Economia
Cina, la verità dietro i dati: i PMI indicano stabilizzazione, ma boom economico mostra un’ombra inquietante
I dati ufficiali sembrano un trionfo, ma dietro il boom dell’economia cinese si nasconde una verità allarmante: la disoccupazione dilaga. Scopri l’ombra che minaccia la stabilità di Pechino e il drammatico scontro tra la crescita apparente e la crisi sociale. Un’analisi che smaschera la propaganda.

Nuova tornata di indici previsionali PMI cinesi che indicano un miglioramento in vista. A giugno 2025, l’economia cinese mostra segnali di normalizzazione, grazie all’accordo sui dazi con gli Stati Uniti e alle politiche di stimolo di Pechino.
Secondo i dati ufficiali NBS, il PMI manifatturiero è salito a 49,7 da 49,5 di maggio, in linea con le aspettative, segnando il terzo mese consecutivo di contrazione, ma con il ritmo più debole della serie.
La produzione è cresciuta al ritmo più rapido in tre mesi (51,0 vs 50,7), sostenuta dal miglioramento del clima commerciale e dagli sforzi per rilanciare la domanda interna. Anche i nuovi ordini sono tornati a crescere (50,2 vs 49,8), mentre le vendite estere si sono contratte più lentamente (47,7 vs 47,5).
L’attività di acquisto è aumentata per la prima volta da marzo (50,2 vs 47,6), ma l’occupazione ha continuato a calare (47,9 vs 48,1). Sul fronte dei prezzi, i costi degli input (48,4 vs 46,9) e i prezzi di vendita (46,2 vs 44,7) sono diminuiti a un ritmo più lento, indicando un alleggerimento delle pressioni deflazionistiche. Tuttavia, la fiducia delle imprese è scesa a un minimo di nove mesi (52,0 vs 52,5).
Ecco il relativo grafico:
Parallelamente, il PMI non manifatturiero si è attestato a 50,5, sopra le attese e il dato di maggio (50,3), il livello più alto da marzo. L’accordo commerciale con gli USA e le misure di stimolo hanno favorito una contrazione più morbida dei nuovi ordini (46,6 vs 46,1) e delle vendite estere (49,8 vs 48,0).
L’occupazione è rimasta debole (45, stabile), mentre i tempi di consegna dei fornitori sono invariati (51,2 vs 51,1). I prezzi degli input si sono quasi stabilizzati (49,9 vs 48,2), e il calo dei prezzi di vendita è rallentato (48,8 vs 47,3), suggerendo un miglioramento dei margini. Tuttavia, anche qui la fiducia delle imprese è scesa a un minimo di nove mesi (55,6 vs 55,9).
Ecco il relativo grafico:
Gli indici previsionali indicano un miglioramento atteso dagli imprenditori nell’economia cinese, ma resta sempre un grosso problema, quello dell’occupazione, che sembra non decollare. Questo punto rischia di creare dei grossi problemi alle autorità, perché è la base dell’instabilità sociale.
Nonostante i progressi, gli indici PMI, pur utili, rimangono indicatori imperfetti, soprattutto in Cina , dove il confine fra la realtà e quello che lo Stato vuole mostrare è sempre molto sottile.
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