una goccia nell’oceano”, mentre Goldman Sachs stima che servirebbero oltre 1.000 miliardi di yuan per stabilizzare il mercato. Sono 127 miliardi di euro solo per la stabilizzazione e solo nelle 80 citttà principali. La cifra complessiva rischia di essere molto superiore.

La sfiducia degli acquirenti è un altro ostacolo alla ripresa. Il divario tra il mercato primario e quello secondario si è ampliato, poiché molti preferiscono acquistare case già esistenti per evitare i rischi legati ai ritardi nelle consegne. Questo viene a creare una situazione in cui il mercato non solo è pieno di immobili invenduti, ma anche di immobili non terminati che sono il “Malinvestiment”, come direbbe Hayek, per eccellezza, cioè uno spreco di capitali.

Le aspettative economiche negative, i cambiamenti demografici e il cambiamento del comportamento dei consumatori contribuiscono ulteriormente alla crisi. Molti giovani hanno perso fiducia nel mercato immobiliare e preferiscono affittare piuttosto che acquistare.

La situazione attuale ricorda la crisi immobiliare americana del 2008 e quella giapponese degli anni ’90. Gli esperti prevedono che la ripresa del mercato cinese richiederà tempo e che le politiche di stimolo attuali non saranno sufficienti a invertire la tendenza.

Soprattutto la ripresa, o meglio la vera stabilizzazione, del mercato immobiliare cinese richiederebbe una forte iniezione di capitali pubblici per assorbire le perdite degli immobili già sul mercato, che si convertiranno in perdite per le aziende, le famiglie e sistema creditizio. Sino ad ora il governo e la PBOC sono stati molto timidi in questo settore, ma se vogliono dare nuova grinta ll’economia cinese non potranno farne a meeno.


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