Analisi e studi

Cina e Germania: l’allievo supera e di molto, il maestro nel commercio internazionale. Che farà Berlino?

Mentre il surplus commerciale della Germania si assottiglia a causa di export in calo e costi energetici, la Cina macina record su record. Un’analisi dei dati di luglio e agosto 2025 che mostra come le scelte strategiche di Berlino stiano favorendo il dominio di Pechino.

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L’allievo è destinato a superare il maestro. La Germania è penetrata in Cina con l’illusione di poter controllare un enorme mercato portando e diffondendo le proprie tecnologie. La Cina le ha assimilate, le ha migliorate, e ora sui mercati internazionali supera i maestri, come mostrano questi dati sulle bilance commerciali dei due paesi.

La Germania: un surplus che si assottiglia pericolosamente

Esisteva un tempo in cui la Germania inanellava surplus commerciali enormi uno dopo l’altro. Quei tempi, però, sembrano lontani. A luglio 2025, il surplus commerciale tedesco si è ridotto a €14,9 miliardi, una cifra inferiore alle attese e il valore più basso da quasi un anno. La ragione è semplice e preoccupante: le esportazioni calano più delle importazioni. Ecco il relativo grafico:

Nel dettaglio, l’export è sceso dello 0,6% su base mensile, ma il dato allarmante è il crollo delle vendite verso i paesi extra-UE (−4,5%), con un tonfo verticale verso gli Stati Uniti (−7,9%), ai minimi da fine 2021. La Germania non è più competitiva sui mercati internazionali dove non gode di protezione.

Un piccolo contentino arriva dal mercato unico europeo (+2,5%), che però non basta a compensare la perdita di competitività su scala globale. Su base annua, la contrazione è ancora più evidente: il surplus è inferiore del 17% rispetto a luglio 2023 e 2024. È la fotografia di un modello che ha perso slancio e vantaggio competitivo: 

La Cina: un dominio basato sull’export, nonostante la debolezza interna

Se Atene piange, Sparta non ride? Non esattamente. Pechino, pur affrontando una complessa situazione economica interna, sui mercati esteri continua a dettare legge. Ad agosto 2025, il surplus commerciale cinese ha toccato la cifra monstre di $$102,33$ miliardi, superando le previsioni del mercato e il dato dell’anno precedente. Ecco il relativo grafico:

La dinamica è speculare e opposta a quella tedesca: le esportazioni continuano a crescere a un ritmo sostenuto (+4,4% su base annua), mentre le importazioni salgono a malapena (+1,3%). Questo indica una domanda interna ancora debole, schiacciata dalla crisi immobiliare e dall’incertezza sul lavoro, ma allo stesso tempo una capacità produttiva e di esportazione che rimane ineguagliata. Persino il “decoupling” con gli USA, con un crollo degli scambi bilaterali, non scalfisce il risultato complessivo. Il surplus da inizio anno raggiunge la cifra sbalorditiva di $785,3$ miliardi.

La Germania paga il prezzo delle scelte sbagliate

Come si è arrivati a questo punto? La Germania paga il prezzo di scelte strategiche che si stanno rivelando disastrose. In primis, la perdita del vantaggio competitivo derivante dall’energia a basso costo, un pilastro su cui si reggeva gran parte della sua industria pesante. La rottura con la Russia ha presentato un conto salatissimo.

In secondo luogo, le politiche ambientali che si sono tradotte in costi e vincoli che hanno zavorrato la competitività industriale, specialmente nei settori “energivori”. Mentre la Germania si impelagava in una transizione complessa e costosa, la Cina consolidava il suo dominio, diventando leader non solo nella produzione tradizionale ma anche nelle nuove tecnologie, come quella dell’auto elettrica. La Cina produce energia da carbone e nucleare, tutte fonti che la Germania ha ripudiato, a carissimo prezzo.

La Germania, che per anni ha insegnato alla Cina come costruire un’economia manifatturiera avanzata, si ritrova ora a inseguire. Da maestra a allieva, in una inversione di ruoli che è la più chiara cartina di tornasole dei nuovi equilibri economici mondiali. E recuperare il terreno perduto sarà tutt’altro che semplice.

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