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Cina: altro repulisti anticorruzione nelle forze armate missilistiche

Il tenete generale Sun Jinming, delle forze missilistiche cinesi è stato espulso dal Partito. L’ennesimo caso di corruzione che sembra permanere nei vertici militari cinesi.

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Il Partito Comunista Cinese ha annunciato un’indagine anti-corruzione su un altro generale di alto livello che ha supervisionato l’arsenale nucleare del Paese, aggiungendosi alla lunga lista di leader militari caduti in disgrazia nell’ultimo anno.

Sun Jinming, capo dello staff della Forza missilistica dell’Esercito Popolare di Liberazione (PLA), è stato espulso dal partito, secondo un comunicato rilasciato giovedì, l’ultimo giorno del terzo plenum del partito. L’indagine sulla corruzione del Tenente Generale Sun, già conclusa, è stata approvata dal plenum. La caduta di Sun segue le indagini anticorruzione dell’ultimo anno su almeno sette alti ufficiali militari, passati o in servizio, della Rocket Force del PLA, che supervisiona l’arsenale nucleare del Paese.

Sun, membro supplente del 20° Comitato Centrale del partito, ha assunto il ruolo di capo di stato maggiore della forza nel 2022, dopo un lungo periodo nel Secondo Corpo di Artiglieria. Quindi La forza missilistica, istituita nel 2015 come parte della revisione militare del Presidente cinese Xi Jinping, è stata al centro dell’ultima campagna anti-corruzione rivolta ai militari.

Altri generali caduti in disgrazia includono Li Yuchao, comandante dal 2022; il suo predecessore Zhou Yaning, in servizio dal 2017 al 2022; e Wei Fenghe, che ha guidato la forza missilistica dalla sua nascita fino al 2017. Wei, ministro della Difesa dal 2018 al 2023, è stato espulso dal partito alla fine del mese scorso. Il plenum ha anche approvato la precedente decisione del Politburo di espellere l’ex ministro della Difesa Li Shangfu e Li Yuchao.

L’ultimo caso di corruzione negli ambienti militari

Li Shangfu, Ministro della Difesa con la più breve permanenza in carica, è stato licenziato bruscamente in ottobre dopo soli sette mesi. Il 66enne, che aveva supervisionato gli approvvigionamenti militari, è stato messo sotto inchiesta alla fine di agosto per aver accettato “grandi somme di denaro” e per presunta corruzione.

La caduta di Li Yuchao è stata annunciata a dicembre, quando è stato licenziato dalla massima legislatura del Paese, il Congresso Nazionale del Popolo. Nonostante sembrasse che la maggior parte dei casi di corruzione militare dell’ultimo anno si stessero concludendo, continuano a gettare una lunga ombra sul PLA.

Il plenum non ha annunciato la promozione del capo della difesa Dong Jun alla Commissione Militare Centrale (CMC), il massimo organo di comando militare cinese, lasciandolo al di sotto del rango dei suoi predecessori. Dong, ex comandante supremo della Marina, è succeduto a Li Shangfu due mesi dopo il suo licenziamento in ottobre.

Il comunicato di giovedì ha sottolineato la necessità di “migliorare i sistemi e i meccanismi di guida e di gestione delle forze armate del popolo”, riprendendo gli appelli di Xi a frenare la corruzione dopo la serie di scandali di alto livello. Durante un incontro con il CMC il mese scorso, Xi ha insistito sull’importanza di formare “una squadra di quadri di alta qualità che sia leale, pulita e capace di assumersi le pesanti responsabilità”.

In realtà proprio il fatto che si succedano continui repulisti e arresti di alti ufficiali viene a indicare le il problema della corruzione sia ben presente ai massimi livelli del sistema militare cinese e sia di difficile eliminazione, mettendo in forse l’efficacia proprio di quelle forze strategiche che dovrebbero essere il cuore del deterrente nucleare.


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