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Difesa

Cina, la foto rubata che svela il J-36: un mostro dei cieli a metà tra caccia e bombardiere

Un’immagine meno sfuocata e rivelatrice svela i segreti del J-36, il caccia cinese di sesta generazione. Abitacolo a due posti e una potenza di fuoco mai vista prima: ecco cosa mostra la foto che Pechino non voleva farvi vedere.

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Una nuova, clamorosa immagine apparsa online sta facendo tremare le cancellerie occidentali. Sebbene sfocata e scattata a grande distanza, mostra quella che sembra essere la visione frontale più chiara mai ottenuta del J-36, il misterioso aereo da combattimento cinese di sesta generazione, riportata da TWZ.

L’immagine, per quanto presenti delle anomalie visive (probabilmente dovute al fatto che è una foto scattata allo schermo di un computer), sembra autentica. Lo sfondo, infatti, corrisponde perfettamente a un’area specifica dello stabilimento della Chengdu Aircraft Corporation, dove il velivolo è già stato avvistato in passato.

 

visione ravvicinata della fabbrica Da X

Visione dell’impianto produttivo, da Google Earth

Ma cosa rende questa foto così importante? Svela tre dettagli fondamentali che ridefiniscono ciò che sapevamo su questo aereo, che si presenta come un ibrido tra un caccia pesante e un bombardiere tattico.

1. Un abitacolo da bombardiere con due piloti

L’immagine conferma quasi definitivamente una configurazione dell’abitacolo con due posti affiancati, simile a quella di bombardieri storici come l’americano F-111 o il russo Su-34.

Questo dettaglio è suggerito dai riflessi di due distinti HUD (Heads-Up Display), ovvero i pannelli di vetro su cui vengono proiettate le informazioni di volo e di combattimento per non distogliere lo sguardo del pilota. La presenza di un secondo membro dell’equipaggio è quasi indispensabile per gestire le complesse missioni (attacco, guerra elettronica, coordinamento droni) che un velivolo di sesta generazione dovrà affrontare.

2. Una potenza di fuoco senza precedenti: tre stive per le armi

Questa è forse la rivelazione più significativa. L’immagine mostra chiaramente gli sportelli aperti di ben tre stive ventrali per le armi (cioè vani di carico situati sotto la fusoliera per nascondere i missili e le bombe, rendendo l’aereo invisibile ai radar).

Dai social cinesi, la vista infoeriore del J36

Oltre a una grandissima stiva centrale, si notano due vani laterali più piccoli. Questa configurazione è un enorme vantaggio tattico: le stive laterali possono trasportare missili aria-aria per l’autodifesa, lasciando quella centrale, molto più capiente, libera di trasportare armi pesanti, come grandi bombe guidate o missili “standoff” (capaci di colpire un bersaglio da grandissima distanza, tenendo l’aereo al sicuro). Finora, la presenza di queste stive aggiuntive era solo un’ipotesi.

3. Un gigante con tre motori

La foto offre un’ulteriore conferma delle dimensioni imponenti del J-36. La presenza del personale di terra vicino al velivolo dà un senso di scala che prima mancava. Si notano anche le prese d’aria inferiori e una presa d’aria dorsale (posizionata sul “dorso” del velivolo), legate alla sua singolare configurazione a tre motori, una scelta unica nel panorama aeronautico. Sono visibili anche le grandi “finestre” ai lati del muso, che ospitano quasi certamente sensori elettro-ottici/infrarossi, sistemi avanzati per individuare e tracciare bersagli senza emettere segnali radar.

Guardate le dimensini rispetto all’uomo a sinistra

In conclusione, il J-36 non sembra essere un semplice caccia. Le sue dimensioni, la capacità di carico e l’equipaggio a due uomini lo avvicinano al concetto di “bombardiere regionale” (noto in passato come JH-XX), un velivolo capace di colpire in profondità nel territorio nemico con un carico bellico significativo, mantenendo al contempo capacità di combattimento aereo.

Questa immagine, l’ultima di una serie di “fughe di notizie” probabilmente controllate, conferma che la Cina sta accelerando brutalmente sullo sviluppo di tecnologie militari di nuova generazione, con implicazioni strategiche che si faranno sentire per i decenni a venire.


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