Seguici su

Esteri

Chi è Khalil Al-Hayya, il successore di Yahya Sinwar alla guida di Hamas

Chi è il nuovo leader di Hamas, Al Hayya? Quanto controllo ha su Hamas adesso? Ci sarà una soluzione alla guerra?

Pubblicato

il

Hamas deve cambiare ancora leader,, dopo che a luglio era stato eliminato  Ismail Haniyeh a Tehran e la conferma della morte ieri di Yahya Sinwar, e il prescelto è in Qatar. 
Khalil Al-Hayya ha 63 anni ed è originario della Striscia di Gaza. È una figura influente all’interno dell’ufficio politico di Hamas e attualmente risiede in Qatar, ospite del locale Emiro. Questo, se non altro, lo mette al riparo da un’eliminazione rapida e può permettere di iniziare, eventualmente, una trattativa.
La sua ascesa all’interno di Hamas è stata rapida, soprattutto per l’azione di Israele sui vertici del movimento, che permette delle rapide, ma spesso brevi, carriere: è entrato a far parte dei vertici di Hamas  dopo l’uccisione di Saleh Arouri e presiede il politburo da agosto 2024. È anche un membro eletto del Consiglio Legislativo Palestinese dal gennaio 2006, rappresentando Gaza City.

Non è che ci fosse molto da scegliere

Dopo la morte di Yahya Sinwar non le alternative erano fra il fratello del defunto Muhammad, che era un duro e puro come il fraletto, Al Hayya e un altro duro, Khaled Mashaal, e la scleta di Al-Hayya è significativa della possibilità di una trattativa, anche perché la sua posizione era un po’ più sfumata rispetto ai fratelli Sinwar: Al-Hayya ha pubblicamente dichiarato che l’attacco del 7 ottobre era necessario per “cambiare l’intera equazione” del conflitto, riportando l’attenzione sulla questione palestinese, che è quasi un alleggerimento rispetto a tante altre posizioni che parlavano di un tentivo di sterminare Israele. 

La direzione che, potendo avrebbe preso l’attuale nuovo leader è anchè più politica: nelle sue dichiarazioni ha indicato la volontà di Hamas di trasformarsi in un partito politico e deporre le armi se venisse stabilito uno stato palestinese indipendente lungo i confini pre-1967, una alternativa, per ora utopistica, alla guerra eterna sino alla distruzione dello Stato di Israele.

Al-Hayya è visto come una figura con cui è possibile dialogare, soprattutto in confronto con altri leader di Hamas. Questa percezione è dovuta al suo coinvolgimento attivo nei negoziati di cessate il fuoco e nel rilascio degli ostaggi, che gli ha conferito una reputazione di moderato. Gli Stati Uniti e gli alleati di Israele lo considerano un interlocutore meno intransigente, vedendo in lui una possibile opportunità per avanzare verso una soluzione politica.

Questo non deve trarre però in inganno: comunque resta il leader di un gruppo estremistico che, tra l’altro, ha perso dei membri della propria famiglia nel conflitto contro Israele, quindi la sua volontà di trattare non dovrebbe essere presa come un fatto scontato. Questo spiega anche la dichiarazione di oggi in cui respinge la possibilità di liberare gli ostaggi sino alla fine della guerra. Del resto, comunque, non può apparire troppo morbido, e, nello stesso tempo, non è detto che abbia il pieno controllo di Hamas, o di quello che ne resta, nella Striscia.

Telegram
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.

⇒ Iscrivetevi subito


E tu cosa ne pensi?

You must be logged in to post a comment Login

Lascia un commento