Cina
Cina, Filippine e la provocazione ecologista nel Mar Cinese Meridionale che può portare ad un conflitto
Pechino gioca la carta verde nel Mar Cinese Meridionale: una “riserva naturale” a Scarborough Shoal alza la tensione con le Filippine.

La Cina continua a muovere le sue pedine sullo scacchiere del Mar Cinese Meridionale, e questa volta lo fa indossando il cappello da ambientalista. La notizia è di quelle che fanno alzare le antenne a chi segue le vicende geopolitiche: Pechino ha approvato l’istituzione di una riserva naturale a Scarborough Shoal, un atollo conteso che le Filippine chiamano Panatag Shoal. Una mossa che, dietro la nobile facciata della protezione ambientale, nasconde una chiara volontà di rafforzare il controllo su un’area nevralgica.
Il pretesto “verde” e le tensioni crescenti
La decisione del Consiglio di Stato cinese arriva a pochi mesi dalla pubblicazione delle coordinate geografiche di 16 punti base attorno all’atollo, che la Cina rivendica come proprio e chiama Huangyan Island. Pechino, che ha di fatto il controllo del sito dal 2012 dopo uno scontro con Manila, giustifica la creazione della riserva come “una misura importante per preservare la diversità, la stabilità e la sostenibilità dell’ecosistema naturale dell’isola”. Parole che suonano quasi ironiche, dato il contesto.
Secondo Zheng Zhihua, professore della Shanghai Jiao Tong University, la mossa è un modo per aggirare il vincolo della Dichiarazione sulla Condotta delle Parti nel Mar Cinese Meridionale, firmata nel 2002. Dato che questa non permette la creazione di nuove isole artificiali in modo diretto, Pechino utilizza l’ecologia come una valida scusa per rafforzare la sua presenza. L’obiettivo, non troppo velato, sarebbe quello di:
- Allontanare i pescherecci: l’istituzione della riserva permetterebbe di tenere lontani i pescatori – sia cinesi che filippini – con la scusa della protezione ambientale. Ovviamente la mossa è soprattutto rivolta a quelli filippini.
- Ridurre la presenza di Manila: in questo modo, le forze dell’ordine e la marina filippina avrebbero meno occasioni per farsi vedere nell’area.
Di fatto, Pechino cerca di trasformare la sovranità de facto in sovranità de jure attraverso un’azione unilaterale.
Lo scontro e la “scatola degli attrezzi” ecologica
Il contrasto tra Cina e Filippine si è fatto più aspro con l’elezione del presidente Ferdinand Marcos Jr. nel 2022. Da allora, Manila ha denunciato un aumento significativo delle attività marittime cinesi. A metà agosto, una collisione tra due navi cinesi vicino a Scarborough Shoal ha segnato l’ennesima escalation. Un incidente che ha spinto Manila a organizzare, pochi giorni dopo, la più grande esercitazione militare congiunta di sempre con l’Australia, a cui hanno partecipato anche osservatori dagli Stati Uniti.
Curiosamente, la Cina ha utilizzato il tema ecologico anche per attaccare le Filippine su un altro fronte, quello del Second Thomas Shoal (conosciuto a Pechino come Renai Reef). Qui, una nave da guerra filippina, la BRP Sierra Madre, è incagliata dal 1999 e funge da avamposto militare. Pechino ha accusato Manila di causare danni “gravi” agli ecosistemi corallini, chiedendo la rimozione della nave, in netto contrasto con la presunta “ottima” qualità delle acque a Scarborough Shoal.
Le tensioni, quindi, non accennano a diminuire. La mossa cinese di istituire la riserva naturale a Scarborough Shoal non è solo una dimostrazione di forza, ma anche l’indicazione di un cambio di strategia. Come ha affermato Zhang Yancang, direttore del Yellow Sea and Bohai Sea Research Institute, Pechino intensificherà le sue pattuglie quotidiane, non solo con navi ma anche con droni e aerei. Si tratta di pattuglie “di routine e regolari”, destinate a consolidare il controllo cinese.
La “riserva naturale” non è altro che un altro strumento per affermare la sua sovranità, lasciando a Manila il ruolo di chi subisce le provocazioni. I prossimi mesi, con ogni probabilità, saranno tutt’altro che tranquilli in quelle acque.
Domande e Risposte
1. Perché la Cina ha scelto di istituire una riserva naturale proprio a Scarborough Shoal? La Cina ha scelto questa mossa per consolidare il suo controllo sull’atollo senza ricorrere a un’escalation militare diretta. L’istituzione di una riserva naturale le permette di utilizzare il pretesto della protezione ambientale per limitare la presenza di pescatori e forze navali filippine, aggirando le restrizioni di accordi internazionali come la Dichiarazione sulla Condotta del 2002 che vietano la costruzione di nuove strutture. In questo modo, Pechino trasforma la sua attuale dominanza de facto in una presenza più formalizzata e difficile da contestare.
2. Quali sono le implicazioni di questa mossa per le relazioni tra Cina e Filippine? Questa decisione è destinata ad aumentare ulteriormente le tensioni tra i due Paesi. Per le Filippine, la mossa rappresenta una palese provocazione e un’ulteriore violazione della propria sovranità. La Cina, invece, sta inviando un segnale chiaro della sua determinazione a non cedere. Le reciproche manovre e le esercitazioni militari congiunte filippine (come quella con l’Australia) indicano che nessuna delle due parti è disposta a fare un passo indietro, rendendo l’area una potenziale miccia per futuri scontri.
3. Perché il Mar Cinese Meridionale è così importante e conteso? Il Mar Cinese Meridionale è di vitale importanza strategica ed economica. È una delle principali vie di navigazione commerciale del mondo, percorsa da navi che trasportano miliardi di dollari in merci ogni anno. La regione è inoltre ricca di risorse naturali, tra cui giacimenti di petrolio e gas, e banchi di pesca. Le rivendicazioni territoriali sovrapposte da parte di diversi Paesi (Cina, Filippine, Vietnam, Malesia, Brunei e Taiwan) rendono l’area un punto di frizione geopolitica cruciale, dove il controllo del territorio significa controllo sulle rotte commerciali e sulle risorse.

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