Attualità
Ci son voluti tre spagnoli per battere Valentino Rossi. E Biaggi festeggia con gli iberici. Questa è la parabola dell’Italia, gli stranieri – europei in primis – quando possono ne approfittano…
Prima di tutto onore a Valentino Rossi: da solo, lavorando per una grande azienda straniera, ha saputo tenere alto l’onore italico. Un attimo, onore italico? No, non è la parola giusta, forse dignità dell’uomo è più corretto, onore italico è decisamente troppo. Prima di tutto per un aspetto squisitamente sportivo, non si era mai visto che tre spagnoli – due certamente, Lorenzo e Marquez [come da intervista al Corriere della Sera, link sotto] – si alleassero per battere un italiano, un italiano solo. Non nel senso di unico ma proprio solo, ormai il MotoGP è in mano agli iberici, dopo la morte del Sic non vedo nessun italiano all’orizzonte che possa ambire all’eredità di Valentino men che meno fare squadra, men che meno difendendola. Al di fuori della parabola sportiva la situazione è drammatica se si considera che un italiano, Max Biaggi, colui che come nessuno fu frustrato dal grande Valentino sulla pista ieri non ha perso l’occasione per comportarsi da vero italiano, devo riconoscerglielo – purtroppo per lui, risultati alla mano il pilota romano letteralmente spariva in fatto di dono di guida nella classe regina al cospetto del pesarese –: ieri l’abbiamo visto festeggiare* con Lorenzo per la vittoria al Mondiale di MotoGP, un mondiale delle ex 500 che Biaggi non ha mai vinto. Non senza dolermene, posso solo dire che una cosa del genere nella Germania che non smetto di biasimare per la sua interessata e materialista protervia in Europa non sarebbe mai potuta succedere.
Ed invece da noi si, da noi succede eccome! E il Biaggi credetemi che è l’ultimo dei problemi, non l’ho mai considerato un campione e men che meno lo considererò tale da domani, a maggior ragione dopo questa bell’uscita a supporto di Lorenzo. Vanno per altro fatte alcune valutazioni specifiche sul caso in esame, quanto meno per dipingere la grandezza “globale” del pilota pesarese: Lorenzo da pilota vive invece a Lugano (da “globalista“?), la bella Lugano***. Marquez ha invece preso residenza nel paese black list Andorra****, uno dei pochi che resiste nella lista nera. Ovvero per entrambi le tasse pagate sui proventi del loro lavoro di pilota sono poca cosa… Insomma, per farla breve, Valentino prese la residenza all’estero agli inizi del terzo millennio e nel lontano 2007 ne subì le conseguenze, in un periodo in cui molto era ancora concesso in tema di fiscalità, trasferendosi in quel di Londra solo per subire sonore bastonate dal fisco italiano: scelse dunque di saldare il conto e tornare in Italia, dove oggi risiede. Biaggi ha invece resistito di più: è notizia del 7 Ottobre scorso che è stato anche lui rinviato a giudizio per problemi di tasse nel 2000-2004** pur continuando a vivere a Montecarlo.
Per dire, Rossi è certamente campione nella vita oltre che in pista, ha sbagliato e poi (pagando) si è adeguato alle leggi italiche – o meglio, l’Agenzia delle Entrate gli ha fatto capire con le buone o con le cattive che doveva pagare, Lorenzo e Marquez riescono invece a trasferirsi in questi ultimi anni nei c.d. paradisi fiscali senza che nulla succeda, magari solo perchè le maglie del fisco spagnolo sono meno strette –. Certamente il fisco iberico è meno protervo, le leggi spagnole sono abbastanza chiare al contrario di quelle italiane sempre da interpretare (e poi magari resti fregato proprio con il trucco della poca chiarezza probabilmente fatta apposta del legislatore). Ma dipende anche dal fatto che gli spagnoli ci tengono ai loro campioni ed alle loro eccellenze in genere, diciamo che concedono di più ai loro eroi di quanto sia ammesso in Italia, da noi se non sei il rampollo di una famiglia con enormi patrimoni ereditati – e che magari è addirittura venuto fuori sui giornali che il di cui nonno aveva esportato miliardi di euro all’estero senza dichiararli, ma non è successo assolutamente nulla – non ti concedono alcunchè. Proprio come succede con i nostri eroi economici, le PMI, da noi puntualmente tartassate fino alla quasi estinzione…
Pensateci bene, viene fuori proprio in queste cose il fatto di sapere o meno fare squadra, come popolo: Biaggi che si schiera con gli stranieri è solo un sintomo, anche se solo per qualche sua pulsione interna rappresenta bene l’Italia che non fa squadra, che non fa gruppo. A parte che sportivamente non si è mai visto che due o tre piloti di una stessa nazione si alleino per sconfiggere un avversario “straniero” fortissimo e probabilmente imbattibile nell’uno contro uno… mai visto nella storia dello sport moderno.
