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Analisi e studi

Cina: cala export, e più delle attese e non solo. L’economia sta marciando come dovrebbe?

Qualcosa non brilla nell’economiaa cinese, e questo lo mostrano i dati dell’export e dell’utilizza del credito, non cresciuti secondo le attese

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L’economia cinese sta mandando dei segnali contrastanti. Da un lato abbiamo avuto dei segnali positivi dalla produzione industriale, dall’altro però l’export segna il passo, e anche l’utilizzo del credito non è brillante.

Iniziamo dall’export: le esportazioni dalla Cina sono scese del 7,5% su base annua a 279,68 miliardi di dollari nel mese di marzo del 2024, invertendo bruscamente la tendenza rispetto alla crescita del 5,6% del mese precedente e peggio delle previsioni del mercato che prevedevano un calo del 3%, evidenziando una ripresa disomogenea nel Paese e spegnendo le speranze che la domanda globale continui a guidare la crescita della seconda economia mondiale.

Il calo delle esportazioni è stato accompagnato da un effetto base maggiore rispetto al marzo dello scorso anno, quando il Paese aveva registrato una robusta crescita del 10%. Per i primi tre mesi dell’anno, le esportazioni sono cresciute dell’1,5% a/a, raggiungendo 807,50 miliardi di dollari.

Tra i partner commerciali, le esportazioni cumulative per il primo trimestre sono state nettamente inferiori verso i Paesi dell’Unione Europea (-5,7%), la Corea del Sud (-9,8%) e l’Australia (-8,9%), e si sono contratte in misura minore verso gli Stati Uniti (-1,3%). D

‘altro canto, le spedizioni verso i Paesi dell’ASEAN sono aumentate del 4,1%, in quanto un forte aumento delle esportazioni verso il Vietnam (18,5%) ha compensato i cali a Singapore (-7,2%) e nelle Filippine (-14,4%).

Ecco il relativo grafico:

Ci sono altri segnali, provenienti dal settore creditizio, che mostrano una situazione per lo meno complessa, dove la crescita non è prorompente quindi non richiede né nuovi investimenti, ma neanche ulteriore capitale circolante.

Le banche cinesi hanno esteso 3,1 trilioni di CNY in nuovi prestiti in yuan nel marzo 2024, più del doppio rispetto ai 1,45 trilioni di CNY di febbraio, ma al di sotto delle previsioni di 3,56 trilioni di CNY.

La lettura è anche inferiore ai 3.89 trilioni di CNY del marzo 2023, in un altro segno di debolezza della domanda di credito. Marzo è solitamente un mese forte per i prestiti, perché le banche tendono ad estendere più credito alla fine di ogni trimestre per raggiungere gli obiettivi di prestito.

I nuovi prestiti in yuan hanno raggiunto 9,46 trilioni di CNY nel primo trimestre del 2024, rispetto al record di 10,6 trilioni di CNY del primo trimestre del 2023.

Nel frattempo, il finanziamento sociale totale, che è un’ampia misura del credito e della liquidità, è salito a 4,87 trilioni di CNY a marzo, rispetto ai 1,52 trilioni di CNY di febbraio e alle previsioni di 4,7 trilioni di CNY.

La massa monetaria M2 è aumentata dell’8,3% rispetto ad un anno prima, rispetto all’8,7% di febbraio e alle previsioni dell’8,7%. La crescita dei prestiti in essere in yuan è rallentata più del previsto, attestandosi al 9,6%, un minimo storico, rispetto al 10,1% di febbraio e alle previsioni del 9,9%.

Ecco il relativo grafico:

Ovviamente la ripresa della Cina non èq uella ce si si aspetterebbe, magari, come indica l’andamento dell’export, non esattamente per colpa della Cina stessa. L’export verso gli USA è aumentato in modo molto contenuto, mentre quello versa la UE è calato sensibilmente, segno che dipendere dell’esterno per la crescita rischia di essere pericoloso, quando gli altri partner sono in crisi o fanno di tutto per andarci. Tra l’altro, da questi dati, non sembra che i mercati occidentali vengano invasi da prodotti made in  China, o meglio lo siano più del solito.

 

 


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