Attualità
Che fine ha fatto l’eleganza? Un tema che spalanca le porte a molte riflessioni sulla società e l’economia di oggi
Che fine ha fatto l’eleganza? Questa domanda porta con sé una quantità di dilemmi che toccano molti aspetti della società: da quello economico a quello culturale.
È una domanda solo in apparenza innocua, perché in realtà mette sotto esame un bel po’ della nostra coscienza collettiva e va a toccare dei tasti che stonano con la nostra antica fama di popolo ricco di forme di eleganza come l’arte, la cultura, la moda, il design, ecc.
ma siamo sicuri che questo antico patrimonio sia ancora intatto?
A giudicare dalla domanda, posta all’interno di un forum online, parrebbe che a qualcuno il dubbio sia venuto.
Si è incaricato di dare una risposta sul proprio blog sul blog, Spirit of St. Louis: brand moda italiano emergente, che punta sulla qualità del design, dei tessuti e delle lavorazioni rigorosamente Made in Italy.
Tralasciando tutta la questione culturale e legata agli stili della moda, che lasciamo all’articolo originale, ci preme soffermarci sui punti più legati all’economia, toccati nella risposta.
Che fine ha fatto l’eleganza?
L’articolo individua diversi punti di svolta che hanno influenzato, secondo l’autore peggiorato, la cultura italiana.
- l’educazione;
- la pigrizia;
- la globalizzazione
Ed è a quest’ultima che l’articolo riserva le critiche più dure, poiché è per colpa della globalizzazione se le differenze e le peculiarità culturali sono state appiattite per fare strada alla diffusione di oggetti, vestiti e il pensiero stesso, il più possibile uniforme e uguale per tutti; riducendo al livello culturale e intellettuale più basso per diventare accessibile a tutti.
In questo senso l’articolo di Spirit of St. Louis fa un preciso riferimento al marketing e alla pubblicità che si rifanno agli 11 punti di Goebbels e all’efficacia che la programmazione di nuovi linguaggi ha avuto nell’agire sulla metamorfosi culturale del consumatore medio e della massa in generale.
Non manca un accenno al potere della moneta unica europea che ha distrutto i consumi interni per prediligere le importazioni a basso costo e di scarsa qualità.
La globalizzazione si è servita della standardizzazione per uniformare il più possibile i gusti, tanto quanto le produzioni.
Ha brutalizzato la capacità e la possibilità di scegliere del consumatore medio.
È da qui che sgorga la superficialità e la rozzezza con cui le masse fanno acquisti, dimenticando quando in un passato ogni giorno sempre più lontano, i nostri genitori e i nostri nonni sapevano scegliere l’eleganza della qualità.
Oggi invece si fa spazio la fast fashion (un altro tema trattato da Spirit of St. Louis con dovizia di dati e di fonti in questo profondo articolo), perché improntata sulle esigenze odierne della durata di una stagione o della tendenza di un particolare colore che presto passerà di moda rendendo vecchio ciò che abbiamo appena acquistato.
Cosa occorre analizzare di questo fenomeno complessivo e solo all’apparenza frivolo?
Per leggere l’articolo completo clicca qui.
https://www.spiritofstlouis.it/in-che-modo-leleganza-e-passata-di-moda/
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