Alla fine l’accettazione dell’avvento di Mario Monti sulla scena politica è molto simile al paradosso di cui sopra, un politico non di professione e senza esperienza che arriva, fa provvedimenti sbagliati [esodati?] – anche anticostituzionali [anticipo della scadenza per conversione della lire in euro?] – e che ci affossano come Paese e nessuno dice nulla, men che meno viene indagato dagli italiani che non sanno fare gruppo per possibile lesione degli interessi nazionali, va ricordato che il declino italico coincide con la sua ascesa, l’austerità euro-imposta è legata indissolubilmente al suo nome unitamente ai danni che tale insulso rigore ha causato e che soprattutto causerà [“distruggendo la domanda interna”, …]. E men che meno ricordando che tutti i provvedimenti montiani di fatto sono stati presi nell’indirizzo degli interessi stranieri targati Germania, l’unico paese che trae vero vantaggio dall’austerità imposta ai paesi eurodeboli: ormai lo abbiamo ormai capito tutti che la moneta unica serve solo alla Germania che alla fine può fregiarsi di una moneta più svalutata di quello che sarebbe il marco tedesco grazie alla presenza nella compagine eurista dei paesi in crisi, alla fine a Berlino non interessa risolvere i problemi dei periferici in quanto se l’Europa andasse bene l’euro si rivaluterebbe a danno dei grandi esportatori tedeschi!
Il sacco d’Italia parte proprio da questo non fare squadra, ognuno per sé e Dio per tutti a partire dal Governo [a parte pochi casi quasi fortuiti almeno negli ultimi 30 anni]! Devo ammettere che Il Governo attuale sembra più attento a non farsi spogliare dallo straniero rispetto ai (due) predecessori, la difesa strenua di ENEL lo conferma e soprattutto lo dimostrerà quando il gigante elettrico italiano potrà comprarsi fra un paio d’anni quel che resta di qualche azienda del settore energia residente in Germania (…). Ma questo è solo un dettaglio non veramente importante perchè oltre a tale aspetto di difesa degli interessi nazionali – certamente onorevole – andrebbe verificato se esponenti contigui al governo attuale in parallelo non stiano “mettendo su” aziende in giro per il mondo sfruttando le aderenze politiche per propri interessi di parte, spero sia chiaro a tutti che l’unica cosa che veramente manca ai “politici recenti” sono i soldi…
In ogni caso, quello che di prim’acchito verrebbe da dire a Valentino sarebbe di smettere, di non gareggiare più il prossimo anno, chissà se lo spettacolo senza di lui sarà lo stesso degli ultimi 10 anni…. Ma alla fine no, fare così non sarebbe giusto. Non tanto per gli italiani che per la loro ignavia non meritano nulla – leggasi, gli puoi fare di tutto, anche un golpe contro un primo ministro democraticamente eletto, ma oltre a qualche parola di temporanea rimostranza non fanno nulla per ribellarsi, che so andare in piazza a reclamare la perdita di sovranità o anche votare contro tale stupida deriva nichilista dell’inutile austerità – quanto per sè stesso: che il Vale continui a correre ma facendosi pagare tantissimo, che se ne freghi dello spettacolo, che lui si diverta e guadagni negli ultimi anni agonistici, il resto verrà di conseguenza. Che non si curi degli interessi di un paese che ormai non esiste più, l’esempio dell’operato di Mario Monti mai stigmatizzato dagli italiani lo dimostra. L’unico errore che fa Valentino è probabilmente non prendere – pubblicizzandolo – la residenza nella strada vicina alla residenza di Lorenzo in Svizzera: me lo vedo il fisco italiano che persegue il nostro connazionale mentre l’Agenzia delle Entrate spagnola lascia correre con il suo campioncino flebile. Il Vale dovrebbe fare come fanno le multinazionali del lusso francesi ad esempio che comprano le aziende in Italia in quanto applicando poi com il consolidato modello di business francese fatto di trasferimenti di royalties, utili e sfruttamento dei marchi all’estero di tasse in Italia ne pagano pochissime. O come Fiat, che ormai le tasse le paga in UK ed Olanda, in Italia resta solo una “operativa” che se va bene è in pareggio o poco più…
Ed in ogni caso l’errore che fa Valentino, se domani nessuno si aizzerà contro Biaggi per il suo comportamento anti-italiano – in effetti non ho verificato se oltre alla residenza il Max abbia acquisito anche la cittadinanza monegasca, in tal caso sarebbe perfettamente giustificato a non difendere un paese di cui non fa più parte –, è quello di non dire al mondo che alla fine della carriera se ne andrà dall’Italia, a godersi i soldi che ha guadagnato fuori dal paese che non lo merita, per lo meno stando a come non lo ha difeso in questa stupida parodia del nazionalismo vestito da sport.
Naturalmente spero di essere smentito da una levata di scudi “nazionale” che non duri più di una mattinata sulla stampa. Ma non credo, purtroppo…
Mitt Dolcino
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Note:
*** http://www.ticinonews.ch/ticino/163638/e-jorge-lorenzo-cena-a-lugano
**** http://sport.sky.it/sport/motogp/2014/12/07/motogp_marquez_accuse_evasione_fiscale.html
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