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CGIL: carenza manodopera? “Più immigrati”. Landini sostituito da un nigeriano?

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Il segretario generale della CGIL del Trentino afferma che  “ogni momento di crisi rappresenta un opportunità per il cambiamento”.

Lui le opportunità le coglie nell’ immigrazione, come dar d’altronde torto: gli immigrati non ricordano tutte le battaglie perse dalla CGIL, ossia da chi dovrebbe difendere il diritto ad una vita dignitosa dei lavoratori.

In un intervista rilasciata al quotidiano il dolomiti il segretario: “Servono più immigrati. È la risposta più semplice, su questo tema c’è la barriera di un forte pregiudizio ideologico. Invece servirebbe un approccio più pragmatico, una seria politica migratoria, con flussi certi“.

Il segretario dimentica che il forte pregiudizio ideologico è stato innescato anche grazie alla loro politica sindacale: l’avvento delle agenzie interinali, i contratti precari usati dalla stessa Cgil, lo Jobs act, stage mascherati da lavoro dipendente, solo per citarne alcune.

Un immigrato di certo non conosce certo tutta la legislazione italiana contraria ai lavoratori.

Il fenomeno dell’importazione di manodopera a basso costo innesca la deflazione salariale e non permette ai cittadini italiani di avere una vita dignitosa, ma questo sembra ignorarlo la CGIL.

La visione della CGIL è meramente contabile: la perdita di tessere da parte dei lavoratori italiani fanno piangere le casse del sindacato e ben possono essere rimpinguate con gli immigrati: a caval donato non si guarda in bocca.

Senza dimenticare il gran bene che ha fatto Landini per i lavoratori con l’obbligo di green pass per poter lavorare e usare i mezzi pubblici, mentre gli immigrati giungevano in Italia indisturbati senza alcun pass.

D’altronde se il fenomeno si basa su questioni politiche anziché sanitarie si innesca il fenomeno della reverse discrimination.

A quando un segretario generale della CGIL nigeriano? Non abbiamo bisogno di chiacchiere ma di esempi concreti.


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