Economia
“Ci faremo battere da Hong Kong”. Ecco il grido di dolore del maggior banchiere svizzero
La Svizzera rischia di diventare meno rilevante rispetto a Hong Kong e Singapore nella gestione patrimoniale
La Svizzera inizia ad aver paura di perdere il suo status speciale nel mondo della finanza e della ricchezza. L’amministratore delegato di UBS, Sergio Ermotti, ha avvertito che la Svizzera rischia di essere superata come hub mondiale della gestione patrimoniale se i politici reagiranno in modo eccessivamente restrittivo dopo il fallimento di Credit Suisse, come riportato dal Financial Times.
Ermotti, che è stato richiamato alla guida del più grande istituto di credito svizzero pochi giorni dopo il salvataggio dell’ex rivale lo scorso anno, ha detto che il Paese ha bisogno che le sue banche siano in grado di competere a livello globale.
“Hong Kong, Singapore e gli Stati Uniti sono in competizione aggressiva, e stanno facendo grandi progressi, per la corona di gestione patrimoniale offshore che la Svizzera detiene oggi”, ha detto durante un discorso all’università di Lucerna martedì sera.
“Non possiamo essere compiacenti e pretendere che sia sufficiente che le banche locali facciano una forte concorrenza a livello nazionale”.
Ermotti e UBS sono stati coinvolti in un dibattito sempre più conflittuale con le autorità svizzere, all’indomani del fallimento di Credit Suisse, sulla futura direzione della riforma finanziaria nel Paese.
Il principale punto di scontro tra le due parti è se le banche con filiali internazionali debbano essere obbligate a detenere capitale aggiuntivo, una misura proposta quest’anno dal Dipartimento del Tesoro svizzero in una mossa che riguarderebbe principalmente UBS.
Gli analisti hanno previsto che la modifica delle regole potrebbe comportare un fabbisogno di capitale aggiuntivo per UBS compreso tra i 15 e i 25 miliardi di dollari, e il Ministro delle Finanze Karin Keller-Sutter ha indicato che le stime erano “plausibili”.
Ermotti e il presidente di UBS, Colm Kelleher, si sono precedentemente espressi contro la necessità di capitale aggiuntivo. Hanno anche respinto le critiche secondo cui la combinazione di UBS e Credit Suisse sarebbe troppo grande per l’economia svizzera.
“Ci sono troppe voci disinformate, populiste e paurose nei media, nella politica e nel mondo accademico, anche qui in questa università, che si concentrano esclusivamente sul pericolo di avere una grande banca con sede nel nostro Paese”, ha detto Ermotti a Lucerna.
Durante il suo discorso, Ermotti ha mostrato una diapositiva che mostrava che il settore della gestione patrimoniale di Hong Kong si stava espandendo a un tasso di crescita annuo composto del 7,6 percento ed era destinato a superare la Svizzera entro il 2027, mentre quello di Singapore cresceva del 9 percento ed era in procinto di posizionarsi al terzo posto.
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Il vantaggio di Singapore e Hong Kong non è solo collegato a una normativa più amichevole e meno restrittiva per le banche, ma anche al fatto di essere in stretto contatto con delle economie in rapida crescita, con una forte generazione di ricchezza da parte dell’economia ordinaria, e non con un’area stanca e senza generazione di nuova ricchezza. Se uniamo a questo un settore pubblico che pensa di risolvere i problemi delle banche solo con la ricapitalizzazione e non con la resposnabilizzazione di AD e direttori, abbiamo il quadro completo di un settore finanziario che si appresta a decadere.
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