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CASO REGENI: LE VERE DOMANDE CHE NON FA IL NEW YORK TIMES

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L’articolo di ieri del New York Times ha avuto un’immeritato riflesso nei giornali italiani.  Il cuore di tutte le discussioni è stato il fatto che il governo Renzi sarebbe stato già a conoscenza, quasi da subito, delle responsabilità relative alla morte del ricercatore italiano.

Tutto questo si basa sulla lettura di una frase che vi riportiamo dall’originale del quotidiano americano:

“‘‘We had incontrovertible evidence of official Egyptian responsibility,’’ an Obama administration official — one of three former officials who confirmed the intelligence — told me. ‘‘There was no doubt.’’ At the recommendation of the State Department and the White House, the United States passed this conclusion to the Renzi government. But to avoid identifying the source, the Americans did not share the raw intelligence, nor did they say which security agency they believed was behind Regeni’s death. ‘‘It was not clear who gave the order to abduct and, presumably, kill him,’’ another former official said. What the Americans knew for certain, they told the Italians, was that Egypt’s leadership was fully aware of the circumstances around Regeni’s death. ‘‘We had no doubt that this was known by the very top,’’ said the other official. ‘‘I don’t know if they had responsibility. But they knew. They knew.’’”

Abbiamo prove incontrovertibili di una responsabilità ufficiale egiziana – disse un membro dell’amministrazione Obama – uno dei tre che hanno confermato il rapporto. “Non ci sono dubbi”. Su raccomandazione del Dipartimento di Stato e della Casa Bianca gli Stati Uniti passarono queste conclusioni al governo Renzi. Ma per evitare di identificare la fonte gli americani non condivisero la fonte grezza, nè dissero quale agenzia di sicurezza fosse dietro la morte di Regeni. “non era chiaro chi avesse dato l’ordine di rapire e presumibilmente , di ucciderlo” , ha detto un altro ex membro dell’amministrazione. Quello che gli americani sapevano per certo, e che condivisero con gli italiani era che la leadership egiziana era completamente informata delle circostanze della morte di Regeni. “Non avevamo dubbi che questo si sapesse al vertice” ha detto l’ufficiale “Non so se avessero responsabilità, ma sapevano. Sapevano”.

Ora vi rendete conto del livello di fuffa che viene fatto passare per informazione? Io preferirei perdere il portafoglio che difendere Renzi, una delle cause principali della povertà attuale dell’Italia a la cui arroganza meriterebbe una punizione divina, però mettetevi nei suoi panni. Vi danno un’informazione per certa, ma poi negano le fonti, e non vogliono  andare a fondo nella storia. Come se vi dicessero “Ho visto tua moglie a letto con un altro uomo”  “Si, ma dove” “Non te lo dico, e non ti dico neanche chi era l’altro, ma devi fidarti”.  Se la Russia avesse detto che erano stati i servizi USA, senza condividere prove o fonti , cosa avrebbe dovuto fare Renzi?  Io mi auguro che le cose non stiano come ha narrato il NYTimes, non per l’Italia , quanto per gli Stati Uniti.

La responsabilità di parte dei Servizi egiziani era stata piuttosto chiara da subito. Il nostro ambasciatore Massari probabilmente ne ha avuto la certezza vedendo il corpo del povero ricercatore, ed infatti ha successivamente cambiato il proprio atteggiamento nei confronti delle autorità locali. Però le responsabilità sono personali e lui , come pure gli inquirenti italiani, non potevano risalire al personaggio che ha dato l’ordine fatale di rapire e torturare Regeni sino alla morte, e qui si tratterebbe di conoscere, se mai lo si potrà quel nome.

Quindi, invece che correre dietro a queste vere e proprie Fake News , dovremmo concentrarci su altri punti:

  • quale servizio segreto, e quale funzionario, hanno dato l’ordine di arrestare e torturare Regeni. Sappiamo già che lui si era appoggiato, in modo estremamente incauto, a personaggi che poi informavano i servizi interni egiziani. Chi ha fatto la spiata , chi l’ha ricevuta e chi ha dato l’ordine.
  • perchè Regeni era in Egitto, quale era la sua vera missione ? Regeni lavorava per la OxAn, Oxford Analytics, società di analisi delle informazioni fondata da un ex funzionario CIA ai tempi di Watergate. OxAn è molto impegnata nel settore energetico. Quanto è stato casuale il suo invio in Egitto ad indagare un settore borderline come i sindacati, in un paese paranoico ? Quanto è casuale che questo sia accaduto all’indomani della scoperta del più grande bacino di gas naturale del Mediterraneo, al largo proprio dell’Egitto, da parte dell’Eni?

Parliamoci chiaro, inviare un ragazzo molto sicuro di se, ma in realtà completamente impreparato e senza esperienza, a compiere indagini in un settore pericoloso come quello sindacale, in un paese che non è più quello di Mubarak, ma è quello di Al-Sisi, dove si va in prigione per una battuta su Facebook, è di una superficiale colposità che fa sospettare il dolo. Sembra che il povero ricercatore sia stato una pedina manovrata e sacrificata in un gioco molto più grande di lui. Non credo che verremo mai a sapere tutta la verità. Nessuno ha notato come l’articolo del NYTimes, che non dice nulla di nuovo,  sia uscito ESATTAMENTE all’indomani della nomina del nuovo ambasciatore italiano al Cairo? I nostri giornali sono tutti così rimbambiti ?

 


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