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Il cerchio si chiude: la Cina entra con il 2% anche in Generali, ora tutte le aziende sistemiche italiane sono partecipate cinesi. Benvenuti!

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Oggi sulla stampa viene annunciata la chiusura del cerchio: lo Stato cinese direttamente o per il tramite di proprie aziende sistemiche ha acquisito il 2% circa anche di Generali. Ora possiamo ben dire che il sistema Cina ha dichiarato espressamente il proprio interesse ad entrare stabilmente nell’azionariato di tutte le aziende sistemiche italiane visto che la partecipazione del gigante asiatico è ormai piu’ che percettibile – ed anzi rilevante, anche simbolicamente – nelle seguenti aziende: Fiat, ENI, Enel, Terna, SNAM, Finmeccanica (Ansaldo Energia), Prysmian ed ora appunto Generali. Chiaro che nelle municipalizzate non hanno messo il becco, io farei lo stesso, ma mai dire mai…
Si sgombri il campo da dubbi: chi scrive è felicissimo di vedere investitori come quelli cinesi entrare in aziende sistemiche nazionali, come è felicissimo che le aziende dei paesi che hanno contribuito alla crisi dello spread (nominando il principale, la Germania: si ricordi che detta crisi fu innescata da enormi vendite di BTP da parte di Deutsche Bank nel luglio 2011 e dal fatto che l’Italia al contrario dello scaltrissimo paese di Goethe non poteva gestire l’inoptato nelle aste dei titoli di stato utilizzando la Banca d’Italia come cassa di compensazione temporanea, leggi diverse per paesi diversi, mah …) siano costrette a vedere l’interesse di un competitor temibilissimo che impedirà a competitors europei di comprare per molto meno del loro reale valore pezzi importanti del sistema industriale italiano (per altro aziende di spessore anche nel panorama europeo e mondiale).
Su tutte mi permetto una menzione particolare per ENI (anche grazie al gioiello tecnologico Saipem) ed Enel: queste due aziende sono ai vertici delle classifiche mondiali in termini di redditività e potenziale di settore.

D’altro canto resto dell’avviso che quanto abbiamo visto accadere ad Alitalia, dove il nuovo investitore Etihad – terzo incomodo per Air France e Lufthansa – ha rotto le uova nel paniere degli europei impedendo di acquisire le rotte italiane che passando oggi per l’Italia dovevano successivamente passare per altre capitali europee (…), rappresenti un sintomo di disagio europeo per l’intraprendenza italiana a non farsi colonizzare a basso prezzo.
Inoltre l’arrivo di un operatore cash rich come la compagnia di Abu Dhabi – notasi che un’altra azienda aerea della stessa area geografica ha sponsorizzato non a caso il Milan di Silvio Berlusconi – determinerà inevitabilmente la nascita di un temibile competitor per le compagnie di bandiera tedesche e francesi, ammetto di essere andato in visibilio quando vidi le news secondo cui Lufthansa avrebbe fatto pressione addirittura sull’Unione Europea per impedire l’acquisizione di Alitalia da parte della compagnia degli Emirati….

Chi la fa l’aspetti, se qualcuno pensava in Europa di acquisire a saldo pezzi importanti italiani questi ne uscirà con le ossa rotte e tanto mi basta per rallegrarmi: magari i cinesi compreranno tutte le aziende sopra citate ma se lo faranno sborseranno il dovuto, il caso dell’acquisizione cinese di Electricidad de Portugal privatizzata dal governo luso dietro pressioni europee disintegrando le ambizioni tedesche di acquisizione con un rilancio monstre del 57% dall’ultimo prezzo di borsa e’ emblematico. Se proprio si dovrà vendere, spero capiti qualcosa di simile anche per le aziende italiane oggi oggetto di attenzione cinese. Unitamente al fatto che con un investitore cinese (ossia extra europeo) sarà molto difficile delocalizzare utili ed occupazione in altri Paesi (come invece si sarebbe agevolmente potuto fare in caso di acquirente intra EU, ndr). Ed è questo a cui sono principalmente interessato.

Tenete da conto la candela che la processione è lunga (cari tedeschi…). Ed un abbraccio affettuoso a tutti i gufi – penso e spero per semplice ignoranza – che remano contro agli interessi nazionali, e ve lo dico dall’estero…

Mitt Dolcino

 


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