Analisi e studi
Cina: la crescita rallenta con un credito incerto e consumi non brillanti
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Questa settimana Xi incontrerà Biden, ma, dal punto di vista economico, nessuno dei due apparirà un vincitore totale. Anche l’economia cinese, sulla spinta dei problemi demografici e dello sgonfiamento della bolla immobiliare, sta avendo dei problemi. Questo si ripercuote sul mercato del credito cinese
I dati di lunedì hanno mostrato che la crescita del credito cinese è rimasta stabile nel mese di ottobre, grazie a un aumento delle vendite di titoli di stato, che ha contribuito a mascherare la debolezza di fondo del settore privato. Ciononostante, il flusso di finanziamenti aggregati è ancora inferiore alle previsioni degli economisti. Questi dati chiarivano che senza un aumento dei prestiti da parte del governo, la crescita del credito – il lubrificante che unge le ruote dell’economia – sarebbe crollata.
Inoltre, M1, una misura dell’offerta di moneta che include i depositi a vista delle imprese, è cresciuta solo dell’1,9% rispetto all’anno precedente, suggerendo che il PIL nominale è in difficoltà. Secondo Morgan Stanley, la debole crescita di M1 riflette probabilmente il continuo stress di liquidità degli sviluppatori immobiliari.
Storicamente, il mercato immobiliare, attraverso i prestiti da parte di sviluppatori e acquirenti di case, è stato uno dei principali motori della crescita del credito cinese. Ma nonostante le varie misure di allentamento, la crisi immobiliare si è aggravata.
Dall’inizio di novembre, il volume medio delle vendite di nuove case in 21 grandi città è crollato del 44% rispetto al livello pre-pandemia nel 2019, rispetto a un calo del 31% in ottobre, secondo l’economista di Nomura Lu Ting. Questo è simile al ritmo di contrazione di luglio, prima che Pechino avviasse una nuova tornata di misure di allentamento per stabilizzare il settore immobiliare.
Il mercato immobiliare non è l’unico luogo in cui i consumatori sono riluttanti a spendere soldi. Durante il Singles’ Day, la stravaganza annuale degli affari nei giorni intorno all’11 novembre, il valore totale della merce lorda (GMV) venduta attraverso le piattaforme di e-commerce è aumentato del 2% rispetto allo stesso evento di shopping dell’anno scorso, secondo Nomura, citando i dati di Syntun, una società di ricerca di terze parti. Ciò segna un forte rallentamento rispetto a un ritmo di crescita del 14% nel 2022.
Con questi dati su credito e consumi non certamente entusiasmanti appare difficile credere che la vera crescita del PIL cinese sia pari al 5% come vorrebbero le statistiche ufficiali. Torna in mente l’indice Li Keqing, che misurava la vera crescita su una base di fattori reali come la produzione di energia elettrica o il traffico ferroviario merci.
Tutto sommato, finché il mercato immobiliare non si stabilizzerà e la fiducia dei consumatori non riprenderà, Pechino dovrà fare di più per sostenere l’economia.
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